domenica 22 agosto 2021

La Variante Torinese

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Ruggero Arenella
Comedonchisciotte.org

Ho spesso odiato la mia città.  Disprezzando il cambio di “popolo” che è avvenuto negli ultimi decenni. Una città di fighetti, la “città più europea d’Italia”. Le lotte operaie hanno lasciato spazio allo shopping e le visite ai musei. Una città che si è imborghesita. Da città operaia a città turistica e universitaria. Tre categorie, i “possidenti” (la medio-alta borghesia) abbienti, la classe media in declino e i poveri (quelli che abitano le periferie). Poveri che diventano sempre più stranieri. E abbienti che diventano sempre più apolidi. La classe media che scompare lentamente, in una lenta agonia. Oggi in piazza c’era proprio quella classe.

E’ stata la manifestazione più bella a cui ho partecipato in tutta la mia vita. Una delle rare volte della mia vita dove mi sono sentito libero davvero. Chi ci controllava, chi faceva la guardia sulla nostra libertà, non credo che stessero contro di noi. Le forze dell’ordine, che abbiamo seminato, e che ci hanno rincorso per la città, non hanno mai manifestato un comportamento ostile.

Anche quando all’inizio ci hanno sbarrato la strada su Via Pietro Micca, quando alcuni, con le mani alzate, hanno provato a “sfondare”, nessun manganello si è alzato, hanno solo unito gli scudi e fatto blocco. Siamo partiti dall’altra direzione, abbiamo improvvisato un percorso, che loro si aspettavano, ma a un certo punto li abbiamo “sfidati”. Nelle mie esperienze ogni volta che li sfidi partono le manganellate. Ed era quello che temevo quando correvamo per le vie del centro per percorrere una strada non pianificata, non concordata con loro. Arrivati in piazza Vittorio, con la polizia che presidia frontalmente il corteo, abbiamo girato improvvisamente per Via Plana. Da li è partita la corsa fino alla stazione di Porta Nuova. I pochi poliziotti che dovevano guidare il corteo ci hanno rincorso, senza mai riuscire a bloccarci. Se avessero voluto lo avrebbero fatto, e la gente ne sarebbe uscita con le macchie di sangue sui vestiti. Non è andata così. Noi correvamo, eravamo scheggie impazzite, ma loro sapevano che non siamo pericolosi. Abbiamo cantato l’Inno d’Italia 3 volte durante la manifestazione.

Siamo riusciti ad “occupare” Porta Nuova. Sembravamo rimasti in pochi, qualche centinaio. Quando siamo usciti però vediamo il resto del corteo rimasto fuori su corso Vittorio, c’erano ancora tutti! Ci siamo riuniti e insieme siamo ripartiti per piazza Castello.

Apocalisse in 9/8. La gente che abbiamo incontrato ci derideva. Belli mascherati e fieri. Noi 4mila di Torino siamo un’avanguardia. Che combatte contro di Loro, contro i padroni del mondo. E gli ignavi mascherati ci deridono, inconsapevoli di essere carne da macello. 4mila su 1 milione e 600mila abitanti sono assai pochi, ma l’energia che sprigioniamo vale quanto quella dei milioni di bestie da macello che affollano le vie del centro per l’ora d’aria settimanale che respirano fuori dalla loro gabbia dorata.

Mi sono sentito un torinese oggi. Perchè quei 4mila sono Torino. Vorrei salvare la carne da macello, come “AgireOra” salva le mucche, ma credo che quel milione di persone si meritino il macello.

Appena si esce da Torino, nelle campagne o in montagna, incontri gente che “non volevo vaccinarmi ma mia moglie farmacista…” oppure “io non l’avrei mai fatto ma mio figlio di 12 anni chiuso a casa non lo posso più tenere…”. Anche a Torino città si incontrano personaggi così a dire il vero. Ma i giovani universitari globalisti, o i vecchi abbienti possidenti sono covidioti della peggio specie. C’è solo il macello per loro. Che sia dato dal vaccino, o dalla guerra civile.

Mi sono sentito un torinese oggi. Mentre facevamo un coro in onore alle manifestazioni in Francia.

Dopo che ci siamo riuniti fuori da Porta Nuova e siamo tornati in Piazza Castello sento alcuni inneggiare a Rosanna, mi giro e la vedo dietro di me. Gli dico che sono di ComeDonChisciotte, le si illuimano gli occhi e dice: “Non saprei che fare senza di voi!”, le rispondo: “Non sapremmo che fare senza di te!”. Quella donna ha due palle grosse come una casa, come dice lei: “ha messo il turbo al cuore”. Mi ha detto che ha un progetto in mente, e quando sarà pronto, dobbiamo essere preparati a scatenare l’inferno.

Mi sono sentito un torinese oggi perchè vedo quelle 4 mila persone potrebbero essere 40mila fra poco.

Sto ascoltando “Animale senza respiro” degli Osanna. L’umanità è sempre stata composta da chi si vuole redimere e chi vive come una bestia. A differenza delle bestie però, gli umani conoscono la cattiveria. La cattiveria dei bambini, privi della conoscenza dell’uomo redento. Gli uomini senza Dio ci faranno vivere in campi di concentramento. Cazzo non avrei mai detto che sarei finito a parlare come un prete.

Mi sono sentito un Torinese oggi, perchè chi ama la libertà non può che amare anche la sua terra. Chi ama la sua terra non può che amare anche la libertà.

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