mercoledì 25 giugno 2014

28-06-14-PARCO DELLA MAREMMA-CENTRALE A BIOGAS-QUALE FUTURO?

LA LOBBY BIOGASSISTA VUOLE MANDARE IN FUMO ANCHE IL PARCO DELLA MAREMMA.

COORDINAMENTO dei COMITATI RIFIUTI-ENERGIA del LAZIO  

Sul parco della Maremma incombe un grande rischio: la costruzione di un impianto a biogas all’interno del perimetro del parco stesso.
Un precedente pericoloso,sia come scelta (il principio di “parco” come zona protetta dalle industrie insalubri è a rischio) sia come conseguenza  di ricaduta sulla biodiversità, e la salute di tutti gli esseri viventi e la salute di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente.
La lobby biogassista con il consenso di Legambiente vuole così dimostrare in modo plateale che questi impianti possono e devono essere localizzati senza alcun criterio di salvaguardia, nei parchi, nelle ZPS, a ridosso delle abitazioni, ma sappiamo bene che  tutto è finalizzato alla speculazione economica, all’accesso ai ricchi incentivi pubblici elargiti dallo stato per la produzione di energia rinnovabile, termine truffa che, come in questo caso, assimila la produzione agricola ad una fonte di energia sempre disponibile (come il vento, il sole), una menzogna che nega anche la necessità di coltivarla, con grande utilizzo di acqua, mezzi, risorse umane.


Già la regione Toscana ha emanato un decreto che prevede e consente la costruzione di impianti industriali anche all’interno delle zone protette! Ed è alquanto discutibile e anacronistica la scelta di potenziare l’allevamento in un ‘azienda zootecnica (che, fra l’altro, tiene gli animali non allo stato brado o  al  pascolo bensì a stabulazione fissa) le cui deiezioni dovrebbero essere smaltite attraverso questo impianto, insieme a triticale da granoturco coltivato su circa 23 ettari.

Cibo come fonte di energia. Una follia, in un paese dove l’energia è già disponibile è fino a 4 volte il fabbisogno giornaliero di picco, dove ad oggi non esiste un piano energetico nazionale che disciplini la materia e che vada finalmente a spegnere inutili ecomostri.

Il futuro del mondo, se vogliamo far mangiare tutti e salvaguardare l’ambiente, non passa per lo sviluppo delle aziende zootecniche considerate un fattore centrale nel consumo  di risorse alimentari e idriche, inquinamento delle acque, uso delle terre, deforestazione, degradazione del suolo ed emissione.

L’utilizzo di terreno per la produzione energetica, cioè coltivare terreni per produrre combustibile per le centrali elettriche a biogas è criminale. Già da diverso tempo importiamo alimenti da tutte le parti del mondo con un dispendio energetico impressionante.

A questo povero mondo serve un’economia che sostenga e consolidi le esperienze delle produzioni agricole locali, alimenti di qualità che contemporaneamente preservano il particolare, peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, dove l’ambiente non sia continuamente messo sotto pressione dall’inquinamento dell’aria (le centrali a biogas bruciano il gas e producono inquinanti, tra cui biossido d’azoto, che mettono a rischio la salute), della terra e delle falde (il digestato, lo scarto di lavorazione del biogas, viene sparso, spesso senza alcun criterio agronomico, nelle campagne).

Chiedete ad un biogassista se farebbe mai una centrale senza la sicurezza delle entrate derivati dagli incentivi e vi risponderà di no, non c’è alcuna convenienza economica. 

Dietro questa operazione c'è solo speculazione economica, fermare la localizzazione di questa centrale è una battaglia di tutti, e noi come Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio la sosteniamo e la sosterremo.
COORDINAMENTO dei COMITATI RIFIUTI-ENERGIA del LAZIO 

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