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I transumanisti del WEF falliranno nel tentativo di hackerare gli esseri umani a causa delle complessità della natura umana, come il libero arbitrio
DI RHODA WILSON
I transumanisti credono che “gli esseri umani sono animali hackerabili”, pertanto la democrazia è da ritenersi impossibile e dobbiamo essere hackerati per il nostro bene. Ma la loro ignoranza è il loro tallone d’Achille e sono certi di fallire.
Il movimento transumanista del World Economic Forum (“WEF”) è più o meno esplicito nel voler scambiare le nostre democrazie autogovernate e rappresentative con sistemi di sorveglianza gestiti dall’IA che razioneranno le risorse e terranno sotto controllo le prestazioni individuali. Dai vari video promozionali e dai discorsi del WEF si evince che l’Internet delle cose e l’Internet dei corpi sono destinati a sostituire le funzioni della comunità e le strutture sociali e politiche.
Nell’articolo che segue, V. N. Alexander sostiene che i membri del WEF abbiano una visione semplicistica non solo della natura umana, ma anche degli ecosistemi e delle società.
Una delle complessità che i membri del WEF non sono riusciti a cogliere è il libero arbitrio. Yuval Noah Harari, ad esempio, sembra convinto che il libero arbitrio sia solo un risultato di ciò che è stato immesso nella “macchina” – e la macchina siamo noi. In questa macchina non c’è nulla che trasformi ciò che viene immesso. C’è piuttosto un algoritmo nella macchina che può essere decifrato e riprogrammato, che può essere violato. Ma come si sbagliano!
Di V.N. Alexander
“Il liberalismo ci dice che l’elettore sa meglio di tutti, che il cliente ha sempre ragione e che dovremmo pensare con la nostra testa e seguire il nostro cuore. Purtroppo, il “libero arbitrio” non è una realtà scientifica. È un mito ereditato dalla teologia cristiana. I teologi hanno sviluppato l’idea del “libero arbitrio” per spiegare perché Dio ha ragione a punire i peccatori per le loro scelte sbagliate e a premiare i santi per le loro scelte buone”. Yuval Noah Harari
È vero che i transumanisti del World Economic Forum (“WEF”) non condividono una vera e propria ideologia, ma possiamo guardare a Yuval Noah Harari, membro del WEF, scrittore prolifico e volubile, per avere un’idea generale dei presupposti di quella cricca di élite finanziarie che pensano di poter alterare il corso della civiltà umana, dell’evoluzione umana e di ri-codificare i diritti umani. Sebbene il loro grandioso narcisismo sfiori la caricatura del cattivo nei fumetti che cerca di dominare il mondo, dobbiamo comunque prendere sul serio le loro parole e i loro piani, perché le loro pretese di possedere e/o controllare i sistemi monetari, le infrastrutture di comunicazione e le risorse naturali, purtroppo, conferiscono loro un certo potere su di noi – al momento.
Che cos’è il movimento transumanista del WEF? Sebbene i loro obiettivi dichiarati siano ammantati da toni di benevola preoccupazione, sono più o meno aperti sul fatto che vogliono scambiare le nostre democrazie autogovernate e rappresentative con sistemi di sorveglianza gestiti dall’intelligenza artificiale che razioneranno le risorse e terranno sotto controllo le prestazioni individuali. Gli strumenti proposti a questo scopo includono la moneta digitale della Banca Centrale (CBDC), gli investimenti a impatto sociale e il software con gamification per l’istruzione, il monitoraggio della salute, il controllo dei beneficiari del welfare e la formazione professionale. Come sostiene Harari in un saggio pubblicato sul Guardian, la democrazia liberale e la fede nel libero arbitrio sono “pericolose”, perché i governi e le aziende che hanno accesso alla storia digitale di ognuno di noi presto “ti conosceranno meglio di quanto tu conosca te stesso” e saranno in grado di “hackerarti”, di metterti in testa idee, di farti comprare cose sbagliate e di votare per persone sbagliate. Senza fornire una spiegazione, aggiunge, “le persone più facili da manipolare saranno quelle che credono nel libero arbitrio”.
Diversamente, coloro che sanno di non essere in grado di pensare da soli, sostiene Harari, saranno salvati dalle loro baby-sitter AI personalizzate. Nel mondo futuro di Harari, non ci sarà un Dio che offre la carota o che impugna il bastone, ma ci sarà un’IA onniveggente che lo farà. Ciò di cui abbiamo bisogno”, prosegue, “è un antivirus per il cervello. Il vostro aiutante IA imparerà con l’esperienza che avete una particolare debolezza… e la bloccherà al posto vostro”. La soluzione alternativa più ovvia, ovvero proteggere completamente la privacy e rendere illegale la raccolta di dati da parte di governi e aziende senza un pieno consenso informato1 , sembra non essere venuta in mente al professor Harari.
Dai vari video promozionali e dai discorsi pronunciati dal WEF, possiamo dedurre che un Internet delle cose e dei corpi è destinato a sostituire le funzioni delle comunità e delle strutture sociali e politiche. In futuro, i ricercatori svilupperanno interfacce cervello-macchina (BMI) che monitoreranno, e alla fine aiuteranno a causare, i nostri pensieri e le nostre azioni, oltre a diagnosticare e trattare qualsiasi condizione di salute mentale. Saremo introdotti nelle Smart City (pensate a lussuosi condomini in stile Borg). Mentre la campagna sarà lasciata allo stato brado (per il piacere degli oligarchi che fanno safari), l’agricoltura si sposterà nei laboratori e saremo nutriti con pollo sintetico, wurstel e lattuga medicata coltivata a LED e in cambio svolgeremo un qualche tipo di lavoro
che probabilmente comporterà la gestione di robot minerari o droni facendo uso di cuffie per la realtà virtuale (VR). Vorrei aver esagerato per ottenere un effetto comico, ma questi sono i tipi di programmi promossi dal WEF e dal libro di Klaus Schwab, “La quarta rivoluzione industriale”.
Nonostante i transumanisti affermino di voler aumentare le capacità umane con le nuove tecnologie, i tipi di manipolazioni che hanno proposto finora sono per lo più negativi. È relativamente facile mutilare, disabilitare, bloccare, traumatizzare e propagandare; sarà un po’ difficile capire come usare una BMI (ndr l’acronimo di Body Mass Index) per renderci più intelligenti o per leggere i nostri pensieri in modo da non dover digitare o parlare.
Come ha rivelato il recente “show and tell” di Neuralink, i progressi dell’azienda sono finora insoddisfacenti. Mentre si avvicina la sperimentazione sull’uomo, il rischio di infezione associato all’impianto di un dispositivo nel cervello di un paraplegico per aiutarlo a utilizzare uno smartphone non mi sembra giustificato. Perché affrontare tutti i problemi (e l’intervento chirurgico al cervello!) per rilevare l’attività cerebrale di controllo motorio (ad esempio, il movimento degli occhi), poi usare l’intelligenza artificiale per distinguere il segnale dal rumore e quindi trasformare il segnale in clic su uno schermo, se la persona potrebbe più facilmente utilizzare un’interfaccia informatica con comandi vocali?
Può darsi che gli architetti della rivoluzione transumanista credano davvero che la società potenziata e gestita dall’IA sarà un grande miglioramento, più efficiente, più obiettiva, equa e inclusiva, libera dai pregiudizi che affliggono la specie umana. Ma vale la pena notare che questo tipo di piani non sono mai andati a buon fine in nessuna delle esplorazioni fantascientifiche della nostra cultura. Forse nessuno dei membri del WEF ha mai letto Mary Shelley o Orwell e non ha mai visto un episodio di Black Mirror
Una prospettiva storica sull’idea di libero arbitrio
Harari si promuove come un pensatore innovativo e moderno, che lavora per liberarci dalle superstizioni medievali.
Siamo nel 2022.
La teologia medievale è stata rivista con le scoperte decentralizzanti di Copernico e Galileo e quella teologia è stata adattata alle scoperte di Newton e questa è stata adattata persino al darwinismo (nel trascendentalismo del New England) e alla teoria del Big Bang (Fiat lux!), e così via, fino alla Specola Vaticana impegnata a esplorare l’idea di una cosmologia quantistica divina e così via. Le teologie sono in grado di adattarsi a ogni nuova concezione scientifica del determinismo e del caso. Non sono religioso, ma ho rispetto per i molti studiosi che hanno affrontato coraggiosamente nei millenni la difficile questione di come sembriamo avere il libero arbitrio anche in un universo che è determinato dal destino, da Dio, dalla fisica, dalla selezione naturale o dalla “schiuma quantistica”.
Poiché Harari sta ancora cercando di sfatare la teologia medievale, il parente concettuale più vicino alla sua nozione di libero arbitrio si trova tra i filosofi illuministi del XVIII secolo, che criticarono la Chiesa medievale e pensarono che il libero arbitrio fosse un’illusione. Noto che Harari rifiuta il liberalismo nato dall’Illuminismo, soprattutto perché ritiene che la tecnologia abbia reso obsoleto il loro approccio alla salvaguardia dei diritti individuali (ad esempio, elezioni, libero mercato).
Una delle figure più esemplari di quel periodo è il matematico Pierre Laplace, il quale disse notoriamente che – parafrasando – se conoscessimo la posizione e la velocità di ogni atomo all’inizio del tempo, potremmo prevedere ogni evento successivo, persino le azioni umane, che sono solo il risultato di interazioni chimiche regolate dalle leggi della fisica.
Rievocando l’eroe immaginario di Denis Diderot, Jacques il fatalista, Harari ci dice:
“Ogni scelta dipende da molte condizioni biologiche, sociali e personali che non si possono determinare singolarmente. Posso scegliere cosa mangiare, chi sposare e per chi votare, ma queste scelte sono determinate in parte dai miei geni, dalla mia biochimica, dal mio sesso, dal mio background familiare, dalla mia cultura nazionale, ecc.”.
Harari sembra voler dire che il corpo umano è come uno strumento attraverso il quale le forze passano senza essere trasformate dalla struttura organizzativa del corpo. Input = output e nulla viene interpretato dal “macchinario” che è l’uomo. Harari sembra supporre che gli organismi viventi siano come computer e che possano essere manipolati (“hackerati”) in modi prevedibili. Nelle conferenze, negli articoli e nei libri, Harari suggerisce ripetutamente che il programma cognitivo di una persona può essere alterato da forze esterne, informazioni o chimica, perché non c’è nulla “dentro” la persona che possa contrastare o alterare tali forze. Non c’è un fantasma nella macchina. C’è invece un algoritmo nella macchina che può essere decifrato e riprogrammato.
Mentre Laplace si rammaricava del fatto che non esistesse una coscienza umana in grado di calcolare l’incredibile numero di interazioni necessarie per prevedere le azioni umane, i transumanisti di oggi sperano che i supercomputer, dotati di intelligenza artificiale alimentata da montagne di Big Data su ogni nostra mossa digitale, siano ormai prossimi a possedere la potenza di elaborazione necessaria per prevedere con precisione i risultati. Se chi ha accesso a questi computer può prevedere cosa faranno le persone, può controllarle. (Fate partire l’effetto sonoro della risata maniacale).
Forse no.
Nel 1961, Edward Lorenz usava un computer per fare previsioni sul tempo, e scoprì che se apportava una piccola modifica “insignificante” all’input, l’output cambiava drasticamente, in modo del tutto sproporzionato rispetto alla piccola modifica. Modellare il tempo atmosferico significa cercare di modellare un sistema complesso, le cui dinamiche non sono lineari; la capacità di prevedere l’esito di un tale sistema non migliora in proporzione alla quantità di dati immessi. Quindi dati sempre più grandi e un’elaborazione sempre più veloce non miglioreranno la previsione e il controllo come sperano i transumanisti. I sistemi biologici sono infinitamente più complessi di quelli meteorologici, quindi con la scoperta del “caos deterministico” da parte di Lorenz si è dovuto abbandonare ogni speranza di poter prevedere con precisione e quindi controllare le azioni di un essere umano. Nel 1986, i ricercatori di sistemi dinamici non lineari Crutchfield et al. pubblicarono su Scientific American un articolo fondamentale intitolato “Chaos”, in cui ampliarono le scoperte di Lorenz, sostenendo che, anche se l’universo fosse interamente deterministico (e molto probabilmente non lo è), i processi biologici complessi sono intrinsecamente imprevedibili – a causa del modo in cui elaborano internamente le informazioni – e quindi, in ultima analisi, sono incontrollabili, tranne che per aspetti banali.
Nell’articolo, Crutchfield e altri, come i teologi che li hanno preceduti, si confrontano anche con la questione del libero arbitrio e di come esso si relazioni al determinismo e al caso. Concludono che:
“La creatività innata potrebbe essere caratterizzata da un processo caotico sottostante che amplifica selettivamente le piccole fluttuazioni e le plasma in stati mentali macroscopici e coerenti che vengono sperimentati come pensieri. In alcuni casi, i pensieri possono essere decisioni, o ciò che viene percepito come l’esercizio della volontà. In quest’ottica, il caos fornisce un meccanismo che consente il libero arbitrio in un mondo governato da leggi deterministiche”.
Sono seguiti molti decenni di ricerca sul libero arbitrio nei termini dell’auto-organizzazione e della scienza dei sistemi complessi. Come ho potuto notare altrove, molti ricercatori di neuroscienze descrivono come gli attrattori caotici e/o le onde itineranti emergenti forniscano la differenziazione dei modelli spaziali alla base della memoria di lavoro e dell’attenzione. Queste scoperte non risolvono in alcun modo la questione del libero arbitrio. La scienza non è mai una questione risolta. Le discussioni sulla natura del libero arbitrio continueranno finché ci saranno esseri umani.
Anche se sostengo che molto probabilmente gli esseri umani hanno una certa capacità di fare le proprie scelte idiosincratiche, noto anche che è dolorosamente ovvio che le persone possono essere manipolate. Negli ultimi due anni, con orrore, noi apostati dei vaccini abbiamo assistito alla perdita della capacità di pensare con la propria testa.2 A livello chimico, ciò che è probabilmente accaduto a queste persone traumatizzate è che il nervo vago, attivato in uno stato di paura, ha innescato il rilascio di noradrenalina, che ha inondato l’amigdala e bloccato i ricordi. Qualsiasi tipo di memoria associativa si sia formata in una situazione del genere, ad esempio l’affermazione ripetuta che una “vaccinazione sperimentale è l’unica soluzione” a un virus con un tasso di mortalità relativamente basso, sarà un ricordo forte e persistente, anche se irrazionale.
Questo processo di rafforzamento dei ricordi associati a situazioni di pericolo è uno strumento molto utile della nostra biologia evoluta che è stato dirottato (hackerato) da chi applica informazioni false in una specie di tortura. Ma il fatto che le persone possano essere manipolate con qualcosa di immateriale come le false informazioni dimostra come i pensieri delle persone non siano completamente determinati dalla realtà materiale. Possiamo essere ingannati. Possiamo anche essere costretti fisicamente a fare cose che non vogliamo fare; possiamo essere costretti, corrotti o drogati. Le nostre capacità mentali possono essere danneggiate da malattie. Possiamo diventare dipendenti dalle nostre stesse abitudini. Ci sono molti modi in cui la nostra capacità di pensare e agire ragionevolmente e per il nostro bene può essere compromessa. Questo non significa assolutamente che il libero arbitrio non abbia una realtà scientifica. Significa solo che siamo parte del mondo in cui viviamo e ne siamo influenzati.
Il libero arbitrio non significa non avere vincoli. Il libero arbitrio significa piuttosto essere responsabili delle proprie azioni. L’essere liberi non è una proprietà che si può scegliere tra tutto e niente. È una negoziazione costante. In realtà vogliamo esprimere forza d’azione e non libero arbitrio. Non pensare può anche essere parte di questo esercizio delle competenze. Nelle nostre attività quotidiane, per la maggior parte del tempo utilizziamo il pilota automatico. Siamo in grado di guidare un’auto senza pensare e di reagire in modo intelligente in una frazione di secondo, frenando quando vediamo un semaforo rosso. Il pensiero automatico inconscio può anche spegnersi quando incontriamo una situazione nuova per la quale non abbiamo un’abitudine mentale, permettendoci di imparare qualcosa di nuovo.
Forse la tragedia che stiamo vivendo è dovuta al fatto che troppe persone mettono il pilota automatico, affidando ad autorità accreditate la responsabilità di prendere decisioni per sé e per i propri figli. Purtroppo, pensare con la propria testa richiede molto lavoro. E nessun altro può farlo, tranne voi.
Ogni volta che mi trovo in mezzo a una folla di manifestanti che urlano tutti “libertà, libertà, libertà!”. Io urlo “responsabilità!”. Il mio grido non funziona bene come canto, ma a mio modesto parere, funziona meglio come descrizione di ciò che probabilmente tutti noi vogliamo. Non vogliamo la libertà di fare quello che ci pare, in modo egoistico. Vogliamo la responsabilità personale che deriva dall’essere liberi di fare domande, ricercare, discutere, decidere e agire. Allo stesso modo, non abbiamo il diritto di fare dei nostri figli quello che vogliamo; abbiamo la responsabilità di proteggere la loro salute e il loro benessere.
In una parola, il fenomeno del libero arbitrio è ora inteso come derivante da vincoli biologici, da relazioni e da quella che chiamerei fortuna autoreferenziale.3 Harari sostiene che il concetto di libero arbitrio si è sempre basato solo sulla nozione di una natura essenzialista preesistente che è “indipendente da tutti i vincoli fisici e biologici”. Sebbene il professor Harari sia uno storico, a quanto pare ha letto poco più che le CliffsNotes su Agostino d’Ippona e Tommaso d’Aquino, e non sa nulla della scienza dei sistemi complessi.
Conclusioni
L’obiettivo di questo saggio non è vincere un dibattito filosofico contro Harari. In realtà, è meglio per noi se tutti i membri del WEF continuano con la loro visione semplicistica non solo della natura umana, ma anche degli ecosistemi e delle società. La loro ignoranza è il loro tallone d’Achille. Permette loro di credere che sia possibile ottenere un controllo dall’alto verso il basso su un sistema complesso come il pianeta e tutti i suoi abitanti. Sono certo che falliranno. Il pericolo è, ovviamente, che ci trascinino con loro. Un cambiamento catastrofico è già in atto per quanto riguarda i nostri sistemi di approvvigionamento alimentare e sanitario. Abbiamo un tempo limitato per posizionarci in modo da salvare il maggior numero possibile di persone. Ma abbiamo una possibilità.
Un sistema complesso come la società umana, interconnesso in così tanti modi, si mantiene in gran parte automaticamente grazie all’auto-organizzazione (e in misura minore attraverso i cospiratori). Il ruolo dell’abitudine nel mantenere il sistema e nel sopprimere il cambiamento non può essere sopravvalutato. Per implementare il governo totalitario tecnocratico, i rivoluzionari della Quarta rivoluzione industriale non potranno semplicemente perfezionare il sistema attuale, ma dovranno abbattere il sistema che hanno corrotto e maltrattato per raggiungere le loro posizioni di potere. Questo li renderà vulnerabili. Se vogliono che diventiamo dipendenti dalle loro razioni di cibo prodotte in laboratorio, dovranno affondare le spedizioni, perdere gli impianti di trasformazione alimentare a causa di incendi sospetti, mettere fuori legge l’agricoltura a combustibile fossile e macellare le mandrie negli allevamenti industriali. Molti aspetti dell’economia e della società si basano sull’attuale sistema e quando questo verrà smantellato sarà uno shock devastante. Possiamo aspettarci il caos. Il risultato sarà impossibile da controllare, anche con tutti i loro poteri economici. Durante questo periodo di caos, avremo la stessa opportunità del WEF, se non di più perché siamo molti di più, di passare alla produzione alimentare locale, al pascolo rigenerativo e all’agricoltura in permacultura.
Molti di noi sono già passati agli alimenti locali, all’istruzione decentralizzata (come la scuola a casa per i bambini e il sistema IPAK-EDU per gli adulti) e hanno abbandonato il complesso industriale-farmaceutico-medico. La rivoluzione popolare è già iniziata. Non cercate nessun leader che pensi per noi o che ci dica cosa fare.
L’autore: V. N. Alexander, PhD, si occupa di filosofia della creatività e di temi legati all’arte e alla scienza. È membro dell’illustre gruppo di ricercatori “Third Way of Evolution”. Il suo lavoro sui contributi del romanziere Vladimir Nabokov alla teoria del mimetismo degli insetti è stato ampiamente riconosciuto, e i suoi pluripremiati romanzi di narrativa letteraria includono “Smoking Hopes” (1996), “Naked Singularity” (2003) e “Locus Amœnus” (2015). Attualmente Alexander sta scrivendo un romanzo di satira politica, “Covid-1984, The Musical”.
TRADUZIONE A CURA DI NOGEOINGEGNERIA
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FONTE https://expose-news.com/2022/12/23/wef-will-fail-to-hack-humans-coz-free-will/
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