venerdì 18 luglio 2014

Rodotà: una sinistra fuori dagli schemi è necessaria


| Fonte: Il Manifesto | Autore: Roberto Ciccarelli

Lista Tsipras. Il giurista si prende la scena alla conferenza stampa con Tsipras: «Per non disperdere le energie serve una nuova cultura politica». «Questa lista è un patrimonio da non disperdere e non può essere intrappolata nelle vecchie logiche. Oggi c’è tutto un mondo da valorizzare». Tra le proposte: apertura generazionale e una legge di iniziativa popolare anti-austerità

«Se servo, alla mia vene­ra­bile età, ci sarò». Sala delle ban­diere nella rap­pre­sen­tanza del par­la­mento euro­peo a Roma. Con­fe­renza stampa di pre­sen­ta­zione del tour romano del lea­der di Syriza Ale­xis Tsi­pras con le euro­de­pu­tate dell’«Altra Europa» Bar­bara Spi­nelli e Eleo­nora Forenza. Ste­fano Rodotà ieri si è preso la scena e ha pas­sato al setac­cio la non invi­dia­bile situa­zione della sini­stra ita­liana dopo le euro­pee di mag­gio. «Avverto il rischio che le ener­gie accu­mu­late dalla lista Tsi­pras fini­scano intrap­po­late nelle vec­chie logi­che della sini­stra – ha detto Rodotà – Non dev’essere così, que­ste ener­gie devono essere recu­pe­rate e valorizzate».
I non detti, gli imba­razzi, la melina che, per il momento, hanno tra­sfor­mato gli incon­tri della lista in una rifles­sione meto­do­lo­gica sull’organizzazione, invece che sulle pra­ti­che poli­ti­che, sono stati spaz­zati via dal giu­ri­sta: «Dico cose dirette che non sem­pre ven­gono apprez­zate – ha pre­ci­sato Rodotà – ho il timore che, una volta in più, l’unità a sini­stra diventi un discorso sulle quote da dare a Sel o a Rifon­da­zione, ma se sce­gliamo que­sta strada non andremo verso l’unità ma verso la ripro­po­si­zione di vec­chi con­flitti. Biso­gna invece ricreare le con­di­zioni di una nuova cul­tura poli­tica per sba­ra­gliare que­sto tipo di impostazione».
Per un sog­getto che, in que­ste ore, sta discu­tendo se essere un par­tito, una fede­ra­zione oppure un coor­di­na­mento leg­gero tra reti e cam­pa­gne, Rodotà vede due strade: quella gene­ra­zio­nale e un’iniziativa poli­tica che fac­cia rien­trare in gioco la sini­stra. «La cam­pa­gna elet­to­rale per le euro­pee ha attratto infi­nite per­sone gio­vani che non hanno visto in Tsi­pras il cava­liere bianco, ma il sim­bolo dell’esperienza di Syriza che ha svi­lup­pato una cul­tura poli­tica che poi è diven­tata un dato sociale. In Ita­lia, noi siamo solo all’inizio. Que­sta lista è un patri­mo­nio che non può essere disperso».
Sul «che fare», Rodotà ha pro­po­sto una legge di ini­zia­tiva popo­lare per modi­fi­care l’articolo 81 della Costi­tu­zione che san­ci­sce il vin­colo di bilan­cio. Una pro­po­sta che sta facendo discu­tere la sini­stra, insieme a quella inau­gu­rata dalla rac­colta firme per i quat­tro que­siti del refe­ren­dum «Stop auste­rità, sì alla cre­scita» che durerà fino alla fine di set­tem­bre. Sono in molti a pen­sare che que­sti stru­menti, diversi per moda­lità e fina­lità, pos­sano essere affian­cati e pro­ce­dere paral­le­la­mente. Rodotà pro­pone alla lista Tsi­pras la prima e dice di volerla agire in prima persona.
Insieme ad una mani­fe­sta­zione autun­nale con­tro l’austerity, nell’agenda espo­sta da Spi­nelli e da Forenza il Gue, il gruppo della sini­stra euro­pea a cui ha affe­rito la lista Tsi­pras, farà da sponda alla cam­pa­gna nazio­nale e inter­na­zio­nale con­tro il Trat­tato tran­sa­tlan­tico sul com­mer­cio e gli inve­sti­menti (Ttip). Si comin­cerà dal seme­stre ita­liano alla guida del Con­si­glio euro­peo: «Non ci sono infor­ma­zioni sul con­te­nuto delle trat­ta­tive segrete tra Ue e Usa – ha detto Rodotà – Ma que­sto trat­tato com­porta gravi rischi, tra cui la pri­va­tiz­za­zione delle riso­lu­zioni delle con­tro­ver­sie tra stati e mer­cati. Saranno i grandi inve­sti­tori a por­tare in tri­bu­nale gli stati facendo sal­tare i diritti costi­tu­zio­nali e quelli sociali».
L’altro tema che la sini­stra vuole met­tere al cen­tro del seme­stre euro­peo in corso è l’immigrazione. Su que­sto verrà pre­sto lan­ciata una peti­zione per l’apertura di cor­ri­doi uma­ni­tari nel Medi­ter­ra­neo. «Il Con­si­glio euro­peo, e il mini­stro tede­sco delle finanze Schäu­ble non solo hanno con­fer­mato che le poli­ti­che dell’austerità con­ti­nue­ranno, ma verrà ina­sprito anche Fron­tex – ha detto Eleo­nora Forenza – Al di là delle reto­ri­che di Renzi sulla gene­ra­zione Tele­maco, che resta la più pre­ca­ria d’Europa, il lavoro del Gue nella nuova legi­sla­tura sarà quello di rimet­tere in discus­sione i trat­tati e pro­muo­vere un «New Deal» euro­peo fatto di inve­sti­menti pub­blici per rilan­ciare l’occupazione».
«L’immondo bal­letto sulle pol­trone in Europa» ha con­fer­mato in Bar­bara Spi­nelli la con­vin­zione che il mes­sag­gio delle ele­zioni non sia giunto alle tec­no­cra­zie e ai governi. «Anzi – ha detto la gior­na­li­sta – hanno raf­for­zato le poli­ti­che di lar­ghis­sime intese: oltre ai popo­lari e ai socia­li­sti, oggi ci sono anche i libe­rali. Insieme vogliono con­ti­nuare le poli­ti­che di auste­rità che hanno pro­vo­cato la crisi. Stiamo assi­stendo ad uno svuo­ta­mento della demo­cra­zia sia dal punto di vista for­male che da quello mate­riale. In que­ste ore Renzi si sta bat­tendo per la pol­trona da mini­stro degli esteri, ma la can­di­data Moghe­rini non ha detto nulla sulla sua idea di poli­tica estera. È un gioco delle parti dove le mino­ranze con­ti­nue­ranno ad avere uno spa­zio ridotto di azione».
È il ritratto di un’Europa ampu­tata dei diritti e della demo­cra­zia. L’Italia ren­ziana ne ha incor­po­rato più di altri lo spi­rito da quando ha deciso di «stra­vol­gere la Costi­tu­zione e di appro­vare una legge elet­to­rale liber­ti­cida» ha detto Tsipras.

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