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L’Inghilterra è una delle nazioni che sta compiendo più di tutte un’operazione di trasparenza sui dati relativi alle infezioni da Sars Cov2 e ai decessi tra popolazione vaccinata e non.
Il Public Health England, l’agenzia governativa del Ministero della Salute, ha pubblicato il 20 agosto scorso il rapporto tecnico con i dati aggiornati al 15 agosto.
Analizzando la tabella sui ricoveri ospedalieri e i decessi di persone infettate dalla variante Delta, in base allo stato di vaccinazione emergono dati sui quali è necessario porre attenzione.
Il totale dei casi di variante Delta registrati dal primo febbraio al 15 agosto sono 386.735. Di questi 183.133 sono persone non vaccinate, 163.329 sono vaccinate.
I casi di persone infettate nonostante la vaccinazione sono suddivisi in: infettate entro i primi 21 giorni dalla prima dose, infettate dopo 21 giorni dalla prima dose e infettate quattordici giorni dopo la seconda dose.
La tabella divide la popolazione in over 50 e under 50.
I dati più preoccupanti risultano proprio nella fascia di popolazione sopra i cinquant’anni, dunque quella maggiormente a rischio in caso di malattia con sintomatologia grave.
Il totale delle persone infettate nella fascia di popolazione over 50 è 48.264.
Di queste 4891 sono non vaccinate e ben 39.131 sono vaccinate.
Portando queste cifre in percentuali significa che i vaccinati over 50
infettati dalla variante Delta costituiscono l’88,9% delle persone
infettate a fronte dell’11% di non vaccinati.
Scendendo poi nell’analisi specifica dei 39.131 soggetti vaccinati emerge un ulteriore dato preoccupante sulla modalità con cui è stata portata avanti la campagna di vaccinazione. Dei 39.131 infettati ben 32.828 sono persone che hanno ricevuto la doppia dose, dunque che hanno terminato il ciclo vaccinale. Sono 6.075 quelle infettate a distanza di 21 giorni dalla prima dose e solo 228 quelle che hanno preso il virus entro i primi 21 giorni dalla prima dose.
Andiamo poi a vedere i numeri dei decessi sempre con riferimento alla fascia di popolazione con più di cinquant’anni di età.
La tabella del Public Health prende in esame le morti verificatesi entro 28 giorni dalla data del risultato di positività al test.
I decessi totali di over 50 sono 1076: 318 non vaccinati e 745 vaccinati, di cui ben 652 vaccinati con doppia dose.
Certo i dati andrebbero valutati alla luce del cosiddetto paradosso di Simpson, in base al quale i dati superiori di contagi e decessi tra i vaccinati è dovuto al fatto che il numero delle persone vaccinate supera di gran lunga quelle non vaccinate.
Resta però la domanda: com’è possibile che, stando ai dati
ufficiali inglesi, i vaccinati con più di cinquant’anni che hanno
completato il ciclo vaccinale si infettano e muoiono in misura maggiore
rispetto a chi ha ricevuto una dose?
La comunità scientifica può cortesemente spiegare questi dati?
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