Una testa di leone d'oro su sfondo rosso. È lo stemma dello storico rione di Trastevere. A Roma si dice che quel leone, mille anni fa, fosse il simbolo di Roma, superbo e fiero, e che abitasse il Campidoglio, finché un ragazzo, avvicinatosi troppo alla gabbia, venne ucciso e così il leone fu sostituito con una lupa.
La sala, lasciata vuota per 14 anni, due anni fa è stata occupata e ristrutturata da un gruppo di studenti. Così ha ricominciato a vivere. Tutte le sere si proiettavano film, documentari, pellicole introvabili e partite di calcio. In un quartiere sequestrato dal tavolino selvaggio e dal turismo alcolico, il Cinema America Occupato era un'oasi felice, c'erano proiezioni per tutti i gusti. Ogni spettatore aveva il suo spazio.
A quello stemma ho pensato sabato scorso, qualche giorno dopo che i proprietari del Cinema America, riuniti nella società Progetto Uno, hanno chiesto la restituzione immediata dello stabile e sporto denuncia per omissione d'atti di ufficio, vista l'autorizzazione allo sgombero e la restituzione dell'immobile alla proprietà, firmata dal gip Orlando Villoni ad aprile del 2013, e i ritardi del prefetto Giuseppe Pecoraro a dare il via libera definitivo.
Un leone era l'Occupazione, che andava avanti, coinvolgendo il quartiere e il Municipio in iniziative culturali ed arene estive, nonostante le pressioni della proprietà, incassando pure la visita del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che aveva dichiarato l'interesse ad avviare l'iter burocratico per porre il vincolo artistico sullo stabile, affinché non perdesse la destinazione d'uso originaria.
A meno di una settimana dalla direttiva ministeriale del 26 agosto 2014, emanata da Franceschini per tutelare le sale cinematografiche di interesse storico del territorio italiano e sottoporle a vincolo di destinazione d'uso; a novanta giorni dall'apposizione definitiva dei vincoli storico-artistici che avrebbero salvato il Cinema America dalla demolizione e dal cambio di destinazione d'uso; a meno di un mese dalla chiusura del Teatro Valle Occupato, e a sei mesi dal sequestro dei locali dell'Angelo Mai, altro spazio culturale situato nel centro di Roma, è arrivato stamattina lo sgombero del Cinema America Occupato.
Quel leone, che sabato era ancora forte e altezzoso, nonostante le recenti sconfitte, testimoniando la forza delle esperienze in difesa dei beni comuni e delle lotte per il recupero degli spazi abbandonati, in queste ore sta lasciando il posto alla lupa, piegata al primato dell'interesse privato sul pubblico.
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