martedì 21 luglio 2020

La sanità cinese allunga la vita

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Da un rapporto dell’Accademia Cinese di Scienze Mediche, pubblicato ieri, veniamo a sapere che le varie riforme sanitarie fatte dal 2009 al 2019, che hanno reso quasi universale il sistema, hanno avuto come effetto un aumento dell’aspettativa di vita da 74,8 anni a 77,3 anni.
La mortalità materna, contemporaneamente, è passata da 31,9 per 100 mila abitanti a 17,8, mentre la mortalità infantile è calata dal 13,8 per mille a 5,6 per mille.Le madri rischiano molto meno al momento del parto, i neonati hanno molta più probabilità di vivere tranquillamente.
Ci interessa un altro dato, e cioè che in dieci anni l’apporto della spesa sanitaria sostenuta dalla popolazione è passato dal 37,5% al 28,4%. Questo prima della mega riforma annunciata nel 2020, che avrà come effetto un ulteriore forte diminuzione della spesa sanitaria da parte della popolazione cinese, che verrà accollata dal bilancio pubblico.

Ma se in 10 anni questa diminuzione è stata di circa il 9% e nel 2020 scenderà ancora significa che questo paese ha spazi enormi per i consumi interni. E’ bastata infatti la diminuzione del 9% della spesa sanitaria privata (delle famiglie, come si dice qui) per assistere al boom dei consumi di questo decennio.
Con le decisioni prese con la pandemia, che allargano la spesa pubblica per sanità enormemente, la Cina avrà un respiro forte per basarsi sui consumi e sulla domanda interna. E’ il salario sociale globale di classe come meccanismo di accumulazione.
Ad ora i consumi non si sono ancora ripresi, i cinesi sono scettici e guardinghi, la pandemia li ha scossi e resi incerti. Ma se le autorità governativa dovessero accelerare la spesa pubblica ai livelli del 2008, l’effetto-leva conseguente, specie ora che la spesa sanitaria verrà coperta in buona parte dal pubblico, potrebbe innescare un processo storico e ribaltare lo scenario economico mondiale.
La Cina dal 2008 utilizza il salario sociale globale di classe come meccanismo di accumulazione, i paesi occidentali lo tagliano invece sempre di più e puntano sulla carta finanziaria, sul capitale produttivo di interesse.
Il primo pone le basi per lo sviluppo delle forze produttive, il secondo le distrugge, fino a farne un deserto produttivo abitato dalla miseria, come nelle metropoli americane. Gli Usa per stare al passo dovrebbero spendere migliaia di miliardi di dollari per rendere sanità e istruzioni universali, ma al momento il panorama politico non offre questo orizzonte, mentre in Ue si invocano continui tagli.
La proprietà privata ha oggi un grande peso in Cina, ma alcune reminescenze dello Stato sociale socialista vengono sempre più alla ribalta.
Non vi rinunciano, anche perché i cinesi sanno che sono una leva della crescita fuori dai ricatti di vari paesi che dominano il mercato mondiale.

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