Nuovo filone dell'indagine della Procura di Roma su rimborsi non dovuti. Gli inquirenti hanno disposto una serie di perquisizioni da parte dei carabinieri in alcuni uffici della Regione Lazio, nella sede dell'ospedale Israelitico, di cui l'ex numero uno dell'Istituto di previdenza è direttore generale, e in uffici di Asl.
Il nome di Mastrapasqua era emerso già gennaio per una indagine risalente al 2009, quando un controllo dell’Asl Roma D su alcune prestazioni dell’Ospedale Israelitico di Roma, portò alla luce diverse incongruenze. Si trattava in particolare di alcune fatture per semplici interventi odontoiatrici per cui però venivano richiesti alla Regione Lazio rimborsi da intervento con ricovero, più onerosi, e questo nonostante la struttura non avesse quel tipo di accreditamento. Dai controlli successivi emerse che tra il 2006 e il 2009 questo accadeva nella stragrande maggioranza dei casi verificati, il 94% delle cartelle cliniche.
La Regione governata da Nicola Zingaretti perciò aveva sospeso il pagamento di 15,5 milioni di euro in fatture all’Ospedale Israelitico, ma soprattutto aveva ‘congelato’ i due protocolli d’intesa che la vecchia amministrazione, in cui Renata Polverini era governatrice e commissario alla Sanità, stipulò con la struttura sanitaria nel 2011 e nel 2012 per intervenire nel groviglio amministrativo che si era venuto a creare tra esiti dei controlli, obiezioni e ricorsi al Tar. In quel caso gli inquirenti romani avevano individuato un presunto “ingiusto vantaggio” di circa 71 milioni di euro, per un totale di circa 85 milioni di euro contando anche le presunte fatture “gonfiate”. Mastrapasqua aveva depositato due memorie difensive in cui aveva chiarito la propria posizione. Nel mirino dei carabinieri all’epoca era finita anche un’altra pista: quella secondo cui parte di quel credito “non esigibile” sarebbe stato ceduto all’Inps per sanare i conti dell’Ospedale Israelitico.
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