A Palazzo Chigi Berlusconi ha promesso fedeltà all'intesa del Nazareno: Italicum in discussione prima della sospensione estiva dei lavori, Senato elettivo di secondo grado. Il leader 5 Stelle attacca: "Il premier col pregiudicato, noi ancora in attesa di sapere l'orario in cui saremo ricevuti".
Il patto del Nazareno regge: l’Italicum sarà incardinato al Senato prima dell’estate, mentre il Senato sarà composto da membri scelti con l’elezione di secondo grado. Per le preferenze, certo, c’è ancora speranza, almeno a sentire il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. Ma lo spazio di manovra per il Movimento Cinque Stelle – che si era offerto quasi in zona Cesarini per avviare un dialogo – rischia di essere ora sempre più stretto. “E’ pazzesco” che l’intesa con Berlusconi regga, dice Beppe Grillo. E mentre il presidente del Consiglio Matteo Renzi vede l’ex Cavaliere per la terza volta dopo condanna, interdizione e decadenza da senatore, i grillini – protesta il leader dei Cinque Stelle - sono ancora lì che aspettano l’indicazione di un’ora alla quale essere ricevuti dal Pd. Poi l’ora è arrivata: lunedì prossimo, 7 luglio. Ma il senso della giornata di oggi non cambia.In mattinata Renzi ha ricevuto Berlusconi nel suo appartamento di Palazzo Chigi. L’incontro è durato due ore: con i due leader i protagonisti di tutto il percorso avviato a gennaio, cioè Guerini da una parte e Gianni Letta e Denis Verdini dall’altra. Dalla sede della presidenza del Consiglio sono usciti tutti contenti. ”E’ stato confermato l’impianto dell’intesa raggiunta nei mesi scorsi. L’accordo regge – ha detto Guerini – E’ stato un incontro molto positivo nel quale si è confermato il percorso detto in passato. Continuiamo a tenere il confronto aperto con tutte le forze politiche e oggi abbiamo approfondito con Forza Italia perché abbiamo l’obiettivo di realizzare le riforme”. Dalle parti di Forza Italia non parla nessuno ufficialmente, ma le agenzie di stampa descrivono un Berlusconi quasi raggiante perché durante l’incontro ha avuto la rassicurazione che l’Italicum resterà invariato. Per dirla ancora più precisamente: il tagliando di oggi al patto di Nazareno conferma che le riforme sono tutte legate, lealtà del Pd sull’Italicum, lealtà di Forza Italia sulla riforma del Senato. Da qui la “fretta” di votare la nuova legge elettorale al Senato (dopo il primo ok di Montecitorio) già prima della sospensione dei lavori di agosto. E’ vero che per qualcuno la previsione non è proprio corretta: “Ne riparleremo a settembre” dice il capogruppo di Ncd al Senato Maurizio Sacconi. Ma d’altra parte chiudere prima della chiusura del Parlamento eviterebbe scherzi sulle preferenze, dopo l’apertura di Renzi nell’incontro con i parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Guerini, comunque, formalmente, su questo punto lascia la porta aperta: “E’ un tema aperto su cui discuteremo con tutti”. Ma se ci fosse una classifica delle cose che Berlusconi non vuole nei testi delle riforme, le preferenze sarebbero al primo posto. Le uniche difficoltà per il capo del governo e per il suo predecessore pregiudicato potrebbero arrivare solo dalle fronde interne. Delle “battaglie” della pattuglia di senatori del Pd guidata da Vannino Chiti ormai è noto tutto e lo stesso vale per i malumori all’interno di Forza Italia, come nei giorni scorsi ha ricordato il senatore Augusto Minzolini. Alle 15 il capo parteciperà all’assemblea dei parlamentari: lì non si escludono sorprese perché oltre all’atteggiamento sulle riforme istituzionali qualcuno come i malumori di alcuni azzurri sulla riforma del Senato ma più in generale sull’atteggiamento nei confronti del governo.
L’incontro tra Renzi e Movimento 5 stelle è invece previsto per lunedì 7 luglio e trovare punti di intesa si fa sempre più complicato. Tanto più ascoltando Guerini: “La nostra disponibilità è da sempre al confronto con tutti, un invito che alcuni hanno raccolto subito e altri solo dopo anche alla luce della nostra prova elettorale”. Le premesse non sono proprio il massimo: “Il sistema elettorale che ha proposto Grillo, il Toninellum o Complicatellum, non sta in piedi, se non dal punto di vista filosofico, perché è l’unico sistema in cui chi vince non governa”, ha detto Renzi a Porta a Porta. Ma le carte sono ancora tutte sul tavolo, dopo l’incontro del 1° luglio tra la delegazione dell’esecutivo (lo stesso premier con Moretti, Serracchiani e Speranza) e quella del Movimento (Di Maio, Toninelli, Buccarella, Carinelli). “Gli accordi con Berlusconi e Grillo non li facciamo sul governo. Se le cose funzionano bene è merito nostro, se non funzionano è colpa mia. Berlusconi fino adesso ha rispettato tutti gli impegni e spero si possa fare anche con Grillo, le regole si scrivono insieme“.
Nessun commento:
Posta un commento