Nelle scorse ore Tel Aviv aveva annunciato il ritiro delle truppe di terra. "O rientro totale oppure non ci sarà cessate il fuoco", ha fatto sapere Hamas. Colpita scuola gestita dall'Onu a Rafah. Intanto delegati del Movimento di resistenza islamico sono arrivati a il Cairo per partecipare ai colloqui.
Nuovi raid nella Striscia di Gaza: 35 finora i morti, secondo fonti palestinesi. Dieci palestinesi sono rimasti uccisi stamane a Rafah, nelle immediate vicinanze di una scuola dell’Unrwa, l’agenzia Onu che opera nei Territori. Secondo testimoni un drone israeliano ha attaccato due presunti miliziani in sella a una motocicletta in transito, ma diverse altre persone sono state investite dalla esplosione. Sono oltre 1.730 i palestinesi che hanno perso la vita dall’inizio del conflitto, per la maggior parte civili. Sessantasette le vittime israeliane, tra cui tre civili. Oltre 3.112 i razzi lanciati contro Israele dall’8 luglio scorso, 84 nella giornata di ieri. Intanto l’esercito israeliano ha annunciato la morte del sottoluogotenente Hadar Goldin, dato per disperso nei combattimenti. Non si è però voluto però comunicare se il corpo del soldato, 23 anni, sia stato o meno ritrovato.Nelle scorse ore Israele aveva avviato il ritiro delle truppe di terra. Notizia poi confermata da un portavoce militare. Nella serata di sabato 2 agosto Benyamin Netanyahu è intervenuto per assicurare alla nazione che “l’esercito continuerà ad agire a tutta forza” a Gaza “fino al completamento della sua missione”. E che quelle stesse forze “saranno dislocate secondo le esigenze di sicurezza”. Il premier non ha confermato – ma neppure smentito – le indiscrezioni di stampa secondo cui Israele avrebbe scelto di non trattare più un cessate il fuoco con Hamas, ma penserebbe ad un ritiro unilaterale dalla Striscia, una volta ripristinata la “deterrenza” nei confronti della fazione islamica. Una strategia – se questa sarà – in qualche modo avvalorata dal fatto che l’esercito si appresta a distruggere, come hanno rivelato fonti militari, entro 24 ore gli ultimi tunnel “conosciuti”. Una decisione che però non ha cambiato la posizione di Hamas: “Nessun cessate il fuoco sarà possibile fino a un completo ritiro delle forza di terra israeliane”. E’ il messaggio – ripreso da media locali – del leader politico in esilio di Hamas, Khaled Meshaal. Meshal ribalta poi su Israele l’accusa d’aver violato l’effimera ‘tregua umanitaria’ di venerdì. “Una tregua è una tregua, mentre il mantenimento della presenza a Gaza di forze israeliane che distruggono i tunnel è un’aggressione”, afferma.
Intanto parte della delegazione di Hamas invitata in Egitto per colloqui su un cessate il fuoco a Gaza sulla base dell’iniziativa egiziana è arrivata al Cairo ieri sera: lo confermano fonti aeroportuali precisando che il gruppo era guidato da Ezzat Al-Rasheq e proveniva da Doha, in Qatar. “Leader” del movimento in partenza dalla Striscia di Gaza non sono ancora potuti partire, precisano le fonti, a causa del “deterioramento della situazione” nella zona del valico di Rafah, in una zona bersaglio nelle ultime ore di nuovi raid israeliani. Sempre ieri era giunta la parte della delegazione palestinese indicata dall’Anp. Israele, da parte sua, ha scelto di non inviare delegazioni al Cairo e di non trattare più per un cessate il fuoco con Hamas.
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