Lo studio della Cgia: negli ultimi 10 anni acqua +85,2%, rifiuti +81,8%, autostrade +50,1% e trasporti urbani +49,6%. E' la fotografia del fallimento delle liberalizzazioni. Da quando si è aperto il mercato delle assicurazioni, ad esempio, queste sono rincarate del 200%. Solo i servizi telefonici sono diminuiti.
MILANO - Altro che effetti
benefici delle liberalizzazioni, viene da dire guardando i dati
raccolti dalla Cgia di mestre. Negli ultimi 10 anni, le tariffe dei
principali servizi pubblici hanno registrato un aumento record. E' il
caso dell'acqua, ad esempio, terreno di scontro di referendum che hanno
rappresentato un punto importante della storia politica recente italiana
e intanto aumentata dell'85,2%; o dei rifiuti, che hanno subito
continui cambi di denominazioni (dalla Tarsu alla Tari), ma nella
sostanza sono rincarati dell'81,8%.
Ancora, non c'è pace per i viaggiatori: i costi dei pedaggi autostradali sono saliti del 50,1%; nel caso dei trasporti urbani, la dinamica è stata simile: +49,6%. A denunciarlo è appunto la Cgia, l'associazione degli artigiani di Mestre. Tra le dieci voci prese in esame in questa analisi, solo i servizi telefonici hanno subito una diminuzione: -15,9%. Sempre nel periodo considerato, l'inflazione, invece, è aumentata del 23,1%. "Nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti. In linea di massima oggi siamo chiamati a pagare di più, ma la qualità dei servizi non ha subito miglioramenti sensibili", osserva il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi.
Ancora, non c'è pace per i viaggiatori: i costi dei pedaggi autostradali sono saliti del 50,1%; nel caso dei trasporti urbani, la dinamica è stata simile: +49,6%. A denunciarlo è appunto la Cgia, l'associazione degli artigiani di Mestre. Tra le dieci voci prese in esame in questa analisi, solo i servizi telefonici hanno subito una diminuzione: -15,9%. Sempre nel periodo considerato, l'inflazione, invece, è aumentata del 23,1%. "Nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti. In linea di massima oggi siamo chiamati a pagare di più, ma la qualità dei servizi non ha subito miglioramenti sensibili", osserva il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi.
"Nonostante i forti aumenti registrati dalle bollette dell'acqua - segnala ancora Bortolussi - la nostra tariffa rimane la più bassa d'Europa. La stessa considerazione
può essere fatta per i biglietti ferroviari: anch'essi sono tra i meno cari in Ue. Preoccupa, invece, il boom registrato dall'asporto rifiuti. Nonostante in questi ultimi sei anni di crisi economica sia diminuita la produzione di rifiuti e sia aumentata la raccolta differenziata, le famiglie e le imprese hanno subito dei rincari ingiustificati". Gli aumenti del gas hanno sicuramente risentito del costo della materia prima e del tasso di cambio, mentre l'energia elettrica dell'andamento delle quotazioni petrolifere e dell'aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, hanno segnato gli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va dimenticato che molti rincari sono stati condizionati anche, e qualche volta soprattutto, dall'aggravio fiscale. L'associazione dice invece che i taxi hanno registrato umenti percentualmente meno rilevanti.
L'ultima parte dell'analisi elaborata dall'Ufficio studi della Cgia ha preso in esame l'aumento delle tariffe registrato da alcune voci nel periodo intercorso dall'anno di liberalizzazione fino al 2013. Ebbene, le assicurazioni sui mezzi di trasporto sono aumentate del 197,1% (4 volte in più dell'inflazione), i pedaggi autostradali del 62,7% (1,7 volte in più dell'inflazione), i trasporti ferroviari del 57,4% (1,7 volte in più dell'inflazione), il gas del 53,5% (2,3 volte in più dell'inflazione), mentre i servizi postali hanno subito un incremento del 37,8% pressochè uguale a quello registrato dall'inflazione. Solo i servizi telefonici hanno subito una riduzione dei prezzi: -18,8%, contro un aumento dell'inflazione del 38,5%.
"Sia chiaro - conclude Bortolussi - noi non siamo a favore di un'economia controllata dal pubblico. Ci permettiamo di segnalare che le liberalizzazioni hanno portato pochi vantaggi nelle tasche dei consumatori italiani. Anche perchè in molti settori si è passati da un monopolio pubblico ad un regime oligarchico che ha tradito i principi legati ai processi di liberalizzazione. Pertanto, invitiamo il Governo Renzi a monitorare con molta attenzione quei settori che prossimamente saranno interessati da processi di deregolamentazione. Non vorremmo che tra qualche anno molti prezzi e tariffe, che prima dei processi di liberalizzazione/privatizzazione erano controllati o comunque tenuti artificiosamente sotto controllo, registrassero aumenti esponenziali con forti ricadute negative per le famiglie e le imprese".
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