Lapidazione, decapitazione oppure crocifissione se viene commesso uno di questi reati: “blasfemia, apostasia, corruzione, stregoneria, rapina, distribuzione e/o consumo di alcol, furto, pratiche sessuali come adulterio, sodomia e omosessualità e reati legati alla droga”.
(pressreader.com) Fabrizio D’Esposito Il Fatto Quotidiano
In realtà le punizioni corporali per adultere e omosessuali sono diffuse anche in Iran, Iraq, Nigeria, Qatar (dove si terranno i Mondiali di calcio del 2022), Somalia, Sudan, Yemen, Brunei, Mauritania, Pakistan. E qui si torna alla Shari’a. Esattamente che cos’è? Per evitare di fare confusione, come capita spesso di leggere o ascoltare in questi giorni, va innanzitutto detto che non si tratta di un testo codificato, né di un corpus che raccoglie leggi religiose. Piuttosto è la somma dei princìpi e dei valori dell’Islam che provengono dal Corano e dalla Sunna, che mette insieme atti e detti (hadith) di Maometto secondo la tradizione. Nella Shari’a quindi rientrano non solo le punizioni corporali e il burqa ma anche la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio alla Mecca, l’elemosina, il divieto di bere alcolici e mangiare carne di maiale, cioè i pilastri fondamentali di ogni credente musulmano.
Piuttosto pene ancestrali come quella della lapidazione vengono elaborate dai giuristi islamici esperti di fiqh, cioè la “comprensione profonda” della Shari’a, che a sua volta vuol dire “strada battuta verso l’acqua”. Anche gli ebrei lapidavano le adultere, ma poi la pratica venne “abolita” da Gesù in un famoso episodio riportato dal Vangelo: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”. A dire il vero neanche il Corano fa menzione della lapidazione, che invece si desume da un hadith della Sunna. Tutto origina dal presunto tradimento di Aisha, la moglie prediletta del Profeta, accusata di aver trascorso una notte con “un uomo più bello e giovane” di Maometto. Non solo, dopo che il Profeta elaborò le regole coraniche sull’adulterio, prevedendo la fustigazione per i colpevoli, sarebbe stata la stessa Aisha a rivelare che erano “scomparsi” i versetti con la prescrizione della lapidazione, mangiati da un’inconsapevole pecora.
In ogni caso, non c’è tuttora uniformità sulle “ingiunzioni legali” rivelate nel Corano. Chi dice che riguardano solo 80 versetti su 6.236 totali, chi invece 190, 500 o 600. La percentuale va dal 3 al 10 per cento dei versetti coranici e comunque sempre filtrata dall’elaborazione “umana”.
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