venerdì 31 luglio 2020

Classe dirigente. Terreni e mattoni, il tesoro del leghista conta 35 immobili.

Il patrimonio dichiarato.


infosannio.com - Il Fatto Quotidiano Davide Milosa e Valeria Pacelli

Non ci sono solo i 5,3 milioni di euro sul conto svizzero, denaro dichiarato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e oggi gestito all’estero dalla società milanese Unione fiduciaria. La ricchezza del governatore si basa anche su altro: sull’intramontabile mattone. Basta una visura catastale per scoprire che è proprietario (in alcuni casi al cento per cento, in altri con la moglie in regime di separazione dei beni) di 31 fabbricati e quattro terreni, tutti sparsi tra Varese e Induno Olona.

Non che sia un reato, anzi questi immobili sono stati pubblicati nella dichiarazione sostitutiva relativa alla situazione patrimoniale che si trova nella sezione “amministrazione trasparente” del sito della Regione Lombardia.

Ci sono dunque abitazioni, alcune con annessi box, appartamenti in villini, negozi, uffici, locali di deposito e immobili catalogati come “stalle, scuderie, rimesse, autorimesse (senza fine di lucro)”.

Il feudo del presidente della Regione Lombardia sembra essere fuori Milano, a Induno Olona, paesino in provincia di Varese, che conta quasi 11mila abitanti e del quale in passato, dal 1995 al 1999, Fontana è stato sindaco. Qui, stando alla visura, ma risulta anche dalla dichiarazione del governatore, si trovano 20 fabbricati di proprietà del governatore: “magazzini e locali”, “negozi” o anche come “abitazioni civili”. Tra le proprietà ad esempio Fontana è proprietario del piano terra (7,5 vani), del primo piano (7 vani) e del secondo (4,5 vani) di un villino. Sempre a Induno Olona, risultano quattro terreni di sua proprietà.

A meno di sei chilometri di distanza, nella più popolata Varese – anche qui Fontana ha ricoperto la carica di sindaco, eletto nel 2006 e confermato nel 2011 – si estende il resto del patrimonio immobiliare di Attilio Fontana. Undici fabbricati, di cui alcuni posseduti in separazione dei beni, altri da solo: anche qui ritroviamo abitazioni civili, uffici e fabbricati classificati come “stalle, scuderie, rimesse, autorimesse (senza fine di lucro)”. Ad esempio, è proprietario di un piano da 7,5 vani di un palazzo.

Fontana viene da una famiglia benestante, con madre dentista e padre medico condotto. È proprio dalla madre che il governatore eredita i 5,3 milioni di euro: denaro, per quanto ricostruito dai pm milanesi, gestito fino allo “scudo fiscale” da un doppio trust aperto alle Bahamas.

C’è poi un immobile in Svizzera. Quest’ultimo non risulta dalla visura catastale, ma è annotato nella dichiarazione patrimoniale del presidente lombardo. Si tratta di una “casa plurifamiliare”, che sarebbe così composta: “appartamento e box con giardino, ruscello e bosco”.

Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza – che ha la delega a indagare nell’ambito dell’inchiesta dei pm milanesi sui camici prima venduti alla Regione dal cognato del governatore Fontana e poi trasformati in un tentativo di donazione mai formalizzata – ha acquisito anche le dichiarazioni patrimoniali del governatore, ma solo per avere un quadro completo della situazione.

L’attenzione degli investigatori si concentra infatti sull’ormai noto conto svizzero aperto presso la Ubs, dal quale Fontana ha tentato un bonifico (poi fallito) da 250mila euro in favore del cognato Andrea Dini e della società Dama Spa protagonista della vicenda dei camici. Obiettivo del bonifico, secondo i magistrati: risarcire il parente della fornitura non pagata.

Ed è questo il cuore dell’inchiesta che vede indagato il governatore per frode nelle pubbliche forniture.

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