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In
Canada la narrazione epidemica sta crollando sotto i colpi del nuovo
rapporto di Theresa Tam, direttrice dell’ Health Officer canadese,
secondo cui l’ 81% dei decessi con coronavirus si è avuto nelle case di
cura e ha colpito gli anziani con gravi patologie croniche, mentre un
altro 18% si è avuto fra anziani ospedalizzati per vari motivi di
salute. In un certo senso si tratta di uno scandalo: il panico di massa è
stato innescato sul presupposto che il coronavirus poteva uccidere
chiunque e in qualsiasi momento, un set propagandistico narrativo
riciclato su tutte le piattaforme mediatiche con l’intento di
spaventare il pubblico in modo da indurlo ad accettare il “blocco” o la
chiusura della società e dell’economia, ufficialmente al fine di
“salvare vite umane”, ma più realisticamente per aumentare il controllo
sociale. Ora però sta diventando sempre più chiaro che la stragrande
maggioranza della popolazione non ha mai avuto un reale rischio di
morire per Covid 19 e nemmeno di avere la malattia in forma più seria di
un’influenza.
Qualcosa di simile è accaduto anche in 14 stati degli Usa per i quali
si hanno i dati statistici sufficienti e da ciò che si può ricavare
dai numeri non si tratta di una situazione inedita nemmeno in Europa, in
Scozia e in Inghilterra in maniera massiccia e a macchia di leopardo
nel resto del continente come per esempio in Lombardia. La cosa
importante che emerge dallo studio canadese dove il fenomeno ha avuto la
massima estensione statistica per così dire, è che questa diffusione
anomala nelle case di riposo e nei reparti di lungo degenza non è dovuto
tanto alle caratteristiche del virus quanto a quelle contrattuali
vigenti in queste strutture: la quasi totalità del personale è assunto
con part time di poche ore quando non vive nel precariato vero e proprio
e quindi ognuno lavora in due o tre, talvolta addirittura quattro di
queste strutture creando le condizioni ideali per la diffusione del
virus proprio nei luoghi dove sarebbe stato opportuno evitarla.
Anche in
certe parti dello Stivale con relazioni di lavoro sempre più slegate da
contratti a tempo pieno, affidato a cooperative che ricordano più il
caporalato che l’originaria formula sociale, questa assurda mobilità ha
contribuito alla diffusione virale. E di fatto questo è stato anche
ammesso in qualche modo da Salvini il quale tuttavia da bamba qual’è e
da persona la cui mission è di non capire mai nulla, aveva attribuito
questo effetto al fatto che si trattasse di immigrati e non di persone
costrette al doppio e triplo lavoro e dunque ad una mobilità eccessiva
nell’ambito di ambienti a rischio. Tanto più che questo sarebbe comunque
da evitare anche senza il coronavirus. Ma nulla di tutto questo emerge
chiaramente ed è anzi nascosto dalla qualifica eroica subito affibbiata
al personale sanitario proprio per nascondere il modo con cui viene
trattato.
Ma d’altronde perché prendersela col povero Salvini quando tanti
pseudo intelligenti non fanno altro che dimenticare come il vero virus
sia l’inciviltà sociale e anzi con i loro sciocchi culti pandemici e
orazioni ai salvatori della vita giustificano qualsiasi pronazione
all’autoritarismo: non hanno ancora capito che, meno diritti, meno
tutele e più covid, non viceversa. Del resto già da un decina di giorni
sulla stampa europea dove domina lo scontro Francia Germania, ma dove i
governi come quello italiano tendono a far credere che ci saranno soldi
gratis, si moltiplicano gli accenni alla durezza del dopo pandemia: il
governatore della Banca di Francia ricorda che “a lungo termine,
dovremo rimborsare questi soldi … quindi dovremo puntare a una gestione
più efficiente” che in soldoni per lui significa nuovi tagli draconiani
alla spesa pubblica e guarda caso in particolare nella sanità che
secondo lor signori andrebbe completamente privatizzata; in Germania il
Die Welt accenna a prossimi aumenti della tassazione per le fasce medie e
popolari, mentre l’Istituto Montaigne, annuncia la necessità di
aumentare significativamente l’orario di lavoro senza ovviamente aumento
di salario. Si tratta di progetti e di intenzionalità molto facili da
raggiungere: con la falsa epidemia si è creata abbastanza
disoccupazione, un esercito di riserva sufficientemente ampio, per
ottenere non solo gli aumenti di orario di lavoro, ma anche gli
abbassamento di salario, oltre alla decimazione di tutele e di servizi.
Ma di tutto questo non si accorgono le teste di virus.
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