martedì 21 luglio 2020

Continua lo sciopero della fame dei Mapuche. Celestino Cordova ha annunciato che presto comincerĂ  anche quello della sete: "Vogliamo indietro le nostre terre. Siamo prigionieri politici" .

Lo sciopero della fame di nove esponenti del movimento mapuche del Cile reclusi nelle carceri di Temuco, Angol e Lebu, ha superato oggi i 77 giorni, mentre il piĂ¹ conosciuto dei detenuti, Celestino Cordova, ha annunciato che a partire da domani avvierĂ  anche uno sciopero della sete. 

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Lo riferisce Radio BioBio di Santiago del Cile. I mapuche, che rivendicano diritti sulle terre dei loro avi e si considerano prigionieri politici, hanno cominciato il 4 maggio la protesta che assicurano voler portare avanti fino alle "estreme conseguenze".
Cordova, riconosciuto leader spirituale ('machi') in prigione da circa sette anni, è stato trasferito la settimana scorsa in un ospedale.
Fra le esigenze da lui avanzate, e non accolte dalle autorità, vi è stata quella di poter trascorrere il periodo di isolamento per la pandemia da coronavirus nello spazio spirituale ('rewe') della sua casa, legato alla cosmogonia mapuche.

Attualmente Cordova sconta una condanna a 18 anni di carcere per la morte di una coppia nell'incendio di una casa provocato durante una protesta.
Lui e gli altri detenuti hanno ripetutamente chiesto, senza successo, la possibilitĂ  di scontare le pene detentive nelle loro comunitĂ , come previsto dalla Convenzione 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), ratificata dal Cile nel 2008.

I Mapuche (termine composto dalle parole Che, “Popolo”, e Mapu, “della Terra”) sono una popolazione indigena che attualmente vive divisa fra Cile e Argentina.
La loro storia è simile a quella di tante altre popolazioni native. Se ne stavano tranquilli nelle loro terre finché non arriviamo noi occidentali (nella specie, gli spagnoli) a massacrarli, a privarli delle loro terre e di recente a costruire dighe, autostrade e realizzare piantagioni invasive.

Nel 1991, acquisite le terre, la famiglia Benetton ha proceduto allo sfollamento dei Mapuche, incompatibili con il progetto economico della famiglia italiana. Ed è così che oggi nelle terre di Benetton vengono allevati 260mila capi di bestiame, tra pecore e montoni, che producono circa 1 milione 300mila chili di lana all’anno i quali sono interamente esportati in Europa. Nello stesso terreno sono allevati 16mila bovini destinati al macello.

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