martedì 26 agosto 2014

Tagli ai permessi sindacali, nessun risparmio per lo Stato

CONTROLACRISI
“Non c'è nessun risparmio. Anzi, c'è un aumento della spesa pubblica perché, a parte per la scuola, per tutti gli altri lavoratori c'è anche il salario accessorio che prima era a carico dei sindacati”. A dirlo è Rossana Dettori, segretario generale della Funzione pubblica Cgil, parlando ai microfoni di RadioArticolo1 della ormai famosa circolare sui distacchi sindacali che fissa al 1 settembre il rientro nei luoghi di lavoro di 1.500 sindacalisti. “Stupisce il fatto che oggi ne parlino tutti i giornali e i telegiornali – aggiunge Dettori – la notizia era nota dallo scorso 13 giugno. E' una circolare dovuta, perché il ministero ha l'obbligo di comunicare alle amministrazioni le modalità con cui i lavoratori che erano in distacco tornano sul luogo di lavoro”. 


Nessuna novità, dunque, ma restano in piedi le critiche all'operato del governo su questo fronte. “C'è la volontà di Renzi – osserva l'esponente della Fp – di attaccare il sindacato e la Confindustria, in generale i corpi intermedi. Da questa riduzione dei distacchi non c'è risparmio e non c'è novità, e siccome bisogna attaccare i sindacati, non c'è stata discussione. Noi pensiamo che sia sbagliato – aggiunge – perché quei distacchi non ci erano stati regalati, erano all'interno della contrattazione. Se poi non è stata ridotta l'agibilità delle Rsu, non è stata una benevolenza di questo governo, c'è una legge che impediva di farlo”. 

Cosa comporterà dal punto di vista pratico la riduzione dei distacchi? “Maggiore fatica per chi resta, ma ci rimboccheremo le maniche. Lavoravamo dieci ore al giorno, ne lavoreremo dodici, ma questo attacco non ridurrà le nostre proposte, anche se faticheremo un po' di più”. Quanto alla riforma della Pa, “non l'abbiamo vista”, aggiunge la dirigente della Fp. “Non solo nel dl 90, neppure nel disegno di legge c'è qualcosa di innovativo. Da un escutivo di 'centrosinistra' ci aspettavamo che si pensasse ai cittadini, non è stato così. Siamo in perfetta continuità con i governi precedenti. La Pa non si parla e continuerà a non parlarsi, c'è un sistema di informatizzazione che non funziona, non sono cambiate le liste di attesa in sanità o le graduatorie degli asili nido”. 

Come se non bastasse, torna il fantasma del blocco della contrattazione. “Il sottosegretario Baretta dice che non se ne parla, però non parla nemmeno del rinnovo, sia chiaro che gli 80 euro non possono essere sostitutivi. Brunetta ha iniziato l'era del blocco, continuata poi con Monti e ora con questo governo dal quale mi aspettavo una riduzione delle disuguaglianze, non un aumento. Su questo – conclude – metteremo in campo iniziative non escludendo nulla, perché si ripristini il diritto in questo paese”. (mm) 

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