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L’Istituto superiore di sanità ha recentemente pubblicato l’ultimo aggiornamento del rapporto Epidemia Covid-19. Dai dati emerge un’ulteriore conferma che i vaccinati possono contagiarsi e di conseguenza contagiare. Basterebbe questa evidenza scientifica per constatare non solo l’inutilità ma anche la pericolosità di uno strumento come il lasciapassare verde, il green pass.
Se il vaccinato e contagiato può entrare con il lasciapassare in luoghi in cui l’ingresso è interdetto alle persone non vaccinate, rischia di essere pericoloso per la salute pubblica. Il lasciapassare covid si dimostra dunque per quello che è: uno strumento discriminatorio, istituito per indurre la popolazione a sottoporsi ai sieri covid dietro la minaccia della perdita di diritti fondamentali e allo stesso tempo uno strumento pericoloso per la salute pubblica.
In base al rapporto dell’Istituto superiore di sanità i ricoveri,
anche nei reparti di terapia intensiva, riguardano sia i vaccinati che i
non, ma è nella fascia di popolazione che in percentuale maggiore ha
completato il ciclo di vaccinazioni con due dosi, quella degli
ultraottantenni, che emergono i dati più preoccupanti.
I ricoverati ultra ottantenni con doppia dose di vaccino nel periodo dal
2 luglio al primo agosto risultano 294, a fronte dei 220 ricoverati di
pari età che non si sono sottoposti al siero.
Si chiama “effetto paradosso”: con la crescita delle coperture, sale anche il numero assoluto di coloro su cui il medicinale non funziona.
Va detto che nella fascia di età dai 60 ai 79, in cui i vaccinati
raggiungono il 61,4% della popolazione, secondo i dati dell’ISS, i
ricoveri in ospedale sono 210, a fronte delle 637 persone ricoverate di
pari età ma non vaccinate.
La crescita dei contagi e delle ospedalizzazioni proprio nella fascia di
popolazione maggiormente vaccinata viene addotta come giustificazione
per la somministrazione di una terza dose, che dovrebbe partire a ottobre.
Questa costituirebbe un’ulteriore prova che gli attuali vaccini bucano le varianti,
cioè non sono in grado di proteggere dalle mutazioni del virus, motivo
per il quale potrebbe essere necessaria una terza dose e anche
ulteriori, se il virus dovesse mutare ancora.
Christian Perrone, professore di malattie infettive e tropicali all’Università di Versailles-Saint-Quentin-en-Yvelines, ha affermato in un’intervista a UkColumn, sito d’informazione indipendente inglese, che “le persone vaccinate sono a rischio a causa delle varianti del virus“. Secondo il professore francese, “le persone vaccinate dovrebbero essere tenute in isolamento”, perché più pericolose rispetto a quelle non vaccinate.
Una dichiarazione che si collega a quella recentemente fatta da Didier Raoult, uno dei massimi infettivologi al mondo, nel suo consueto bollettino settimanale pubblicato nel web. Raoult è concorde con l’analisi del Public Health England
e con altri studi, che mostrano come la carica virale tra vaccinati e
non vaccinati sia pressocché simile. Secondo l’esperienza diretta
dell’IHU, l’istituto di Marsiglia diretto da Raoult, le cariche virali
sarebbero addirittura maggiori nei vaccinati.
Da tutto questo quadro emerge che l’arma principale contro il Covid dovrebbe essere un protocollo efficace di cura domiciliare, purtroppo ostracizzata e tenuta nascosta nella narrazione ufficiale e dominante appiattita sui soli vaccini.
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