Ancora un sanguinoso raid dei militari israeliani questa mattina nella città di Jenin simbolo della Resistenza palestinese. L’operazione è stata condotta congiuntamente dallo Shin Bet, dalle forze armate e dalla polizia israeliana.
Il ministero della Salute palestinese ha annunciato la morte di 9 palestinesi, alcuni dei quali militanti di varie organizzazioni della Resistenza, ma tra essi c’è anche una donna anziana uccisa durante l’assalto delle forze di occupazione israeliane alla città di Jenin e al suo campo, nel nord del Cisgiordania.
Sedici giovani palestinesi risultano feriti dai proiettili dei soldati israeliani e sono stati trasferiti in ospedali governativi, compreso un bambino; le ferite erano concentrate al petto, alla spalla, all’addome e al piede.
Combattenti palestinesi di tutte le organizzazioni si sono opposti anche con le armi all’incursione dei militari israeliani. Alcuni blindati risultano danneggiati ma al momento non risultano morti tra i soldati israeliani.
Fonti locali hanno affermato che le forze di occupazione israeliana hanno interrotto la fornitura di elettricità al campo di Jenin, in concomitanza con l’incursione.
Il ministero della Salute palestinese – Mai al-Kaila – ha fatto sapere in un comunicato, ricevuto da Quds Press che “La situazione nel campo di Jenin è molto critica. Siamo stati informati dalla Mezzaluna Rossa che ci sono molti feriti che finora sono difficili da soccorrere ed evacuare”.
“Le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto l’ospedale governativo di Jenin e hanno deliberatamente sparato lacrimogeni contro il reparto pediatrico, portando a casi di soffocamento”. La ministra palestinese Al-Kaila ha chiesto un incontro urgente con la Croce Rossa Internazionale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “per fermare questa aggressione e intervenire per salvare la vita della nostra gente”.
Una manifestazione è stata organizzata davanti all’ospedale governativo di Jenin, per condannare il massacro israeliano e dove decine di pazienti nell’ospedale governativo di Jenin, compresi bambini, sono rimasti soffocati a causa del lancio di lacrimogeni all’interno della struttura.
In tutta la Cisgiordania sono stati convocati tre giorni di sciopero generale contro l’ennesima mattanza israeliana.
Nabil Abu Rudeineh, portavoce del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, ha dichiarato che Israele “sta compiendo un massacro a Jenin nel silenzio del mondo”. In seguito, Abu Mazen ha proclamato tre giorni di lutto, ordinando di mettere le bandiere a mezz’asta per piangere “le anime dei martiri nel massacro dell’occupazione nel campo profughi di Jenin”. Un ufficiale israeliano citato da Times of Israel ha detto che le Forze di Difesa israeliane si preparano “a qualsiasi scenario”, compreso il possibile lancio di razzi dalla striscia di Gaza come reazione da parte delle organizzazioni palestinesi.
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