Il climatologo smonta punto per punto la propaganda di chi sostiene l'indispensabilità della tratta Torino-Lione: “Porterà soltanto danni ambientali, è un modello di sviluppo economico ed infrastrutturale obsoleto”. E replica a quel mondo – partiti, imprese e giornali – che da quasi trent'anni si batte in maniera fideistica per la Tav: “Identificano il progresso con alcuni simboli ma lo fanno senza alcuna analisi critica basata sui numeri”.
|
micromega intervista a Luca Mercalli di Giacomo Russo Spena
“Hanno un'idea sbagliata del progresso”. Luca Mercalli ce l'ha con
un mondo che in maniera fideistica ha scelto le ragioni Sì Tav: “Vanno
avanti a slogan, non supportati da numeri e dati”. Meteorologo,
divulgatore scientifico e climatologo, è in attesa di analizzare la
relazione costi/benefici del governo che sarà resa pubblica a giorni.
Nel frattempo Mercalli prova a smontare, una ad una, la propaganda dei
favorevoli alla tratta Torino-Lione.
Tra le loro ragioni ci sarebbe
quella ecologista. Su questo, il climatologo sorride: “Come si fa ad
affermare tale assurdità? E' vero l'esatto contrario, meglio spendere
per azioni che diano subito un risultato in termini di emissioni di Co2 e
non per progetti che lo potrebbero dare forse tra oltre 20 anni”.
Se ne sentiva il bisogno dalla bellezza di quasi trent’anni! Il
progetto della Tav in Val di Susa nasce nel 1991 senza alcuna analisi di
terza parte e per volontà fondamentalmente dei proponenti, ovvero da
coloro che maneggiano soldi pubblici e hanno profitti. Se chiedi al
macellaio se la carne è buona, ovviamente ti dirà di sì. Bisognava, già
da tempo, passare per il parere di una struttura composta da esperti
neutrali.
Ma conosce il team che ha elaborato il dossier? E' affidabile il loro responso e sono davvero neutrali?
Tenderei a fidarmi: Marco Ponti è uno dei maggiori esperti di
economia dei trasporti. Tra l'altro, non credo che l’analisi
costi/benefici, essendo elaborata fondamentalmente da economisti e da
ingegneri, prenda in considerazione gli aspetti ambientali che sono
personalmente il mio campo di ricerca. Se aggiungiamo pure questi, il
giudizio sulla Tav diventa ancor più negativo.
Qual è il principale motivo per cui lei è No Tav?
Siamo in una condizione di crisi ambientale che richiede di
moderare i consumi e non di aumentarli quindi un’opera che incrementa il
transito merci è contraria al principio basilare della sostenibilità.
La stessa Europa è in contraddizione con se stessa perché la Commissione
trasporti favorisce quest'opera mentre abbiamo la Commissione ambiente
che agevola il modello dell’economia circolare, ovvero l'economia che
ricicla ed è basata sul risparmio di materie prime. Lo scenario del
futuro prevede meno rifiuti e il consumo di meno risorse, così serve men
che mai un’opera che secondo i proponenti farà passare più merci, più
velocemente, e in container più grandi.
Ci sta dicendo che la scelta di realizzare il treno ad alta
velocità è figlia di un modello di sviluppo economico ed
infrastrutturale ormai considerato obsoleto?
Sostiene che il tunnel danneggerà persino il nostro clima,
non è vero il contrario? La nuova linea ferroviaria Torino-Lione viene
giustificata proprio con motivi ambientali: la cura del ferro fa bene e
spostare traffico da gomma a rotaia riduce le emissioni.
Questo sarebbe vero se si fosse usata una rete ferroviaria già
esistente. Quando si va a costruire un’infrastruttura nuova, è
necessario considerare due fattori, entrambi estremamente dannosi per il
nostro clima. Innanzitutto per realizzare una maxi opera con gallerie –
e qui stiamo parlando di 57km, oltre a tutte le gallerie accessorie di
cui nessuno parla – ci vogliono almeno dieci anni di cantiere e non si
scava con il piccone ma con gasolio ed energia elettrica. Per non
parlare dei materiali: ci vogliono cemento, acciaio, rame, alluminio.
Succede che l’infrastruttura, per dieci anni, invece di diminuire le
emissioni, ne produrrà di nuove a causa di un cantiere che sarà fonte
certa di inquinamento atmosferico. In secondo luogo, la propaganda Sì
Tav sostiene che se la tratta verrà usata a pieno carico – perché il
proponente afferma ciò – e taglierà Co2 eliminando la circolazione dei
camion per strada ma, attenzione, si dimenticano che metteremo almeno
altri dieci anni per compensare l'inquinamento emesso nei dieci anni di
costruzione. Quindi il primo kg di Co2 tolto effettivamente
dall’atmosfera non arriverà prima del 2040. Allora, le Nazioni Unite e
il comitato di controllo governativo per il clima delle Nazioni Unite
sostengono che siamo già in emergenza climatica e che se vogliamo
mantenere la temperatura sotto l’aumento di due gradi entro questo
secolo, la Co2 va tolta subito. Oggi bisogna investire denaro per
decarbonizzare l’atmosfera, non tra vent’anni. Tra vent’anni è tardi, il
danno climatico sarà irreversibile.
Abbiamo capito i motivi tecnici, le chiedo ora le
conseguenze politiche. Come la mettiamo con l’Unione europea che su
quest’opera ci ha investito e ci crede?
Prima di tutto i trattati sui trasporti non menzionano
necessariamente il super tunnel come non contemplano, come unica scelta
possibile, l’alta velocità: il programma europeo prevede soltanto un
miglior uso delle ferrovie. Dice semplicemente che le linee devono
essere armonizzate e che bisogna trovare la migliore condizione per
farle funzionare con efficienza. Non sostiene che siamo condannati a
costruire tappe nuove... questa è una forzatura che è stata usata
strumentalmente per sostenere le ragioni Si Tav in Val Susa.
Non lo so. Dico soltanto che oggi si è aperto il primo spiraglio
politico in trent’anni e che, finalmente, si discute pubblicamente
dell'opera smontando la narrazione propagandistica di chi sostiene
l'indispensabilità di questa infrastruttura. Il movimento No Tav è
composto anche da molti miei colleghi, docenti, ricercatori, scienziati,
tecnici del Politecnico di Torino... tutta gente che da anni cerca di
rompere un muro di omertà ma nessun governo, prima, ha mai aperto un
dibattito serio sull'impatto ambiantale/climatico e sui reali benefici
dell'opera.
Perché, secondo lei, il Si Tav ha il sostegno della stampa mainstream e di tutti i governi avuti negli ultimi vent’anni?
Dove ci sono i grandi progetti che muovono tanti soldi, può essere comodo stare da quella parte.
C’è un motivo simbolico. Esiste una gran parte di persone che
identifica con il progresso alcuni simboli ma non fa un’analisi critica
basata sui numeri: non ho mai avuto dalla controparte tesi documentate e
convincenti che mi spiegassero le ragioni Si Tav. Chiamparino è così:
vede lo sviluppo con le stesse lenti di un Cavour che siccome ha
realizzato il traforo nell'Ottocento, oggi lo dobbiamo fare ancora più
grosso e lungo. Inoltre ribalto la posizione chiamparinesca affermando
che la montagna è sempre lì. Nessuno la sposta. Se mai le condizioni
cambiassero e tra cinquant’anni si decidesse di realizzare il traforo
perché tutte le mie previsioni si rivelassero sbagliate a vantaggio di
nuovi studi, si potrebbe sempre fare. Se perdi oggi l'occasione, puoi
recuperare nel futuro. È falso, invece, il contrario. Realizzare oggi la
Tav, con tutti i dubbi annessi, significa non poter più riparare
all’errore ambientale ed economico. Soldi spesi male ed ingenti danni.
Una follia.
Capisci, non vuol dire niente una frase così. Siamo a delle
posizioni puerili: uno slogan ideologico che non ha niente a che vedere
con lo sviluppo economico del Paese.
Scusi, qual è la sua idea di progresso?
Non sono un retrogrado, non voglio tornare alla candela. Per me il
futuro è la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico,
l’innovazione tecnologica sui pannelli solari. Sono per quegli
investimenti d’avanguardia che, come è ormai provato, portano ottimi
risultati.
Non conosco perfettamente la questione del Terzo Valico non avendo
studiato le carte ed io parlo soltanto se conosco dati e numeri. Temo,
però, che l'opera abbia avuto l'ok del M5S semplicemente per un motivo:
la zona interessata dal Terzo Valico è meno abitata rispetto alla Val
Susa. Ci sono comunità più piccole e, quindi, è stato fatto un discorso
meramente elettorale. Lì venivano scontentate meno persone e, quindi,
andavano persi pochi voti. In Val di Susa ci sono più abitanti e la
protesta è maggiormente strutturata. Per questo, il M5S avrà scelto di
fare quadrato sulla Tav Torino-Lione e di sacrificare il Terzo Valico.
(8 febbraio 2019)
Nessun commento:
Posta un commento