sabato 23 agosto 2014

Api in declino, a rischio anche la sicurezza alimentare.


<p>(Xinhua)</p>

Allevate o selvatiche, le popolazioni di api stanno subendo gravi perdite in Europa e negli Stati Uniti, ma anche in Giappone, Taiwan, Brasile e in Africa. Una vera e propria "crisi degli impollinatori" che mette a rischio la sicurezza alimentare perché può causare diminuzioni delle rese e della qualità delle colture. Secondo le stime della Fao, delle 100 specie di colture che forniscono il 90% di prodotti alimentari in tutto il mondo, 71 sono impollinate dalle api. 

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Insomma, senza api e senza impollinatori dovremmo fare a meno di caffè, fragole, pomodori, frutti di bosco, pesche, ma anche del cotone.
Tra il 1985 e il 2005 le api allevate in Europa sono diminuite del 25%. Peggio negli Stati Uniti dove le morie di api, nell'inverno 2013-2014, hanno superato la percentuale del 40%. Insieme alle api, stanno registrando un declino impressionante anche altri insetti impollinatori: bombi, farfalle e falene. L'uomo, con le sue pratiche agronomiche ad alto impatto ambientale e l'uso diffuso di insetticidi, rappresenta la prima minaccia per la sopravvivenza degli impollinatori e per l'equilibro degli ecosistemi. In particolare, risultano altamente nocivi o letali gli insetticidi oggi più utilizzati al mondo su quasi tutte le colture: i neonicotinoidi.

Sul banco degli imputati, quindi, l'agricoltura industriale fortemente dipendente dalla chimica con un uso crescente di fertilizzanti, diserbanti e insetticidi e la perdita di habitat naturali. Per correre ai ripari è necessario invertire la rotta e puntare su un altro modello di agricoltura. Nel rapporto "A come Ape. Un'agricoltura senza pesticidi è possibile", Greenpeace stila una lista di suggerimenti per scongiurare il declino delle api.
In primo luogo, secondo l'associazione ambientalista, per proteggere le api e gli impollinatori è indispensabile una progressiva eliminazione dell'uso dei pesticidi di sintesi (diserbanti, insetticidi e fungicidi) tramite l'implementazione dell'agricoltura ecologica: oltre ai pesticidi, che uccidono e danneggiano le api, l'uso di erbicidi diminuisce le risorse floreali disponibili per le api nei campi e ai loro margini.
Preservare gli habitat naturali e semi-naturali all'interno delle aree agricole (e non solo) è essenziale per sostenere la biodiversità e la fauna selvatica, api comprese. Aumentare la presenza degli habitat semi-naturali nelle aziende agricole è fondamentale: si stima che per ogni aumento del 10% di habitat di alta qualità per le api, l'abbondanza e la ricchezza delle specie può aumentare in media del 37%.
Margini erbosi dei campi, terreni a maggese, pascoli seminaturali, siepi e aree boschive sono tutti habitat importanti per le api. Si dovrebbe inoltre promuovere l'uso di miscele di fiori autoctoni e di leguminose, in grado di fornire risorse di polline e nettare per le api.

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