LA LOBBY BIOGASSISTA VUOLE MANDARE IN FUMO ANCHE IL PARCO DELLA MAREMMA.
COORDINAMENTO dei COMITATI RIFIUTI-ENERGIA del LAZIO
Sul
parco della Maremma incombe un grande rischio: la costruzione di un
impianto a biogas all’interno del perimetro del parco stesso.
Un
precedente pericoloso,sia come scelta (il principio di “parco” come zona
protetta dalle industrie insalubri è a rischio) sia come conseguenza di
ricaduta sulla biodiversità, e la salute di tutti gli esseri viventi e
la salute di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente.
La
lobby biogassista con il consenso di Legambiente vuole così dimostrare
in modo plateale che questi impianti possono e devono essere localizzati
senza alcun criterio di salvaguardia, nei parchi, nelle ZPS, a ridosso
delle abitazioni, ma sappiamo bene che tutto è finalizzato alla
speculazione economica, all’accesso ai ricchi incentivi pubblici
elargiti dallo stato per la produzione di energia rinnovabile, termine
truffa che, come in questo caso, assimila la produzione agricola ad una
fonte di energia sempre disponibile (come il vento, il sole), una
menzogna che nega anche la necessità di coltivarla, con grande utilizzo
di acqua, mezzi, risorse umane.
Già
la regione Toscana ha emanato un decreto che prevede e consente la
costruzione di impianti industriali anche all’interno delle zone
protette! Ed è alquanto discutibile e anacronistica la scelta di
potenziare l’allevamento in un ‘azienda zootecnica (che, fra l’altro,
tiene gli animali non allo stato brado o al pascolo
bensì a stabulazione fissa) le cui deiezioni dovrebbero essere smaltite
attraverso questo impianto, insieme a triticale da granoturco coltivato
su circa 23 ettari.
Cibo
come fonte di energia. Una follia, in un paese dove l’energia è già
disponibile è fino a 4 volte il fabbisogno giornaliero di picco, dove ad
oggi non esiste un piano energetico nazionale che disciplini la materia
e che vada finalmente a spegnere inutili ecomostri.
Il
futuro del mondo, se vogliamo far mangiare tutti e salvaguardare
l’ambiente, non passa per lo sviluppo delle aziende zootecniche
considerate un fattore centrale nel consumo di risorse
alimentari e idriche, inquinamento delle acque, uso delle terre,
deforestazione, degradazione del suolo ed emissione.
L’utilizzo di terreno per la produzione energetica, cioè coltivare terreni per produrre combustibile per le centrali elettriche a biogas è criminale. Già da diverso tempo importiamo alimenti da tutte le parti del mondo con un dispendio energetico impressionante.
L’utilizzo di terreno per la produzione energetica, cioè coltivare terreni per produrre combustibile per le centrali elettriche a biogas è criminale. Già da diverso tempo importiamo alimenti da tutte le parti del mondo con un dispendio energetico impressionante.
A
questo povero mondo serve un’economia che sostenga e consolidi le
esperienze delle produzioni agricole locali, alimenti di qualità che
contemporaneamente preservano il particolare, peculiare ed
inconfondibile paesaggio agrario, dove l’ambiente non sia continuamente
messo sotto pressione dall’inquinamento dell’aria (le centrali a biogas
bruciano il gas e producono inquinanti, tra cui biossido d’azoto, che
mettono a rischio la salute), della terra e delle falde (il digestato,
lo scarto di lavorazione del biogas, viene sparso, spesso senza alcun
criterio agronomico, nelle campagne).
Chiedete
ad un biogassista se farebbe mai una centrale senza la sicurezza delle
entrate derivati dagli incentivi e vi risponderà di no, non c’è alcuna
convenienza economica.
Dietro
questa operazione c'è solo speculazione economica, fermare la
localizzazione di questa centrale è una battaglia di tutti, e noi come
Coordinamento dei Comitati Rifiuti-Energia del Lazio la sosteniamo e la
sosterremo.
COORDINAMENTO dei COMITATI RIFIUTI-ENERGIA del LAZIO
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