Proprio mentre l’ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov sostiene che il virus dell’egemonismo statunitense nel mondo è assai più pericoloso dell’Ebola il governo cubano annunciava ieri che le autorità sanitarie del paese si accingono ad inviare nei paesi dell’Africa Occidentale, colpiti da una epidemia che ha causato già migliaia di morti (3100 secondo le stime più recenti), altri 461 medici e operatori sanitari.
Un nuovo e più consistente contingente sanitario che si aggiungerà presto ai 165 già arrivati nell’Africa Occidentale o in procinto di partire per aiutare le autorità dei paesi colpiti contro l’Ebola. Ad ottobre partirà un primo contingente verso la Sierra Leone, e poi altri centinaia di medici e infermieri verranno inviati in Liberia e Guinea dopo aver ricevuto una formazione speciale nelle tecniche di contrasto al virus dell'Ebola e di biosicurezza da esperti dell'Organizzazioni Panamericana per la Salute e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Un nuovo e più consistente contingente sanitario che si aggiungerà presto ai 165 già arrivati nell’Africa Occidentale o in procinto di partire per aiutare le autorità dei paesi colpiti contro l’Ebola. Ad ottobre partirà un primo contingente verso la Sierra Leone, e poi altri centinaia di medici e infermieri verranno inviati in Liberia e Guinea dopo aver ricevuto una formazione speciale nelle tecniche di contrasto al virus dell'Ebola e di biosicurezza da esperti dell'Organizzazioni Panamericana per la Salute e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Alcune settimane fa invece Barack Obama aveva citato l’Ebola come uno dei principali nemici della sicurezza degli Stati Uniti e del mondo intero ma, invece di decidere l’invio di finanziamenti e sostegno sanitario ai paesi colpiti dall’epidemia, aveva annunciato l’invio di 3000 militari.
Non sono stati pochi quelli che hanno colto la differenza tra l’impegno della piccola Cuba e quello del gigante statunitense.
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