giovedì 27 maggio 2021

Se avete avuto la COVID, per favore non vaccinatevi

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 Joseph Mercola
articles.mercola.com

Nella loro corsa a vaccinare l’intera popolazione adulta degli Stati Uniti, le autorità sanitarie stanno esortando tutti a farsi l’iniezione per la COVID, indipendentemente dal fatto che siano già stati infettati dal SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19 e spendono miliardi di dollari in propaganda finanziata dai contribuenti per convincere la gente ad assumere il vaccino.

Questa è comunque una distinzione importante, visto che c’è almeno uno scienziato che avverte la Food and Drug Administration degli Stati Uniti che un “vero e proprio pericolo” incombe su coloro che hanno avuto la COVID-19 e, successivamente, si vaccinano.

Questo scienziato, il dottor Hooman Noorchashm, un cardiochirurgo e un sostenitore dei diritti pazienti, ha avvertito la FDA che un prescreening per le proteine virali del SARS-CoV-2 potrebbe ridurre il rischio di effetti avversi e di decessi post vaccinazione, questo perchè il vaccino potrebbe innescare una risposta immunitaria pericolosa in coloro che sono già stati infettati dal virus [1].

Sfortunatamente, le agenzie sanitarie continuano ad affermare che tutti dovrebbero farsi vaccinare, anche se hanno già acquisito un’immunità naturale da una precedente infezione.

Il CDC: Vaccinatevi anche se avete avuto la COVID

Il CDC, il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie, ammette che è raro riammalarsi se si è già avuto la COVID-19. Nonostante questo, dice anche che chi è guarito dalla COVID-19 dovrebbe comunque farsi vaccinare: [2]

“Dovreste essere vaccinati, indipendentemente dal fatto che abbiate già avuto la COVID-19. Questo perché gli esperti non sanno ancora per quanto tempo si è protetti dopo la guarigione dalla COVID-19. Anche se siete già guariti dalla COVID-19, è possibile – anche se raro – che possiate nuovamente essere infettati dal virus che causa la COVID-19.”

Il sistema immunitario è progettato per funzionare in risposta all’esposizione ad un agente infettivo. Una volta guariti, normalmente si è immunizzati contro quell’agente infettivo. Questo è il motivo per cui, per esempio, per poter accedere alla maggior parte delle scuole pubbliche statunitensi, al posto della vaccimazione è ammessa la prova di una precedente diagnosi di varicella, morbillo e parotite [3]; una volta che si è fatta la malattia e si è guariti, si è immuni.

Se avete avuto la COVID-19, avete un certo livello di immunità contro il virus. Non si sa quanto durerà, così come non si sa quanto durerà la protezione data dal vaccino. Secondo l’Agenzia Svedese di Salute Pubblica: [4]

“Se avete avuto la COVID-19, avrete una certa protezione contro la reinfezione. Questo significa che avrete meno probabilità di essere infettati e di ammalarvi in modo grave, e meno probabilità di infettare altri se esposti nuovamente al virus.

Con il tempo, la protezione che si ottiene dopo un’infezione diminuisce e aumenta il rischio di essere reinfettati. Al momento, stimiamo che la protezione dopo COVID-19 duri almeno sei mesi dal momento dell’infezione.”

Le persone con pregressa COVID-19 hanno più effetti collaterali dopo la vaccinazione

Un’indagine internazionale su 2.002 persone che avevano ricevuto una prima dose di vaccino COVID-19 ha scoperto che chi aveva già contratto la COVID-19 aveva avuto effetti collarerali di “un’incidenza e di una gravità significativamente maggiori” dopo vaccinazione COVID-19 [5]. Coloro che, in precedenza, avevano avuto la COVID-19 avevano un rischio maggiore di effetti collaterali di qualunque genere e, in particolare, di:

Febbre
Affanno
Malattia simile all’influenza
Affaticamento
Reazioni locali
Gravi effetti collaterali con conseguente ospedalizzazione

I vaccini mRNA COVID-19 avevano una maggiore incidenza di effetti collaterali rispetto ai vaccini COVID-19 a base di vettore virale, ma i loro effetti collaterali tendevano ad essere più lievi, quasi solo reazioni locali. Le reazioni sistemiche, come anafilassi, malattia simil-influenzale e dispnea, erano più probabili con i vaccini COVID-19 a vettore virale.

Secondo i ricercatori, i risultati dovrebbero indurre le autorità sanitarie a rivedere le loro raccomandazioni per la vaccinazione delle persone che avevano già sofferto di COVID-19: [6]

“Le persone con precedente esposizione alla COVID-19 erano state in gran parte escluse dagli studi sui vaccini e, di conseguenza, la sicurezza e la reattogenicità dei vaccini in questa popolazione non erano state valutate in modo completo. Per la prima volta, questo studio dimostra un’associazione significativa tra una precedente infezione da COVID19 e un’incidenza e una gravità significativamente maggiori di effetti collaterali auto-riferiti dopo vaccinazione COVID-19.

In una chiara correlazione con la prima dose di vaccino, abbiamo riscontrato una maggiore incidenza e gravità degli effetti collaterali auto-riferiti dopo la seconda dose, quando i destinatari erano stati precedentemente esposti all’antigene virale.

Alla luce dei dati che si stanno rapidamente accumulando e che dimostrano che i sopravvissuti alla COVID-19 hanno generalmente un’adeguata immunità naturale per almeno 6 mesi, potrebbe essere opportuno rivalutare la raccomandazione per la vaccinazione immediata di questo gruppo.”

Il chirurgo avverte di pericoli immunologici e tromboembolici

Noorchashm aveva scritto diverse lettere alla FDA, avvertendo che le persone dovrebbero essere sottoposte a screening per le proteine virali SARS-CoV-2 prima della vaccinazione COVID-19. Senza un tale screening, aveva scritto in una lettera alla FDA, “questa vaccinazione indiscriminata è un vero e proprio pericolo per il sottoinsieme di persone già infettate in precedenza” [7].

Aveva descritto il caso di Benjamin Goodman, 32 anni, di New York, morto il giorno dopo aver ricevuto il vaccino COVID-19 Johnson & Johnson. “Ce ne saranno molti altri nei prossimi mesi, dato che vacciniamo con noncuranza e indiscriminatamente persone già infettate, milioni al giorno… È una quasi certezza” [8]. Si tratta di antigeni virali che rimangono nell’organismo dopo che una persona è stata infettata naturalmente.

La risposta immunitaria riattivata dal vaccino COVID-19 può scatenare l’infiammazione nei tessuti dove sono presenti gli antigeni virali. Il rivestimento interno dei vasi sanguigni, i polmoni e il cervello possono essere particolarmente a rischio di infiammazione e danni [9]. Secondo Noorchashm: [10]

“Quello che è più probabile è che quando nell’endotelio vascolare sono presentigli antigeni virali, specialmente negli anziani e nei fragili con malattie cardiovascolari, la risposta immunitaria specifica scatenata dal vaccino contro questi antigeni quasi certamente produrrà danni all’endotelio vascolare.

Questa infiammazione endoteliale causata dal vaccino indurrà sicuramente la formazione di coaguli di sangue, con il rischio di gravi complicazioni tromboemboliche, almeno nel sottoinsieme di pazienti con queste caratteristiche. Se la maggioranza dei pazienti più giovani e robusti potrebbe tollerare una certa quota di danno vascolare causato da una risposta immunitaria indotta dal vaccino, molti pazienti anziani e fragili con malattie cardiovascolari non saranno in grado di farlo.”

Noorchashm cita poi uno dei suoi vecchi professori di medicina, che era solito dire: “gli occhi non vedono ciò che la mente non conosce.” Nel caso di una risposta immunitaria specifica indotta dal vaccino, che può scatenare complicazioni tromboemboliche da 10 a 20 giorni dopo la vaccinazione, soprattutto in persone anziane e fragili, è probabile che queste reazioni non vengano registrate come eventi avversi legati al vaccino.

Ritardare immediatamente la vaccinazione per questi gruppi chiave

Nelle sue ripetute lettere alla FDA, Noorchashm suggerisce che la FDA dovrebbe “immediatamente e come minimo” posticipare la vaccinazione COVID-19 nelle persone con infezioni sintomatiche o asintomatiche da COVID-19, così come in quelle che si sono recentemente riprese dal virus.

Dal momento che moltissimi casi sono asintomatici, raccomanda ai medici di “sottoporre a screening attivo il maggior numero possibile di pazienti ad alto rischio cardiovascolare, al fine di rilevare la presenza del SARS-CoV-2, prima di vaccinarli” [11]. Stando così le cose, Noorchashm è del parere che, dal momento che la FDA ignora quello che, secondo lui, è un grosso problema  per una considerevole minoranza di persone, la credibilità della FDA e quella della stessa campagna di vaccinazione di massa corrano un grave rischio: [12]

“Vi immaginate se il pubblico, senza aver ricevuto alcun avvertimento reale dalla FDA, venisse a conoscenza di un numero crescente di tali complicazioni vascolari/tromboemboliche? Cosa credete che succederà allora al livello di ‘esitazione vaccinale’?  [Speriamo aumenti, n.d.t.]

E che tipo di responsabilità pensate che il pubblico esigerà dai nostri esperti e dai regolatori federali, specialmente se sapevano, o avrebbero dovuto sapere dell’esistenza di questo pericolo immunologico?

L’obiettivo di salvaguardare la maggior parte del nostro pubblico e di proteggere la nazione da questa pandemia con una vaccinazione rapida e aggressiva è eticamente valido, ma, quando veniamo a conoscenza di rischi reali, o probabili, di gravi effetti collaterali e di decessi dovremmo mitigare i rischi per coloro che sono potenzialmente in pericolo.

Agire in questo modo è l’unica opzione ragionevole, etica e probabilmente legale, che potete perseguire come regolatori della salute pubblica, perché, in America, non sacrifichiamo più la vita di sottoinsiemi minoritari di persone per il beneficio della maggioranza.”

In Israele, sono oggetto di indagine da parte del Ministero della Salute almeno 62 casi di miocardite (infiammazione del cuore) in persone che avevano ricevuto il vaccino COVID-19 di Pfizer. La maggior parte dei casi si sono verificati in maschi sotto i 30 anni che godevano di buona salute e, fra questi, si contano anche due decessi [13], [14].

Nessuna prova di efficacia in persone che già hanno avuto la COVID-19

In un importante rapporto emesso dal Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione del CDC, 15 scienziati hanno dichiarato che il vaccino COVID-19 di Pfizer-BioNTech avrebbe “una efficacia elevata e costante” del 92% o più tra le persone con prove di una precedente infezione da SARS-CoV-2 [15].

Ma, secondo il parlamentare repubblicano del Kentucky, Thomas Massie, “Questa frase è sbagliata. Non c’è alcuna efficacia dimostrata nella sperimentazione Pfizer tra i partecipanti con evidenza di precedenti infezioni da SARS-CoV-2 e, in realtà, non c’è alcuna prova nemmeno nella sperimentazione di Moderna” [16]. In Francia, l’ente sanitario Haute Autorité de Santé (HAS) raccomanda di non vaccinare di routine coloro che sono già guariti dalla COVID-19, affermando: [17]

“In questa fase, non è necessario vaccinare sistematicamente le persone che hanno già sviluppato una forma sintomatica di Covid-19, a meno che non lo desiderino in seguito ad una decisione condivisa con il proprio medico e comunque non meno di 3 mesi dopo la comparsa dei sintomi.”

Quando Massie si era reso conto che la vaccinazione non cambiava il rischio di infezione tra le persone che avevano avuto la COVID-19, si era allarmato e aveva contattato direttamente il CDC, registrando le telefonate.

“(Il rapporto del CDC) dice l’esatto contrario di quello che indicano i dati. Stanno dando alla gente l’impressione che questo vaccino salverà loro la vita, o che li metterà al riparo dalla sofferenza, anche se si è già stati infettati dal virus e si è guariti, cosa che non è stata dimostrata né nella sperimentazione di Pfizer né in quella di Moderna,” afferma Massey in un rapporto dal titolo “Full Measure” [La misura è colma] [18].

Il CDC permette che la disinformazione continui

Massie aveva parlato in numerose occasioni con diversi funzionari, che avevano ammesso questa disinformazione e avevano lasciato intendere che sarebbe stata corretta [19], [20]. Niente di tutto questo era stato fatto, almeno fino all’ultima telefonata di Massie con la vicedirettrice del CDC, la dr.ssa Anne Schuchat, che aveva riconosciuto la necessità di una revisione.

Come lei ha fatto correttamente notare, non c’è un’analisi sufficiente che dimostri l’efficacia [del vaccino] nell’unico sottoinsieme delle persone con infezione precedente. Quindi, ha ragione nel dire che quella frase è sbagliata e che dovremmo correggerla. Mi scuso per il ritardo,” aveva ammesso la Schuchat. Il 29 gennaio 2021, il CDC aveva finalmente apportato una correzione, che recita: [21]

“È stata osservata un’alta efficacia coerente (≥92%) in tutte le categorie di età, sesso, razza ed etnia e tra le persone con condizioni mediche sottostanti. L’efficacia è stata altrettanto elevata in un’analisi secondaria che includeva partecipanti con o senza evidenza di precedente infezione da SARS-CoV-2.”

Massie ritiene che, invece di correggere l’errore, la frase si limiti a riformularlo in modo diverso, suggerendo in modo fuorviante che la vaccinazione sarebbe comunque efficace anche per coloro che sono stati precedentemente infettati [22]. Nel frattempo, il CDC riferisce un numero crescente di casi di COVID-19 tra i completamente vaccinati.

A tutto il 26 aprile 2021, erano stati riportati 9.245 casi di COVID-19 in individui completamente vaccinati, compresi 132 decessi [23]. Si noti che questo non è il totale dei decessi dovuti alla vaccinazione, che, attualmente, sono quasi 4.000.

Tuttavia, il 14 maggio 2021, il CDC ha annunciato che non riporterà più i casi di infezione post vaccino, a meno che non comportino ospedalizzazione o decesso [24], il che minimizzerà il numero effettivo di casi di COVID post vaccinazione, abbassando artificialmente i tassi e facendo sembrare i vaccini più efficaci.

Il CDC ha anche cambiato le raccomandazioni sui test PCR per i completamente vaccinati, il che ridurrà ulteriormente la comparsa di casi di infezione post vaccinale, rendendo meno probabili i “test positivi.

I test PCR raccomandati dall’OMS sono impostati a 45 soglie di ciclo (CT) [25], ma il mondo scientifico è sempre stato concorde su fatto che qualsiasi CT oltre i 35 rende il test inutile [26], a causa del livello di precisione estremamente basso dovuto ai numerosi falsi positivi, che aumentano artificialmente il numero dei casi.

Nell’aprile 2021, il CDC ha raccomandato di abbassare il CT a 28, ma solo per le persone completamente vaccinate [27]. Secondo queste raccomandazioni, chiunque [risultasse positivo] con un CT di 30 non verrebbe considerato affetto da COVID-19 se fosse completamente vaccinato, ma, se non lo fosse, allora il suo test sarebbe considerato “positivo.”

È più che ovvio che stanno truccando il sistema per creare dati che si adattino alla loro falsa narrativa, che sta spingendo l’intera popolazione ad assumere un vaccino di cui non ha bisogno, che produrrà effetti collaterali e decessi e che, ogni anno, genererà introiti di decine di miliardi di dollari per le aziende farmaceutiche.

In cambio, le aziende farmaceutiche sono state esentate dai rischi legali per eventuali complicazioni, effetti avversi o morti e ricevono miliardi di dollari di pubblicità gratuita dai contribuenti statunitensi per indurli ad accettare questa pericolosa terapia genica.

La grande bugia: l’infezione naturale non sarebbe sufficiente

Perché i media continuano a promuovere la falsa narrativa secondo cui l’immunità naturale, quella acquisita infettandosi e guarendo da un virus, non sarebbe così potente o duratura come l’immunità acquisita tramite vaccinazione? [28], [29]. Pensate che sia per sostenere le vendite dei vaccini?

Hanno forse dimenticato che i vaccini COVID-19 non sono destinati ad essere una soluzione a lungo termine e che non hanno MAI dimostrato di fornire un potenziamento immunitario? Gli affrettati studi preliminari avevano mostrato solo una riduzione dei sintomi.

L’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, aveva esacerbato questa farsa affermando che, non solo la gente avrà bisogno di una terza dose di richiamo del vaccino COVID-19 entro 12 mesi dalla completa vaccinazione, ma che, con tutta probabilità, sarà necessaria una vaccinazione annuale [30].

Tuttavia, è stata dimostrata una robusta immunità naturale per almeno otto mesi dopo l’infezione in più del 95% delle persone che avevano superato la COVID-19 [31] [32]. Uno studio su Nature ha anche dimostrato una robusta immunità naturale in persone guarite dal SARS e dal SARS-CoV-2 [33].

Ci sono ancora molte domande senza risposta sui vaccini COVID-19, molte delle quali assolutamente sconosciute alla maggior parte del pubblico, come l’imprinting genetico e l’immunopatologia Th2. Se comunque opterete per farvi iniettare un vaccino COVID-19, sappiate che state partecipando ad un esperimento gigantesco e che sarete delle vere e proprie cavie in una sperimentazione di cui non si conoscono gli esiti.

Joseph Mercola

Fonte: articles.mercola.com
Link: https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/05/24/delay-vaccination-for-people-with-covid-19-infections.aspx?ui=59ed2e7639939da92ff0e3fd8a4becd1e38e467e8312fec7760fac1ab9753aaf&sd=20210422&cid_source=dnl&cid_medium=email&cid_content=art1HL&cid=20210524_HL2&mid=DM892888&rid=1165848714

24.05.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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