martedì 17 giugno 2014

Ttip, il governo: «I negoziati sul commercio non sono trasparenti al 100%».

Il governo ha pro­messo di ren­dere noto il man­dato nego­zio­nale del par­te­na­riato tran­sa­tlan­tico su com­mer­cio e Inve­sti­menti, il Tran­sa­tlan­tic trade and invest­ment part­ner­ship (Ttip), sul quale sono in corso trat­ta­tive segrete tra l’Unione Euro­pea e gli Stati Uniti.
Il Manifesto
«Ma il nego­ziato non può essere tra­spa­rente al 100% — ha pre­ci­sato il sot­to­se­gre­ta­rio allo Svi­luppo eco­no­mico Carlo Calenda rispon­dendo a un’interpellanza pre­sen­tata dal depu­tato ex movi­mento 5 Stelle (oggi nel gruppo misto alla Camera) Adriano Zac­ca­gnini — Per­ché altri­menti la con­tro­parte potrebbe venire a cono­scenza di tutte le stra­te­gie che ven­gono messe in campo per otte­nere quello che si vuole. Con la pub­bli­ca­zione del man­dato nego­ziale, invece, ven­gono infor­mati i cit­ta­dini di qual è il limite delle pro­po­ste, cioè su quello in cui non si può trattare». Calenda ha ammesso che le pub­bli­ca­zione com­por­te­rebbe comun­que alcuni rischi: «Equi­var­rebbe ad un pre­ce­dente — ha aggiunto — impo­nendo la pub­bli­ca­zione di tale man­dato per tutti gli accordi di libero scam­bio e sco­prendo la posi­zione nego­ziale». Nel seme­stre di pre­si­denza dell’Unione Euro­pea il governo ita­liano «ritor­nerà sull’esigenza di ren­dere pub­blico il man­dato nego­ziale del Ttip». Il sot­to­se­gre­ta­rio ha soste­nuto che la con­ver­genza dei rego­la­menti del set­tore com­mer­ciale tra Europa e Stati Uniti «non mette in discus­sione gli stan­dard sociali, ma si cerca invece l’omologazione dei pro­dotti» e all’eliminazione di quelle che sono state defi­nite «dif­fi­coltà buro­cra­ti­che nelle espor­ta­zioni», in par­ti­co­lare delle pic­cole e medie imprese.

Per Calenda, il nego­ziato tra Ue e Usa «non riguar­derà gli Ogm nè i mer­cati finan­ziari, per­ché gli Usa riten­gono la loro nor­ma­tiva più strin­gente rispetto alla nostra». «Il Ttip — ha pre­ci­sato — non è un accordo al ribasso ma al rialzo. È un modo diverso di vedere la glo­ba­liz­za­zione». La rispo­sta del governo non ha sod­di­sfatto Zac­ca­gnini che, tra gli altri, ha ade­rito all’appello rivolto ai par­la­men­tari ita­liani da 60 orga­niz­za­zioni, sin­da­cati, movi­menti, asso­cia­zioni, ver­tenze locali che ade­ri­scono alla cam­pa­gna nazio­nale «Stop Ttip Italia».
«Quella del governo è una difesa scon­tata del Ttip — afferma — Devono essere innal­zati gli stan­dard qua­li­ta­tivi anche nelle moda­lità di con­trat­ta­zione e que­sto lo si può fare dando più voce e par­te­ci­pa­zione ai cit­ta­dini. Il man­dato nego­ziale che ha la Com­mis­sione è un man­dato non legit­ti­mato da una vota­zione demo­cra­tica. Per Zac­ca­gnini «l’uniformazione dei rego­la­menti com­mer­ciali tra Usa e Ue pro­durrà ten­den­zial­mente una uni­for­ma­zione al ribasso. Una stor­tura tipica del modello libe­ri­sta». Sul sito stop-ttip-italia.net, Monica Di Sisto (Fair­watch) harac­con­tato gli esiti dell’ultimo round nego­ziale Usa-Ue tenu­tosi a Arling­ton in Virginia.
Gli Usa hanno pre­sen­tato le prime offerte di libe­ra­liz­za­zione di ser­vizi, tariffe e appalti pub­blici. L’Ue è rima­sta immo­bile. Da quel poco che si sa, l’Europa avrebbe pro­po­sto l’abbattimento del 95% delle sue tasse solo sulle impor­ta­zioni di ser­vizi dagli Usa, gli Usa avreb­bero con­cesso appena il 69%.

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