...Nel XXI secolo la scienza combatte ancora una terribile battaglia con i suoi due nemici storici, le religioni e le magie. Il problema è che se dal secolo dei lumi in poi sembrava aver vinto, sta oggi dando preoccupanti segnali di sconfitta che vengono irresponsabilmente cavalcati da politicanti, leader estremisti e purtroppo media o compiacenti o profondamente ignoranti del fatto che are una notizia vuole anche dire spiegare che è una bufala, indipendentemente da quanti clic consente...
Nel tempo ho maturato la convinzione che fare ricerca sia essenziale non solo per me, ma soprattutto per le persone con le quali interloquisco. Se faccio ricerca posso trasferire agli studenti le informazioni più aggiornate e stimolarli a riflettere sui risultati pubblicati. Se faccio ricerca, magari dentro le organizzazioni, vista la peculiarità di quello di cui mi occupo, posso aiutare i manager a scegliere meglio e quindi a fare meglio il loro lavoro. Infine, se faccio ricerca, quando scrivo qualcosa qui o altrove, posso trasferire ad altri delle informazioni che sono state selezionate, vagliate e sottoposte a numerose verifiche.
In questo consiste, a mio parere, la parte più nobile e importante del ruolo di chi fa il professore all'università e in generale si occupa di ricerca dentro le logiche del metodo scientifico. Beninteso, proprio perché mi sono confrontato con la ricerca per più di vent'anni, ogni volta che scrivo qualcosa so benissimo di non possedere tutta la verità. Non è un caso, infatti, che chi fa ricerca nei propri articoli, dopo aver portato elementi che corroborano un'idea, dedica una parte finale a discutere dei limiti e della necessità di ulteriori ricerche per capire meglio. In quanto tale, la ricerca ha la modestia di riconoscere nella sua pratica e nella sua divulgazione che il suo compito sta nello spostare in modo di solito incrementale in là la frontiera di quello che sappiamo, nella consapevolezza che non conosciamo mai la Verità. Per questa ragione, nella scienza si combattono epiche battaglie tra interpretazioni diverse degli stessi dati e possono servire molti anni prima che una teoria venga accettata e legittimata appieno. Un esempio recente è il tempo intercorso prima che si potesse trovare la cosiddetta particella di Dio, il bosone di Higgs.
Contrariamente alla vulgata popolare e ad un certo compiaciuto modo di rappresentarli di una stampa spesso non all'altezza, almeno in Italia, i ricercatori e gli scienziati sono in primo luogo persone consapevoli dei loro limiti e dei limiti di quello che sanno, pur sapendo di solito molto di più di tutti gli altri.
Ciò non significa che scambino teorie e ricerche per opinioni. Infatti, le opinioni sono una cosa, i risultati delle ricerche per quanto limitati un'altra. Soprattutto, uno scienziato non può mai sbilanciarsi su un'opinione, mentre combatterà con forza quando un'opinione viene agitata per contrapporsi ad una teoria o ad un risultato empirico.
In sostanza, il grande vantaggio della scienza è che è edificata giorno dopo giorno da tante formiche consapevoli della loro razionalità limitata. Infatti, il modo migliore per capire che uno scienziato non lo è (o che è simpaticamente sbroccato dopo esserlo stato a lungo come accade ad alcuni 'grandi' filosofi italiani contemporanei...) è quando inizia a proclamare verità assolute con inusitata facilità, di solito a beneficio dei media. Per questa ragione, la scienza è lo strumento più importante per lo sviluppo di una società, perché rappresenta l'argine verso due derive, entrambe pericolosissime. La prima deriva è quella delle verità assolute che sono alimentate da un'interpretazione restrittiva delle religioni, anche se più passa il tempo più tendo a condividere la versione estrema di Richard Dawkins che non sia un problema di interpretazione, ma di natura stessa delle religioni. Chiaramente il pensiero va alla follia della guerra legata alla religione che insanguina in queste ore l'Iraq, ma esistono guerre ideologiche più sotterranee e meno violente in atto ovunque. Ad esempio, non possiamo negare una posizione ancora ambigua di molte religioni rispetto alla questione della teoria dell'evoluzione della specie, combattuta con argomentazioni risibili che vengono ripetute ad eco e grancassa sebbene siano state chiaramente falsificate, senza alcuna ombra di dubbio. Infatti, va ricordato che sebbene una teoria non possa spiegare tutto, questo solo fatto non ne giustifica l'allineamento ad una pseudo-teoria che non spiega nulla come il cosiddetto disegno intelligente (il nome 'moderno' di quella panzana del creazionismo). Qui posso quindi collegare la seconda deriva che è quella delle teorie immondizia che proliferano sul web un po' su tutto, dalla alimentazione, alla ricerca farmaceutica per arrivare ai microchip nelle persone e alle scie chimiche.
La seconda deriva è quella che invece che brandire una verità assoluta, derubrica qualsiasi sapere ad un'opinione e si alimenta dell'ignoranza per legittimarsi e diffondersi. Se in passato si diceva 'è vero, lo ho sentito alla TV', oggi si dice 'è vero lo ho letto sul web'.
In sostanza nel XXI secolo la scienza combatte ancora una terribile battaglia con i suoi due nemici storici, le religioni e le magie. Il problema è che se dal secolo dei lumi in poi sembrava aver vinto, sta oggi dando preoccupanti segnali di sconfitta che vengono irresponsabilmente cavalcati da politicanti, leader estremisti e purtroppo media o compiacenti o profondamente ignoranti del fatto che are una notizia vuole anche dire spiegare che è una bufala, indipendentemente da quanti clic consente...
E che la guerra volga verso la sconfitta lo dimostrano vicende inquietanti come quella di Vannoni, ma anche semplici battute come quella sulla Regina di Inghilterra che chiede agli economisti perché non hanno previsto la crisi.
La risposta è semplice. Le previsioni sono esclusiva di fattucchiere e profeti, gli scienziati elaborano ipotesi e teorie consapevoli dei loro limiti, ma se nessuno gli ascolta non ci possono salvare dalla nostra stessa stupidità.
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