lunedì 25 novembre 2019

Scarpe rosse. Lettera a Mr. Prossimo a uccidere.

Una poesia inedita di Ennio Cavalli nella Giornata contro la violenza sulle donne.





micromega  Ennio Cavalli

Ehi, Mr. Prossimo a uccidere una donna,

la tua o quella di un altro,

ma quale tua, ma quale di un altro,

uomo donna bambino e pensiero interiore

sono pezzi di luna incartata tra staffa e telaio,

congegni avvitati o svitati a ragion veduta,

mai a comando,

detto questo, tu che salti subito alla gola

come un fumetto sceneggiato male,

tu stravaccato prima del reato

sul divano del benservito

tessera sanitaria e elettorale

buone maniere incolori

cavalli nel motore

mutuo acceso

nessun raptus al momento

tu, proprio tu, Prossimo a uccidere,

com'eri da piccolo, si può sapere?

Involtino di riso

bignè circonciso

teatrino di valvole e visibilità

angelo paffutello

sottoposto a staffilate

fatto secco a schioppettate

quante ne hai prese

quante ne hai passate

a letto senza cena

per cena un po' d'avena

sconfitto a rubamazzo

a morra, a moscacieca

a chi resiste di più sott'acqua

a chi resiste di più a se stesso?

Cosa ti tiene a galla prima dell'ingaggio

nel talent dei massacratori?

Cosa dice l'analista, perché fai agli altri

quello che non merita nessuno?

Va a finire che invece

ti trattavano bene

celeste ausilio

nessun colpo di maglio

o colata di fonderia

addosso al bebé, neanche in maturità.

Perché quando sbatti i denti sui tuoi fallimenti

te la prendi con il globo, le persone, i gigli?

Sei come tutti figlio dei figli,

che tu ne abbia o no,

Buddha che si depura con la tisana.

Toglitelo dalla testa,

nessuna donna è una polena

decoro frontale

custode del labirinto,

neanche truccata da capriccio universale.

Le telecamere del quartiere ti sanno

commosso al possesso

di acido muriatico, revolver, coltelli

passati di mano, da rigirare nella piaga,

dèjà vu invulnerabile

senza un dio, uno zio

un parente non meno delinquente

che ti storca il braccio fino a farti male,

al primo dolore con finto piacere

passeresti al piano B, lo sai anche tu

spadino animato, un colpo a salve

acqua di rose sull'occhio che ha visto.


Ehi, Mr. Prossimo a uccidere una donna,

la tua o quella di un altro,

ma quale tua, ma quale di un altro,

che stai facendo in questo momento,

ascolti Brahms, guardi la partita,

un thriller su Netflix

sgranocchi haiku e mandorle

sei al centro diagnostico, ti scopri dal di dentro,

fai le cose normali dei non indagati

degli sfrontati che non detestano il prossimo

tranne i Prossimi a uccidere?

Siamo in tanti, forse tutti

a non volerti più vedere

a condannarti a rinsavire

a non finire nella tromba delle scale

delle statistiche mefitiche.

Non ci sono strade sbagliate,

solo viandanti privi di bussola

e mucchi di scarpe spaiate

come dopo i funerali di Stalin,

scarpe rosse di donne scalze ammainate

martoriate.


Ehi, Mr. Prossimo a uccidere una donna,

la tua o quella di un altro,

ma quale tua, ma quale di un altro,

ancora una cosa.

Come maschera tragica sei una macchietta,

il tuo carattere è esaltato su lapidi e social

da rap carichi di camorra,

la storia la fai se sei il primo a sparare,

cito con ciò anche Cetto c'è e gli altri tuoi sosia,

senza dubbiamente.


L'ultimo libro di Ennio Cavalli si intitola "Se ero più alto facevo il poeta" (La nave di Teseo 2019)

(25 novembre 2019)

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