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Nuova
vergognosa operazione della questura di Torino questa mattina a seguito
dei fatti al Campus Luigi Einaudi del febbraio scorso durante i quali
studenti e studentesse dell’università mostrarono il proprio disgusto
per la presenza del Fuan, organizzazione neofascista, all’interno degli
spazi universitari. In totale tre arresti domiciliari, sette misure di
divieto di dimora nel comune di Torino e nove obblighi di firma
quotidiana in commissariato, il bel regalino della digos nel mezzo
dell’estate. Estate inaugurata dalla lotta no tav che sta vedendo
giovani e giovanissimi protagonisti della mobilitazione. E guarda caso
la questura ha deciso di colpire proprio loro.
Ricordiamo
i fatti di quei giorni.
Il 13 febbraio il Fuan si presenta per
distribuire volantini contro il convegno “Fascismo, Colonialismo,
Foibe”, scortati dalla polizia, come al solito. La reazione degli
studenti e studentesse non si fa attendere, in tantissim* si attivano
per dimostrare che i neofascisti accompagnati dalla celere e legittimati
da Fratelli d’Italia e dalla questura non sono ben accetto in
università. Alle cariche della polizia seguono tre arresti, Maya, Carola
e Samuele vengono tradotti nel carcere delle Vallette. Nelle ore e nei
giorni successivi la mobilitazione non si spegne, anzi. Un corteo serale
occupa il rettorato, chiamando a una manifestazione per il giorno dopo
che occupa i locali universitari formalmente assegnati al Fuan.
Né
il rettore né altre cariche istituzionali hanno preso posizione, anzi
qualche giorno dopo il noto Maurizio Marrone chiede di revocare le borse
di studio agli student* coinvolt*. Il presidente Alessandro Sciretti
dell’ Edisu, ente per il diritto allo studio, dichiara di voler togliere
le borse di studio “agli studenti violenti” ai denunciati e arrestati.
Questo sarebbe il diritto allo studio? Quando si parla di valori dell
antifascismo, della resistenza, cosa significa stare dalla parte giusta?
Anche
oggi la questura di Torino regala il meglio di sé. Divieti di dimora a
giovani che sono nati in questa città, che vi studiano e ci vivono da
anni, arresti domiciliari a chi si attiva per un’università libera da
logiche di sfruttamento e di oppressione, contro i razzisti e gli
omofobi, per un sapere libero da interessi di potere e passerelle
elettorali. Non ancora soddisfatti dell’operato di questa mattina la
questura applica i sigilli per sequestrare l’aula C1, aula studio
occupata dagli studenti e studentesse al Campus.
Proprio
durante un’estate in cui la lotta no tav vede giovani di tutte le
provenienze partecipare alla costruzione di una possibilità di futuro
diversa, per un modello di sviluppo sostenibile, lottare contro la
predazione dell’ambiente. Ancora una volta questura Digos polizia e
fascisti vanno a braccetto pensando di soffocare la voglia di stare
dalla parte giusta.
Vogliamo tutti e tutte libere subito.
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