Siglato l'accordo tra
l'azienda e i sindacati per il piano anti-evasione. Tra i dirigenti
coinvolti, mogli, segretarie e figli degli uomini di Alemanno.
Sulla carta: è una rivoluzione. Nei fatti: è tutta da dimostrare. Una cosa però è certa: l'accordo sindacale siglato ieri in Atac renderà assai più difficile viaggiare senza biglietto su bus, metro e ferrovie concesse. Il piano anti-evasione che entrerà a regime a fine anno prevede infatti che almeno una volta alla settimana i 150 quadri e dirigenti dell'azienda più indebitata del Campidoglio dovranno lasciare i loro begli uffici con aria condizionata, salire su uno dei mezzi pubblici che ogni giorno fanno su e giù per Roma e vestire i panni del controllore.
Portando così a 330, dai 70 attuali, il numero dei "verificatori dei titoli di viaggio" che saranno tutti dotati di palmari con possibilità di far pagare le sanzioni all'istante mediante carta di credito: 160 daranno la caccia ai "portoghesi" fulltime (grazie anche alla riconversione degli amministrativi in esubero), gli altri si limiteranno a semplici "attività spot" secondo una "logica di task force", spiega l'Atac a proposito dei quadri e dei dirigenti in funzione ispettiva a giorni alterni. I quali saranno pure obbligati a frequentare uno specifico corso di formazione (la comunicazione dell'ad Danilo Broggi è già stata spedita) che gli regalerà il titolo di "agenti di polizia amministrativa": significa che potranno persino fare le multe.
L'unica consolazione, per i colletti bianchi, è che non dovranno necessariamente indossare divisa e berretto d'ordinanza: "Al fine di assicurare la massima efficacia degli interventi, è anche prevista la possibilità di impiego di personale in borghese", precisa infatti l'azienda in una nota. Specificando che sarà sempre più frequente "la possibilità di dare avvio alle attività fuori fermata": in buona sostanza i controllori potranno salire "al volo", magari ai semafori o agli incroci, impedendo così ai furbetti di scendere ed eludere i controlli.
In Atac non tutti però l'hanno presa bene. Certo non gli 80 tra quadri e amministrativi che, con l'avvio dello stato di crisi dichiarato a febbraio, l'azienda ha inserito tra gli esuberi: tutti hanno già ricevuto una comunicazione del direttore del personale in cui si spiega che saranno chiamati a breve "per un colloquio gestionale in esito al quale, se non si darà seguito, si procederà secondo l'accordo sindacale del 27 giugno c. a.". Tradotto: chi non accetterà di essere retrocesso, di passare cioè dalla scrivania alla strada, trasformandosi da travet a controllore, verrà messo in mobilità e poi licenziato.
Un elenco lungo in cui, accanto a tanti impiegati di lungo corso, compaiono pure diversi imbarcati di Parentopoli. E così, qualora accettassero l'offerta dell'azienda, a controllare i biglietti su bus e metro si potranno presto incontrare Barbara Pesimena, moglie dell'ex assessore alemanniano all'Ambiente Marco Visconti, e Loredana Auditori, già segretaria dell'ex assessore ai Trasporti Sergio Marchi; Giorgio Marinelli, figlio dell'ex caposcorta di Alemanno, e il sindacalista di provata fede missina Roberto Proia; Nicola Valeriani, genero dell'altro ras pidiellino Vincenzo Aracri, ed Ettore Tirrò, ex consigliere pdl a Guidonia e figlio dell'ex vicepresidente di Risorse per Roma.
Esulta il sindaco
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