Sono due righe che ci spiegano come i termini dell’accordo raggiunto su “Recovery Fund
etc”, siano tutt’altro che chiari – come vorrebbero farci credere gli
euromaggiordomi di casa nostra – e come l’applicazione dello stesso
accordo sulle esigenze/emergenze interne dei singoli Stati europei sia
tutt’altro che esente da vincoli e controlli, esattamente come prima,
anzi, peggio di prima.
Ci sono due fattori dirimenti che balzano agli occhi a chi li vuole vedere:
– Il primo è che il sistema degli step ad ogni tranche
di finanziamento sarà sottoposto a controlli preventivi e avviati solo
se corrisponderanno ai criteri stabiliti dalla Commissione Europea. E
questi criteri sono ancora quelli di sempre, quelli che ci hanno
devastato in termini economici e sociali.
Il Patto di Stabilità è stato
solo momentaneamente sospeso, non abolito.
–
il secondo è che, di fronte a quanto rivelato dall’emergenza Covid-19
come crisi di sistema, molti avevano invocato un cambiamento radicale di
filosofia nelle strategie economiche dell’Unione Europea. Al contrario,
dopo qualche settimana in cui questo era sembrato inevitabile – oltre
che auspicabile – la dottrina ispiratrice è tornata ad essere quella
liberista. Certo non sarà più quella del “meno Stato, più mercato”, sarà quella di “più Stato, ma solo per il mercato”.
I
grandi gruppi capitalisti europei – e i loro terminali
politico-istituzionali – hanno ben compreso che, senza le risorse dello
Stato a loro disposizione, non hanno la forza di affrontare e reggere la
competizione globale.
Lo aveva già scritto nero su bianco il ministro dell’Industria tedesco Altmaier, a fine gennaio, quando ancora il Covid era solo un “virus cinese”. Lo avevano sancito prima ancora Macron e la Merkel con il Trattato di Aquisgrana.
E
quindi andavano trovati e tirati fuori i soldi, tanti soldi. Si è
arrivati addirittura a fare quello che qualcuno riteneva andava fatto
già nella crisi finanziaria del 2007/2008 ma che fu negato, cioè
l’emissione di titoli di debito da parte dell’Unione Europea. Eurobond una tantum, ma comunque un precedente.
E
questi soldi, tanti soldi, non andranno solo alle banche – come
avvenuto sistematicamente – ma anche alle imprese. Se guardiamo bene,
però, questi soldi andranno “solo” alle banche e alle imprese. E questi
saranno i finanziamenti che supereranno di sicuro tutti i controlli e i
vincoli europei, nei prossimi mesi ed anni. Con una gerarchia di comando ben definita.
Tutti
gli altri capitoli, quindi scuola, sanità, pensioni, welfare etc,
saranno invece quelli sottoposti ai controlli e ai vincoli più
stringenti e… determinanti.
La ragione è semplice: queste sono le fonti di spesa che vanno a debito pubblico e quindi, se vanno restituiti i debiti, è su questa carne che saranno inflitte, nuovamente, le ferite più dolorose.
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