martedì 26 novembre 2019

SIAMO TORNATI AGLI ANNI 30…

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Ieri un giudice di Genova ha riportato la Liguria, ed il Nord Italia, agli anni 30. Per “Gravi ammaloramenti” a due cavalcavia e necessità di verifiche, a seguito della scoperta delle false certificazioni dei tecnici di Spea-Autostrade per l’Italia, un giudice, il procuratore capo Franco Cozzi, ha detto stop: si chiude da A26 Savona – Gravellona Toce. La A6 Savona Torino è chiusa per il crollo di un cavalcavia, l’autostrada dei Fiori per  il crollo de Ponte Morando. Oggi la Liguria è tornata agli anni ’30, quando Sua Maestà inaugurò la “Camionale” , che esiste ancora sotto il nome A7.



Quindi l’ incredibile evoluzione del mercato, la privatizzazione di Società Autostrade voluta da Prodi, è stata in grado di riportare l’Italia all’anteguerra. Un articolo di Olindo Cervi qui pubblicato infatti aveva già analizzato gli effetti sulle autostrade della privatizzazione sia come aumento degli utili sia come taglio nelle manutenzioni. Un’analisi ferrea e spietata della distruzione delle infrastrutture italiane.
La cosa divertente è che, nonostante i crollo, le chiusure delle autostrade, gli arresti, le indagini, i morti non è cambiato assolutamente nulla. Autostrade per l’Italia è ancora il maggiore concessionario italiano, le tariffe sono esose come sempre, ed i risultati mostrano come non si sia fatta nessuna seria opera di manutenzione o miglioramento. A parole Di Maio ha cancellato le concessioni, ma in pratica queste sono ancora lì, più forti e potenti che prima. Il risultato è che se volte andare con un TIR da La Spezia a Nizza, per esempio, dovete per un tratto passare dentro la città di Genova, esattamente come negli anni trenta. Questi sono i grandi progressi portati dalle privatizzazioni. Gioiamone tutti, e Viva il Re….

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