sabato 2 agosto 2014

Strage di Bologna, la schizofrenia del potere: ricerca dei mandanti o semplice anelito di verità?


 fabio sebastiani
Sono passati 34 anni dal 2 agosto 1980, quando l'esplosione di una bomba causò la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200 alla stazione di Bologna. E dopo 34 anni tutto sembra impantanato nelle sfumature e nelle compatibilità. Nessuno va più a Bologna nemmeno per le commemorazioni. 
Il presidente Napolitano e la seconda carica della Repubblica italiana, il presidente della Camera,Laura Boldrini, hanno preferito affidare il loro pensiero a un messaggio. Solita liturgia, solito dolore, solita frustrazione. E meno male che era stato lo stesso Renzi a promettere la desecretazione! Se c’è secretazione vuol dire che molto va ancora scoperto.

E su questo, sembra di capire, Boldrini e Napolitano, hanno idee abbastanza divergenti. Il che non conforta, per niente. Napolitano, ancora sostenendo la teoria degli opposti estremismi parla di “anelito di verità” (sic!) e di “stagione di intolleranza e di violenze che non puo' essere dimenticata”. Di cosa parliamo? Se Mambro e Fioravanti sono stati condannati allora è tutto chiaro, no? Se la bomba alla stazione di Bologna è interna allo scontro tra destra e sinistra negli anni settanta allora non c’è da scomodarsi con ulteriori approfondimenti. E allora perché desecretare come sembra voglia fare Renzi? E perché Boldrini, al contrario, parla di impegno per la "massima trasparenza" perche' siano "compiuti quei passi decisivi che ancora ci separano dalla verita' sui mandanti e gli ispiratori delle stragi"? Più esplicito ed efficace, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime. "Bisognera' cominciare a mettere mano all'interno degli apparati dello Stato, perche' chi ha coperto fino ad ora queste trame venga allontanato e si faccia in modo che ci sia una pulizia notevole da questo punto di vista", ha detto all'apertura della commemorazione. Bolognesi ha legato il suo monito all'operazione, voluta dal Governo, di desecretazione di molti atti legati a varie stragi degli ultimi decenni, in modo da "evitare che sia un'operazione importante ma fatta a meta'". Quella voluta dal premier, ha spiegato, e' una scelta che porta con se' "la speranza per andare oltre a cio' a cui sono arrivate le sentenze fino a oggi".  Paolo Ferrero, segretario del Prc, parla di vicinanza alle famiglie e ai parenti delle vittime "nella loro ricerca di verità. Il governo elimini completamente e definitivamente il segreto di Stato: si faccia piena luce su mandanti e depistatori". 

La declassificazione è giunta con una direttiva del 22 aprile 2014: i fascicoli dell'inchiesta non sono più coperti dal segreto di Stato e sono perciò liberamente consultabili. Ma la storia dell'attentato, dei molteplici processi, dei depistaggi è ancora avvolta da molti misteri. Furono condannati solo per l'esecuzione materiale, in via definitiva nel 1995, i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti.

Nel corso della commemorazione, appena il sindaco Virginio Merola e' salito sul palco della stazione di Bologna il gruppo di manifestanti 'pro Gaza' composto da collettivi autonomi, centri sociali e sindacato di base sono partiti alcuni fischi e il coro "vergogna, vergogna". Voltando anche simbolicamente le spalle al palco e alla piazza il gruppo ha quindi formato un nuovo corteo e ha lasciato il piazzale della stazione dirigendosi verso il ponte di via Matteotti. Davanti ai manifestanti, un centinaio, lo striscione "da Bologna a Gaza no alle stragi di stato".

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