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In America arrivano valanghe di notizie che stanno svelando la
colossale truffa allestita dai democratici e loro sodali, per far
vincere Biden.
Stanotte è stata resa pubblica una email del 4
novembre inviata dagli uffici elettorali di Milwaukee, in Wisconsin,
dove i dati ufficiali hanno assegnato i 10 grandi elettori a Biden con
un distacco di 20 mila voti. La email si riferisce ad un lotto di
143.379 schede postali tutte in favore di Joe Biden, che sono state
immesse nei conteggi il giorno dopo la chiusura delle urne, defalcando
dai conteggi schede di voti legittimamente espressi.
L’email
prova che gli uffici elettorali del Wisconsin hanno fatto ironia di
compiacimento all’atto di stralciare dai conteggi oltre 140.000 voti
espressi per immettere nei conteggi oltre 140.000 voti postali tutti
per Joe Biden nella sola città di Milwaukee, così dando al democratico
la vittoria nello Stato, con un record di voti mai ottenuto da nessun
democratico, nemmeno da Obama.
L’email scoperta mostra che il dirigente elettorale di Milwaukee Woodall-Vogg, fa ironia sul furto elettorale nella notte delle elezioni, e unitamente ad alcune foto e filmati, che hanno ripreso le sue attività notturne negli uffici elettorali, pongono la dirigente in una immagine pubblica che la ritrae in flagranza di gravi reati. I supporti drive che contenevano informazioni cruciali sui votanti postali nelle elezioni presidenziali del 2020 erano stati distrutti durante le prime ore del mattino di mercoledì 4 novembre, mentre tutti aspettavano che Milwaukee rivelasse i suoi conteggi elettorali in favore di Trump, così come i conteggi profilavano prima dell’interruzione. La direttrice esecutiva della Commissione elettorale di Milwaukee, Claire Woodall-Vogg, ha dichiarato di aver perso questo supporto drive quando ha lasciato, scortata dalla polizia, l’edificio del Conte Centrale dove sono stati conteggiati i voti. Ma c’è un grosso problema che la dirigente dovrà chiarire: qualcuno ha filmato la dirigente mentre accresce i totali voti per Biden a Milwaukee attraverso una macchina, e ciò è accaduto quando la signora era da sola, senza osservatori elettorali, e ovviamente non sapendo che qualcuno la stesse riprendendo in video.
Questo episodio di colossale truffa elettorale a Milwaukee, fu
svelato dal giornale The Gateway Pundit che rese pubbliche foto e
video, ed esso è paradigmatico di un modus operandi messo in atto
sistematicamente in quasi tutti gli stati chiave necessari a far vincere
Joe Biden.
Nei giorni successivi alle elezioni presidenziali, in
Italia sono stato tra le voci più infervorate nel senso di sostenere la
truffa elettorale ai danni di Trump, una “teoria del complotto”
destituita di fondamento, secondo quanto hanno narrato i Media
mainstream e i Social media, ma qui ed ora, ribadisco gli argomenti che
mi portano a tale convinzione, sebbene sia consapevole della logica Too big to fail
da parte di chi ha concepito tutto ciò, una truffa troppo grande per
poterla fare fallire, cioè per essere svelata alla gente. Ma la truffa
verrà svelata invece, e Biden, con i suoi supporter, cadranno in una
pozza di lurida infamia per l’eternità dei prossimi libri di Storia.
Chiarisco
che il “furto” non è effettivamente avvenuto nei giorni precedenti o
successivi all’Election Day, ma grazie a impostazioni delle macchine di
conteggio voti, masse di schede di posta fraudolente atte a giustificare
i conteggi truccati, scansioni multiple dello stesso voto nei casi di
insufficienza delle schede false, e in alcuni casi limiti, anche
moltiplicazioni delle schede in misure superiori al numero di elettori
registrati, facendo votare più volte alcuni cittadini, e finanche
persone decedute oltre 100 anni fa.
La bomba presidenziali 2020
dovrebbe scoppiare tra 14 giorni, perché i risultati sintetici e
conclusivi dell’udienza del Senato dell’Arizona del 15 luglio 2021,
saranno resi di pubblico dominio il 15 agosto. Esso sosterrano che c’è
stata una palese frode in almeno una contea (Maricopa) dell’Arizona, in
una dimensione ampiamente sufficiente a ribaltare l’esito della vittoria
in favore di Biden.
Sulla truffa elettorale io non ho mai avuto
dubbi, avendo seguito in profondità l’evolversi dei fatti elettorali, e
per un conoscitore dei meccanismi era matematicamente impossibile che
Biden potesse aver battuto Trump. Per rendervi l’idea userò una
metafora cestistica: sarebbe come credere che una squadra possa prendere
meno rimbalzi, tirare di meno a canestro, segnare punti con minore
percentuale realizzativa, perdere più palloni degli avversari, ma
risultare alla fine vittoriosa! E’ una cosa impossibile, se non
alterando la burocrazia dei conteggi dei punti. Questa truffa è infatti
possibile solo se al referto gara ufficiale, qualcuno aggiunge ad una
squadra punti e ne toglie all’altra in maniera così banale da sembrare
impossibile che ciò si possa effettivamente fare. Ma se una partita di
basket fosse vista da incompetenti e distratti, questa cosa si potrebbe
fare con buona pace di compila gli scout e afferma che il punteggio
reale non è quello proclamato dal segnapunti luminose e dal referto
gara. Tuttavia basterebbe rivedere la partita e contare i canestri, un
cosa che sul campo da gioco politico è stata chiamato Audit forensi, per
capire se avevano ragione gi conoscitori della materia con le
statistiche in mano, o i propalatori di fake news ufficiali, quantunque
supportati dall’ignoranza di una massa di persone distratte e che
presuppongono candidamente le attività per la conquista del potere come
garbata cavalleria sempre in buona fede.
Ma se si confrontano i
dati elettorali delle precedenti elezioni con quelle del 2020, la truffa
si capisce facilmente, anche se presto saranno svelati video, prove
informatiche, testimonianze e tecnologie d’avanguardia allestite
all’insaputa degli artefici dei brogli, proprio per coglierli
maggiormente in castagna e meglio rivelare la verità di un Sistema
degenerato e corrotto.
Dovete sapere che la congruenza dei dati
storici con quelli registrati nel 2020 è alla base per poter maturare
un’idea su cosa sia successo.
Dovete sapere che statistici delle
elezioni presidenziali per capire chi vincerà si riferiscono alle
cosiddette 19 contee “campione” (o “campana”), in cui quale dei due
candidati è in vantaggio alla fine risulterà vittorioso, così come
sempre accaduto nella Storia. Sappiate che nel 2020, Donald Trump ha
vinto in queste contee “campione” 18 a 1, perdendo la sola Contea di
Clallam, nello stato di Washington. Questa evidenza tecnico statistica
svela che Biden non può aver vinto lecitamente perché il distacco è
troppo alto per non poter pensare che i conteggi degli stati non siano
stati alterati inquinando i risultati nelle contee dover è stato
possibile per i democratici commettere frodi. Nella storia il vincitore
finale ha sempre vinto in queste 19 contee, ma questa volta dovrebbe
essere possibile che il vincitore finale 2020 ne abbia perse ben 18,
peraltro nettamente, e ne abbia vinta solo 1, una situazione non
possibile con il back ground politico e statistico americano. La truffa
ad un occhio esperto è di per sé stessa evidente perché dal 1980 al
2016, queste 19 contee hanno votato sempre in favore del vincitore di
tutte e 10 le elezioni presidenziali, quindi quanto accaduto è
semplicemente assurdo ed impossibile, a meno che non siano stati
alterati i conteggi in alcune contee, gonfiando con milioni di voti
postali il consenso in favore di Biden.
Per avere un’idea
dell’assurdità statistica e politica, consideriamo il Michigan, dove si è
verificato il caso più clamoroso di assurdità elettorale: Trump avrebbe
perso lo stato di due punti percentuali, ma ha vinto vinto la contea
Luce, una delle diciannove contee ‘campana’ (o campione), con un
distacco di 40 punti percentuali su Biden ! Qualsiasi vincitore della
Contea di Luce sin da quando esiste, (dal 1936) non ha mai mancato di
vincere lo stato del Michigan, e Trump pur avendo vinto con quasi 40
punti stracciando Biden, avrebbe perso lo Stato!
Un altro
stratagemma per capire la sussistenza di brogli alle presidenziali 2020,
è quello della quota di voti alle primarie, cioè quanti voti alle
primarie del suo partito conquista il Presidente prima di presentarsi
alle urne contro il candidato dell’altro partito. Dall’inizio delle
primarie presidenziali nel 1912, solo quattro presidenti in carica hanno
perso la rielezione, tutti ottenendo massimo il 72,8% dei voti alle
primarie. Herbert Hoover perse nel 1932 dopo aver vinto le primarie con
il 36,0%; Gerald Ford perse nel 1976 dopo aver registrato il 53,3%;
Jimmy Carter (un presidente democratico) perse con Reagan nel 1980 dopo
il suo 51,1% di voti alla primarie, e George H.W. Bush perse con Clinton
nel 1992 dopo aver registrato un 72,8% ( e fu una sorpresa anche
allora). Tutti i presidenti rieletti hanno percentuali di voti alle
primarie superiori al 72,8%, e quelli che hanno stravinto le elezioni si
erano presentati allo scontro avendo preso dei voti alle primarie tra
l’80% e il 90%. Sapete come si era presentato Trump nel 2020? Con
oltre il 94%, applicato peraltro sul record assoluto di affluenza alle
primarie del partito Repubblicano! La disamina dei voti alle primarie
divine ridicola se si pensa che Joe Biden è stato battuto alle
primarie democratiche in molti stati chiave come Iowa, New Hampshire e
Nevada , cioè i tradizionali indicatori del voto statale circa la
sostenibilità del candidato alle elezioni generali. La sua compagna di
corsa, Kamala Harris, si è addirittura ritirata dalle primarie per
assenza di consenso e una serie di figure barbine che rischiavano di
compromettere le future fake narrazioni mediatiche, ovviamente
idilliache nei suoi personali confronti.
Un altro indicatore
della truffa elettorale è quello degli incrementi: il guadagno del voto
del presidente in carica è un altro indicatore chiave dei risultati
falsati della corsa presidenziale. Dal 1892 tutti i candidati non
rieletti (sono stati 6) avevano registrato un decremento di voti
assoluti rispetto alla performance di 4 anni prima. Nel 2020 Trump ha
avuto 11 milioni di voti in più, record assoluto di incremento sia in
termini assoluti che percentuali, e se consideriamo che nel 2012 l’ex
presidente Barack Obama perse 4 milioni di voti a livello nazionale
rispetto al 2008, ottenendo comunque la rielezione, possiamo avere un
altro indicatore sulla evidenza della truffa allestita.
Potrei
continuare ancora, citando le registrazioni degli elettori per partito
all’election day, uno degli indici che predicono i risultati delle
elezioni presidenziali: Trump a novembre 2020 si era presentato
stracciando tutti i record con una massa di registrazioni mai vista in
America, nonostante la supposta pandemia, tuttavia alla fine avrebbe
perso!
Ed ancora potremmo considerare la correlazione tra voto
alla House e voto alle presidenziali. Quando Obama vinse in modo
schiacciante nel 2008, i democratici grazie al trascinamento del leader
tolsero 14 seggi alla Camera degli Stati Uniti, perdendo solo cinque
seggi (+9 seggi il differenziale per i Dem). Come è possibile che nel
2020, i repubblicani abbiano guadagnato 13 seggi ai democratici in
carica, perdendo uno solo seggio per una serie di scandali imputabili
al candidato locale (+12 seggi il differenziale finale per il Gop), se
colui che tirava il consenso nazionale ai Dem, cioè Biden, si sarebbe
dimostrato improvvisamente più forte di Trump? Chi ha una minima
esperienza politica capisce che questi risultati sono impossibili.
Ritorno
alla metafora cestistica: un compilatore di scout che guarda una
partita e fa i conti rilevando dettagliatamente le performance tecniche,
anche senza contare il punteggio totale, sa bene che non è possibile
che una squadra vinca tutte le voci statistiche rilevanti ma perda la
partita. E’ impossibile in una partita a basket tirare di più e con una
miglior percentuale, e alla fine perdere! Trump non può aver guadagnato
ovunque ma perdere le sue elezioni perché sarebbe comparso un voto
postale massivo che avrebbe premiato Biden solo in alcune limitate
contee, ma non i candidati alla Camera dei democratici. Chi capisce, non
ci può credere! Basta vedere il consenso sui social media che ha Biden
in ogni sua comunicazione (poche migliaia di visualizzazioni e alcune
centinaia di like) assimilabile a quello che posso avere io senza essere
presidente Usa, per capire l’enormità della truffa che è stata
allestita e si vuole imporre.
La Contea di Maricopa, in Arizona, è
la capitale simbolica di questa gigantesca presa in giro dell’Umanità,
della Democrazia e chi crede negli esseri umani. A Maricopa ci sono
quasi due terzi di tutti i voti in Arizona, e questa contea non ha mai
votato per il candidato democratico da quando, sostenne Harry Truman
nel 1948 per motivi molto particolari, di post guerra. Nel 1996, pure il
disastroso Bob Dole sconfitto da Bill Clinton, divenne il primo
repubblicano in quasi 50 anni a perdere l’Arizona, ma vinse comunque la
Contea di Maricopa. Chi può credere, perciò, che Trump abbia perso a
Maricopa e abbia vinto Biden, il quale a Maricopa non si è fatto
praticamente vedere? Sarebbe come pensare che il PD possa fare un record
di voti nazionali ma perdere a Bologna pur incrementando i suoi voti.
Nel 2020, Trump ha stabilito un record repubblicano per i voti
aggiuntivi nella contea di Maricopa aggiungendo circa 248.000 alla sua
performance del 2016 con la quale aveva vinto lo Stato battendo per un
3,6% Hillary Clinton, per poi diventare il primo candidato repubblicano
(e presidente in carica) a perdere questa significativa contea! I voti
di Biden a Maricopa non esistono, sono come dei canestri assegnati sul
referto e che mai sono stati fatti, nella metafora che vi ho proposto.
Capite
quindi perché questo Ferragosto, quando saranno svelati gli audit
forensi disposti dal Senato dell’Arizona sulla contea di Maricopa (che
pesa per 2/3 sulla massa di tutti i voti dello Stato) ci sarà molto
caldo? La squadra di Biden, infatti, è nervosa e non è più tanto sicura
di aver vinto le elezioni, dato che sta facendo il diavolo a 4 per non
far rendere pubblici i dati dell’Audit, e non far terminare tutti gli
altri in corso. Se i Dem fossero sicuri di non aver imbrogliato,
dovremmo sentire dalle bocche dei loro giornalisti che non c’è nulla da
nascondere, non che quelli come me, che argomentano e spiegano, sono
teorici del complotto. Se lo staff di Biden avesse vinto e fosse di
supporto ad un leader democratico, sarebbe a favore degli audit forensi,
non un avversario che sta spendendo centinaia di milioni di euro in
avvocati, e chissà quanti in pubblicità su tv e giornali, per avversare
lo svelamento degli audit. Se voi foste lo staff di Biden non avreste
interesse a chiarire queste voci insistenti, senza ostacolare gli
audit, oppure, se sapeste di aver commesso una colossale truffa
elettorale fareste come in effetti stanno facendo loro?
I media
dell’establishment insistono nell’affermare che nonostante migliaia di
dichiarazioni giurate, video, perizie informatiche, resoconti
dettagliati e quant’altro descriva queste frodi così come svelato nella
recente audizione del Senato dello stato dell’Arizona sull’audit della
Contea di Maricopa, le elezioni del 2020 sono state le più sicure degli
Stati Uniti, quantunque si profili finanche un’intromissione in remoto
dall’Europa e dalla Cina, penetranti i sistemi di conteggio dei voti
degli americani. Pensate, ad esempio, che il democratico Segretario di
Stato del Colorado ha recentemente agito al di fuori della sua autorità
di Legge, vietando di fatto gli audit nello Stato, come se lui fosse un
Cardinale in grado di far imporre un dogma: le elezioni sono state
regolari e le schede non si possono ricontare, punto e basta! Ma se sono
state regolari, perché non mettere a tacere Trump, che non ha mai
riconosciuto la vittoria di Biden, ricontando le schede e verificando le
assegnazioni dei voti nei conteggi?
Cosa succederà adesso?
I risultati degli audit mostreranno una frode elettorale per il 2020
commessa per far risultare Biden vincente, quindi ci troveremo in una
situazione mai verificatasi, in cui il Popolo dovrà fare la sua parte,
perché la vittima di tutto ciò non è da considerarsi Trump, ma la
Repubblica degli Stati Uniti d’America e il corpo vivo che la
costituisce: gli americani.
Biden e Harris si dimetteranno? Non
lo crede nessuno, a meno che il Popolo non insorga e vada a prendere
tutti i leader democratici e i loro giornalisti a casa, per risolvere
la questione come avrebbero fatto i loro avi nel vecchio West. Siamo in
America, e non si può escludere nulla.
Molto più probabile,
invece, un intervento di garanzia della Corte Suprema, che non è mai
stata in favore di Trump, ma che potrebbe essere in favore del Popolo
sempre più contrariato dallo svelamento della verità. Micheal Flynn ha
proposto quattro scenari.
Nel primo, la Corte Suprema dichiara
le elezioni del 2020 non valide e indica al Congresso di riconvocare
gli Stati e ricontare i voti elettorali. Biden e Harris verrebbero
ovviamente sostituiti e cosa succederà, sarà deciso da un Congresso con
dinamiche di accordi politici tutti da delineare.
Nel secondo
scenario ipotizzato da Flynn, la Corte Suprema dichiara l’elezione del
2020 non valida, ma afferma che il presidente e il vice presidente
rimangono in carica con poteri e tempi limitati da specificare fino al
2022, per esempio senza possibilità di emanare ordini esecutivi e
revocando efficacia ex tunc a tutti gli atti già emanati da Biden e
Harris.
Nella terza ipotesi di Flynn, la Corte Suprema dichiara
le elezioni del 2020 non valide, ma l’amministrazione Biden rimane in
carica (nessuna perdita di poteri o autorità), e in questo caso si
aprirà uno scontro tra i 50 Stati che per una buona metà non accettano
la presidenza Biden (Biden non ha nemmeno tenuto il discorso
dell’Unione).
Nel quarto scenario la Corte Suprema potrebbe non
fare nulla, così come è accaduto finora, ed è questo la situazione
ideale per il gongolante generale Flynn.
Nel caso in cui la Corte
Suprema si lavasse le mani, per i DEM sarebbe un disastro di
proporzioni ancora più grandi, poiché gli stati che hanno intrapreso la
strada degli Audit non potrebbero perdere la faccia dinanzi ai loro
elettori, e avrebbero un set di armi giuridici non solo per sbarazzarsi
di Biden, ma anche ribaltare il Congresso. Dovete sapere che negli stati
chiave le maggioranza assembleari sono controllate da repubblicani
schierati per Trump, ed esse possono riallocare i loro voti elettorali
in base ai nuovi risultati dell’audit, al fine di sostituire quelli
all’interno dei rispettivi stati, che sono stati eletti illegittimamente
espressi nel 2020 con le fraudolenti certificazioni dei segretari di
Stato. In questa repulisti saranno inclusi i membri del Congresso a
livello federale (membri della Camera dei Rappresentanti degli Stati
Uniti e del Senato degli Stati Uniti), e ciò ovviamente manda in
cortocircuito la macchina burocratica che aveva supportato Biden.
In
conclusione Flynn ci fa sapere che non siamo mai stati in questa
situazione prima, e rimangono aperte molte questioni costituzionali poco
chiare, tuttavia è chiarissimo che una volta certificata la non
legittimità delle presidenziali 2020 dagli Stati in questione, Biden
sarà rimosso. I nuovi audit stanno andando avanti e indicano risultati
elettorali fraudolenti così come già riscontrato in Arizona sulla contea
di Maricopa, che scatenerà la reazione a catena per abbattere
definitivamente Biden-Harris.
Tutta questa storia assurda mi fa
venire a mente un film spaghetti western del 1971, di Pasquale
Squitieri: La vendetta è un piatto da servire freddo, la cui
sceneggiatura sembra proprio anticipatrice degli eventi.
In questo film Jim Bridges, noto per i Capelli giallastro arancioni,
è cresciuto nell’odio degli indiani che gli hanno sterminato la
famiglia. Da adulto diventerà un odioso cacciatore di indiani, fin
quando scoprirà che non erano stati gli indiani i carnefici di quanto
lui avesse caro, ma bensì dei bianchi travestiti per ingannare e
terrorizzare la contea, al fine ultimo di instaurare il potere del
feroce tiranno locale, di nome Perkins. Con astuzia l’uomo dai capelli
giallastri riuscirà ad entrare nell’orbita di Perkins, proprio chinando
il capo umilmente, e grazie a questo espediente riuscirà a risolvere il
conto aperto avendo l’occasione di un corpo a corpo inaspettato, al
termine del quale, una fredda, lucida e sacrosanta perfidia vendicativa,
farà giustizia western. L’happy end arriverà con all’aiuto degli stessi
pellerossa che si affratelleranno all’eroe del film, un pistolero dai
capelli arancioni.
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