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Le politiche e le misure di contrasto alla povertà hanno recentemente
ripreso ad essere al centro dell'agenda politica dei governi italiani.
Il lavoro rappresenta la prima forma di integrazione sociale, ma negli
anni della crisi e la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro
sembra che schemi di reddito minimo garantito non siano più
sufficienti. In questo contesto si sviluppa l'idea parallela di
introdurre un reddito di base non condizionato all'accettazione di una
proposta di lavoro, sempre più risorsa scarsa nella società
globalizzata. Quale sarà il futuro dell'attuale modello di welfare è un
percorso non dato a priori e che forse premierà solo chi avrà il
coraggio di unire la tradizione con l'innovazione.
Giuseppe Angelillis, assistente sociale specialista. Per circa dieci
anni ha lavorato nell'ambito delle disabilità e della non
autosufficienza fisica. Dal 2014 al 2018 ha lavorato con persone in
disagio psichico più o meno grave, esperienza che lo ha stimolato ad
allargare i propri orizzonti del sapere per favorire percorsi di
inclusione per soggetti emarginati e vittime di stigma dalla società.
Per questo motivo ha voluto dotarsi di nuove competenze e nel luglio
2017 ha conseguito presso la Link Campus University di Roma il Master in
Management dei servizi e politiche del lavoro, con l'obiettivo di
contribuire attraverso la propria professione ad interrompere la
trasmissione intergenerazionale della povertà. Attualmente è Assistente
Sociale presso il Ministero della Giustizia.
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