domenica 24 maggio 2020

La lotteria della scienza

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lotteria-kI7E-U311039025980QJH-1224x916@Corriere-Web-Milano-593x443E’ una vera sconfitta cognitiva che l’epidemia o meglio le misure prese ufficialmente per contenerla si siano rifugiate sotto l’ala della scienza o meglio della pseudo scienza di Big Pharma e dei noti filantropi, si perché la sua narrazione è tra le più assurde possibili e irte di numeri del tutto privi di senso. In questo barnum numerico il più rilevante “verme” è il numero dei contagi che diminuisce o si allarga a seconda dell’impatto che può avere sui piani di battaglia dell’nuovo ordine virale. Davvero strano che nessuno abbia notato l’assurdità di dare le cifre del contagio senza riferirlo al numero dei test effettuati: se un giorno, mettiamo caso, faccio 1000 test e trovo 200 contagiati, poi il giorno successivo ne faccio 2000 e trovo 300 positivi, ecco che viene annunciato un aumento dei contagi mentre in effetti c’è una diminuzione. Insomma siamo spettatori di una perversa ingegneria narrativa  che dappertutto è stata venduta come basata sulla Scienza (con la S maiuscola) a cui  la gente  dovrebbe obbedire.
Ma il pressapochismo delle previsioni fatte e la conseguente inadeguatezza delle misure prese sono a livello inimmaginabile, così come lo sporca guerra dei farmaci ( vedi vicenda del Remdesivir a fine post)  e gli enormi errori di misurazione che sono stati parte integrante dello spettacolo scientifico Covid 19  dovrebbero riportarci a ciò che  Lord Kelvin ha  detto sulla scienza e sulla misurazione: ” Se non riesci a misurarlo allora non è scienza e la tua teoria tende a basarsi più sull’immaginazione che sulla conoscenza”.
Di fatto viviamo nella più grande confusione, talvolta innocente, molto più spesso dolosa dai cui possiamo trarre la conclusione  oggettiva che ciò che ci viene detto in qualsiasi momento è probabile che  venga rivisto, se non invertito nel giro di poco tempo anche perché  l’accuratezza dei dati di base è stata compromessa dagli interessi sottostanti all’epidemia che si era previsto non si sa bene in base a cosa facesse 60 milioni di morti e ne ha fatti invece 280 mila, un terzo dell’influenza annuale.  In molti luoghi come l’Italia che in questo fa scuola,  i decessi riferiti a Covid hanno incluso tutti coloro che risultano positivi al virus quando muoiono, rendendo fra l’altro impossibili studi epidemiologici accurati. Per uscire fuori dal campo di concentramento italiano dove la menzogna è verbo quotidiano, si può riferire ciò che ha detto la direttrice del Dipartimento di sanità pubblica dell’Illinois, Ngozi Ezike, ( democraticissima se per caso lo si vuole sapere e per di più sostenitrice della sanità pubblica)  : “se qualcuno era in ospedale con una prognosi  di poche  settimane di vita e poi hanno anche scoperto un contatto col coronavirus questi è stato conteggiato come vittima del Covid”. Per quelli che in questa tragedia democratica ancora si aggrappano alle piccole dialettiche politiche si tratta della stessa cosa affermata dall’ epidemiologa Deborah Birx, specializzata nella ricerca del vaccino contro l’Aids di cui coordina la ricerca e che fa parte della task force guidata da Fauci: in un’intervista al Washington Post ha detto che il sistema di contabilità dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) sta “raddoppiando” i casi e nella migliore delle situazioni  sta aumentando le misurazioni di contagio e mortalità “fino al 25%”. Insomma il contrario di quanto dice Fauci. Per non parlare dei casi in cui condizioni  di per sé mortali come avvelenamento da alcol o da sostanze tossiche viene attribuito tout court al coronavirus oppure – come è accaduto e accade a New York –  si scambia l’influenza per Covid.
In compenso però sono state completamente ignorate le dimostrazioni della relazione tra densità di popolazione e diffusione del virus che impone misure radicalmente diverse nelle aree ad alta e bassa densità. O non si è tenuto conto del fatto che malattie infettive che colpiscono l’apparato respiratorio si diffondono sei volte di più nei trasporti pubblici di massa che nelle altre condizioni di contatto sociale. Eppure proprio questi mezzi hanno continuato a funzionare mentre si criminalizzavano le attività all’aperto.  Il problema vero è che ci troviamo di fronte a una sorta di lotteria scientifica che pretende di fare da guida ma  nelle cui pieghe si scorge molto bene il condizionamento di tipo politico ed economico. Lo dimostra insieme a tutto il resto la vicenda del Remdesivir, il costosissimo antivirale prodotto dalla Gilead ( di cui Blackrock è uno dei maggiori azionisti ) che secondo Fauci sarebbe stato la pallottola magica contro il coronavirus e che ha prodotto uno straordinario aumento in borsa  per l’azienda produttrice: il farmaco è stato autorizzato prima che fosse completato lo studio cardine sulla sua efficacia, condotto su 1063 pazienti la metà dei quali trattati col farmaco e l’altra metà con placebo. Venerdì scorso sono stati comunicati i dati: non è stato riscontrato alcun beneficio e sono stati rilevati modesti miglioramenti solo tra i pazienti ospedalizzati che assumevano ossigeno supplementare anche a causa di  altre patologie pregresse.  In pratica il placebo e il farmaco hanno avuto effetti praticamente sovrapponibili. Ora a causa dell’estinguersi dell’epidemia non è più possibile mettere assieme gruppi tanto grandi e significativi. Ma non c’è preoccupazione, morto un Remdesivir se ne fa un altro.

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