martedì 3 giugno 2014

Nord di Roma. Fiumicino, arriva il fallimento di Groundcare, un altro tassello della crisi dei trasporti in Italia.

850 lavoratori di Groundcare sbattuti da pochi giorni davanti alla cruda realtà della sentenza di fallimento. Siamo all’aeroporto di Fiumicino, che tra l’uscita di scena di Alitalia e una ristrutturazione “speculativa” dell’impianto in mano a Benetton non promette niente di buono per il prossimo futuro. A parole si parla di grandi progetti di sviluppo, ma la sensazione è che finisca tutto in mano al “ribasso” del low cost. E i segnali si vedono. 

controlacrisi.org fabio sebastiani
Da anni a Fiumicino si perdono posti di lavoro e pezzi di produzione di alta qualità, come fu per l’officina motori di Alitalia, tanto per citare il caso più noto. L’ultimo segnale del declino è quello di Groundcare. Sono quattro anni che l’azienda vive uno stato di difficoltà con costante perdita di attività a causa della mancanza di un piano industriale efficace ma anche dell’assenza di regole certe. Eppure tutto si è trascinato senza che nessuno, a parte qualche sindacato di base, osasse sollevare il problema. Oggi si arriva al dramma di 850 famiglie senza più un reddito sui cui contare. Con il fallimento decretato non si sa nemmeno se sarà possibile avere almeno una qualche forma di cassa integrazione. Su questo dovrebbe aprirsi un confronto nei prossimi giorni. I lavoratori sono molto sfiduciati, anche perché in tutti questi anni le promesse sono state tante e i fatti pochi. E quei pochi sono stati tutti contrari alla difesa del posto di lavoro, come la vera e propria “guerra mondiale” tra le varie aziende che li ha sacrificati sull’altare della concorrenza. In alcuni casi i ribassi sono stati anche di tre quarti la media delle tariffe sui servizi aeroportuali.
E’ paradossale che nel piano nazionale aeroporti ormai in dirittura di arrivo, il Leonardo da Vinci sia collocato come primo hub nazionale e aeroporto strategico e nello stesso tempo si continui a permettere l’ esistenza di sei, sette società di handlers che si fanno concorrenza fra di loro e la libertà a compagnie low cost di dettare le condizioni di mercato.
“Troviamo scandaloso che l’Enac ente preposto alla funzione di Autority non sia stato in grado di fermare questa deriva distruttiva, sottolinea Susi Ciolella, coordinatrice provinciale del trasporto aereo per Usb. Il dumping sociale sta diventando preoccupante, si rottamano i lavoratori con il contratto a tempo indeterminato per sostituirli con precariato stagionale o giornaliero.Il tutto in barba all’esperienza e alla specializzazione in un settore, il trasporto aereo, che non è proprio la stessa cosa che produrre candele.
Per quanto riguarda Groundcare, “le responsabilità sono di una dirigenza che ha speculato per anni sul filo del rasoio – sottolinea Usb - senza avere un piano effettivo di rilancio della società, ma anche di Cgil Cisl uil e Ugl che hanno lasciato per troppo tempo i lavoratori all’oscuro della situazione, illudendoli in chissà quale soluzione miracolosa”.
"Noi riteniamo che quest’emergenza debba essere finalmente affrontata - ribadisce Usb - in totale chiarezza e con la volontà di salvare le centinaia di posti di lavoro. Il commissario è un pubblico ufficiale che dovrà attenersi in modo trasparente a quanto previsto dalla legge e dovrà rispondere direttamente al tribunale di cui è diretta emanazione. Questo fatto, per quanto riguarda la nostra O.S., sarà utilizzato per trovare una società il cui piano industriale dovrà vedere come punto centrale il problema della salvaguardia dell'occupazione. Tutte le scelte e i criteri delle stesse dovranno essere fatte nel rigoroso rispetto della legge evitando il consueto mercato delle vacche al quale assistiamo quotidianamente in aeroporto".

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