martedì 28 luglio 2020

Pavia. Protestano i facchini del Carrefour. Parte la protesta “a carrello selvaggio”.

Carrefour è il quarto gruppo di grande distribuzione nel mondo ed in Italia, il secondo in Europa.
 
 
Il segreto di questo successo? 
Il risparmio sul costo del lavoro che prevede, ad esempio, l’esternalizzazione di tutte le funzoni logistiche che vengono appaltate a “coop” disinvolte e senza scrupoli che risparmiano sulla pelle dei lavoratori.
Il magazzino di Chignolo Po (PV) ne è una rappresentazione plastica: 40.000 metri quadrati, 100 dipendenti tra facchini e personale amministrativo, 6.000.000 di colli movimentati all’anno, i servizi dati in appalto al consorzio CISA che li ha subappaltati ad una consociata, la coop Zero 70 che, subentrata nell’agosto 2019, ha chiuso l’esercizio al 31 dicembre con un passivo 
di 400.000 €.
Strano no? Una coop nata circa un mese prima di ricevere, lì, il suo primo contratto di appalto che conta una novantina di soci ed ha accumulato un debito stratosferico in pochissimo tempo.
Questa stranezza è balzata agli occhi anche dei facchini che, come purtroppo accade quasi sempre nei casi di subentro, sono stati obbligati a diventare soci lavoratori della coop in questione poichè tale opzione consente al fornitore di servizi di mantenere le caratteristiche di mutualità prevalente che consentono di pagare meno tasse.
E’ stata quindi convocata l’assemblea sociale in fretta e furia ed è stato chiesto di votare quel bilancio senza consegnarlo agli interessati, senza spiegarlo, con un preavviso di nemmeno un giorno.
La preoccupazione che si è diffusa tra i facchini ha avuto come oggetto il fatto che si richiedessero non meglio specificati sacrifici per uscire dalle criticità.
Insomma in un quadro fortemente opaco il timore diffuso è stato quello di doverci rimettere stipendi e istituti contrattuali vari.
Per queste ragioni i soci, al 90 % iscritti ad USB, hanno deciso di non sottoscrivere nulla e chiedere informazioni dettagliate.
La mattina del 9 luglio pertanto i delegati in sciopero sono stati affrontati dal presidente del consorzio che ne ha aggredito uno mandandolo al pronto soccorso con una prognosi di 10 giorni.
Da allora la coop ha inviato uno stillicidio di pretestuose lettere di contestazione disciplinare comminando complessivamente centinaia di giorni di sospensione e attuando cambi di orario dei turni senza rispetto per i limiti imposti dalle norme e con l’unico, fine di spaventare e ricattare i lavoratori.
Ma la bulimia di domino e profitto delle aziende ottiene invece che, nel loro piccolo, anche le formiche finiscono per incazzarsi, figuriamoci i facchini.
Al rifiuto categorico di Zero 70 di incontrare lavoratori e sindacato gli stessi hanno risposto con una radicale e creativa forma di lotta: “ti intaso il supermarket di carrelli della spesa riempiti ed abbandonati alle casse senza pagare”.
Sabato, giorno di particolare affollamento dei supermarket di Carrefour – in quello di Pavia – decine di facchini si sono presentati alle casse coi carrelli stracolmi di prodotti non deperibili e dopo aver coinvolto gli altri clienti mediante comizi volanti e volantinaggio li hanno lasciati belli pieni senza acquistare nulla poiché, a causa delle sanzioni disciplinari della coop i loro stipendi sono fortemente decurtati e le loro tasche sono conseguentemente vuote e quindi….
Si stima che per risistemare tutta la merce abbandonata nei carrelli occorrerà parecchio tempo, molte ore se non giorni.
E quello di sabato è stato solo l’inizio, un assaggio oltrettutto limitato alla sola città di Pavia, per ora.
La lotta che sta partendo in Carrefour (USB è primo sindacato anche in altri magazzini della filiera al nord) ha come oggetto la critica e l’obiettivo del superamento del sistema degli appalti, un sistema fondato sullo sfruttamento brutale, la costante messa in discussione di salari, ferie, malattia, TFR ed altri istituti contrattuali che scompaiono sovente nella girandola di cambi e di soggetti che se ne “scappano con la cassa”.
Il ricorso che i committenti fanno ai fornitori di servizi ha anche il risvolto di instaurare un clima di precarietà e ricatti nei magazzini rendendo precarie le condizioni di lavoro, la sua stabilità.
Per questo è venuto il momento di rompere questa gabbia, di mandare via le cooperative che di solidale e mutualistico non hanno nulla, è giunta l’ora di internalizzare in Carrefour tutti i lavoratori che mettono i loro corpi al servizio di questa multinazionale.
Basta appalti, basta coop finte, basta brutalità nei confronti dei facchini, Carrefour non può pilatescamente lavarsene le mani e fingere di non sapere o non avere responsabilità.
Alla barbarie di padroni e caporali i lavoratori risponderanno con i loro CARRELLI SELVAGGI.

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