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Ieri un giudice di Genova ha riportato la Liguria, ed il Nord Italia,
agli anni 30. Per “Gravi ammaloramenti” a due cavalcavia e necessità di
verifiche, a seguito della scoperta delle false certificazioni dei
tecnici di Spea-Autostrade per l’Italia, un giudice, il procuratore capo
Franco Cozzi, ha detto stop: si chiude da A26 Savona – Gravellona Toce.
La A6 Savona Torino è chiusa per il crollo di un cavalcavia,
l’autostrada dei Fiori per il crollo de Ponte Morando. Oggi la Liguria è
tornata agli anni ’30, quando Sua Maestà inaugurò la “Camionale” , che
esiste ancora sotto il nome A7.
Quindi l’ incredibile evoluzione del mercato, la privatizzazione di
Società Autostrade voluta da Prodi, è stata in grado di riportare
l’Italia all’anteguerra. Un articolo di Olindo Cervi qui pubblicato
infatti aveva già analizzato gli effetti sulle autostrade della
privatizzazione sia come aumento degli utili sia come taglio nelle
manutenzioni. Un’analisi ferrea e spietata della distruzione delle
infrastrutture italiane.
La cosa divertente è che, nonostante i crollo, le chiusure delle
autostrade, gli arresti, le indagini, i morti non è cambiato
assolutamente nulla. Autostrade per l’Italia è ancora il maggiore
concessionario italiano, le tariffe sono esose come sempre, ed i
risultati mostrano come non si sia fatta nessuna seria opera di
manutenzione o miglioramento. A parole Di Maio ha cancellato le
concessioni, ma in pratica queste sono ancora lì, più forti e potenti
che prima. Il risultato è che se volte andare con un TIR da La Spezia a
Nizza, per esempio, dovete per un tratto passare dentro la città di
Genova, esattamente come negli anni trenta. Questi sono i grandi
progressi portati dalle privatizzazioni. Gioiamone tutti, e Viva il Re….
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