Il leader radicale: "La protesta è sempre in dialettica al potere al quale la nonviolenza propone proposte". Poi rilancia su indulto e amnistia.
Due tumori, ma non rinuncia alle sue proteste non violente, quelle che porta avanti da una vita. A parlare della sua malattia è il leader dei Radicali, Marco Pannella: “Ho questo tumore al polmone destro, in alto. Anche al fegato – dice a Radio Radicale – Non mi dolgo di come il caso mi ha trattato e mi tratta. Intendo passare allo sciopero della sete. È sempre in dialettica al potere al quale la nonviolenza propone proposte”. “Me ne occupo ma non me ne preoccupo” aveva detto qualche giorno fa alla stessa Radio Radicale. A aprile, invece, fu operato d’urgenza e passò alcuni giorni in terapia intensiva, un episodio dopo il quale fu chiamato anche da Papa Francesco.Una situazione difficile, insomma, che però non gli impedisce di polemizzare a distanza con coloro che su facebook lo hanno criticato per una foto in cui si vede mangiare un piatto di spaghetti dopo la prima seduta di radioterapia, la scorsa settimana. “Al di qua della foto – dice - da parte di persone non solo compagni viene fuori il fatto che sarebbero 285mila coloro che sono entrati o raggiunti da quella pagina su Fb; tra questi c’è una piccola parte di dritti che dicono, ‘ah mangi la pastasciutta e dici che fai gli scioperi…’. Dico a costoro, ai dritti, le cose che ho fatto prima di quell’ora, con i gestori di quel ristorante di via della Panetteria, ho detto: preparatemi un piattone di spaghetti, erano giorni che cercavano di indurmi a prendere qualcosa. Ho detto: la faccio se avete i cellulari per riprendere. Poi l’abbiamo mandata e messa in rete”.
“La radioterapia, che sarebbe stata fatta dinanzi a un nodulo, un sospetto di tumore, nel polmone destro, si segnalava che c’era un’altra cosa sospetta al fegato, avevano detto che dovevo fare un mese. Io ho detto no. Nei 5 giorni ho fatto ogni sera le sedute di radioterapia e quello che viene fuori che io come è noto fumavo 100 sigarette Celtic al giorno e non fumavo Gitanes e Gauloises perché leggere. I medici dicevano quando avevo 23 anni che mi sarei ammalato. Bah. No. Adesso dopo 64 anni di 100 Celtics, toscanelli ecc. viene fuori che ho degli inizi di tumore, alla mia età quando si sa che non è fulminante come ritmo. Se qualcuno vuole sono disposto a fare dibattito a partire da dati scientifici. Io per 65 anni non ho avuto segnali di tumore grazie al fatto che non ho smesso un giorno. Potrebbe essere utile leggere Ulisse Franciosa, su digiuno, autofagia e longevità. Adesso mi trovo a dovere domani passare a una seconda sul fegato. Mi hanno proposto di fare tutto in una settimana. Può dare stanchezza. Tranne avanti ieri sera, continuo il Satyagraha, mi sono preso due caffè, non cappuccini, sono andato a prendere delle ciliegie. Sono andato a Campo dei fiori mi sono accorto che faticavo a camminare, ho la conoscenza del mio corpo. La tentazione era di sedermi. Il respiro era normale. I medici erano stupiti. Da domani passiamo al fegato. È previsto per giovedì una andata al Pio XI, dovrò restare a dormire. Per ulteriori indagini. Per prudenza”. “Persiste qualcosa che a livello di tutte le analisi, un fastidio che mi preoccupa. Nessuno sa dirmi che cosa è questo fastidio nella zona dei reni. Costante. Per il resto queste cose a 85 anni dopo 64 anni di fumo, c’è un’alta percentuale di tumori. C’è un rapporto secondo alcuni, alcuni anche scienziati – ha concluso – per cui a Pannella questa cosa è venuta fuori solo ora, grazie alle dosi che ha fumato”.
Poi il leader radicale parla anche di politica: Renzi, spiega “ha bisogno del nostro aiuto. Quel signore ha un bisogno delle nostre proposte. Ancora ieri il suo ministro di Giustizia continuava a dimostrare che quelle condanne che vengono fatte ultimative da due decenni del governo italiano in tema di giustizia, questo presidente del Consiglio che vediamo a tutte le ore, in rete, dovunque, anche se fai la pupù, non c’è nemmeno un senso di pudore. Io da ragazzo non vedevo Mussolini con la quantità e presenza del nostro presidente del Consiglio. Quello – osserva – aveva solo 20mila radioline. La gente che aveva i soldi per ascoltarla erano sì e no decine di migliaia di persone. Tutte le peggiori cose di cui siamo imputati e lui sceglie di essere questo. Niente amnistia, niente indulto”.
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