111 indagati, perquisizioni e arresti questa mattina a Torino, mentre a Roma centinaia di agenti si impegnano per sgomberare un palazzo occupato da centinaia di famiglie a Torre Spaccata.
- dinamopress.it di redazione
Ma anche la procura di Torino si prepara al vertice provando a normalizzare quanto più possibile la città. Così stamattina all’alba è partita una maxi operazione che vede coinvolte 111 persone a vario titolo, che ha portato alla perquisizione di squat (l’Asilo storica occupazione torinese) e case occupate e abitazioni private, terminata con nove misure di custodia cautelare in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Coinvolto nell’indagine anche Niccolò, Claudio e Chiara già detenuti in regime carcerario durissimo perché accusati di terrorismo in relazione ad un’azione di sabotaggio contro l’alta velocità in Val Susa. L’inchiesta, preparata a lungo dai pm Padalino e Rinaudo (quest’ultimo noto ai movimenti per l’accanimento contro gli attivisti no tav), contesta agli imputati la resistenza gli sfratti, invasione di terreni ed edifici (occupazione), violenza privata e contro pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e furto. Tutto l’impianto accusatorio appare pernicioso, drammatizzando e enfatizzando gli eventi (“violenza inaudita”), volto a punire alcuni ambienti di movimento a Torino, un bel repulisti in previsione di luglio che potrebbe non finire qua e allargarsi ad altre città. Una sorta di repressione preventiva che punisce duramente e in maniera spropositata azioni legate al conflitto sociale.
Intanto a Roma in scena l’ennesimo sgombero di un palazzo occupato dai movimenti per il diritto all’abitare. A Torrespaccata un’ingente schieramento di agenti in tenuta antisommossa ha fatto irruzione in un palazzo occupato lo scorso 7 aprile. Centinaia di occupanti sono saliti sul tetto dando vita ad una strenua resistenza mentre all’esterno prendeva vita un presidio. Solo dopo ore e con l’ausilio dei vigili del fuoco (sigh!), gli agenti hanno raggiunto il tetto dell’edificio procedendo con la liberazione dell’edificio che tornerà ad essere vuoto di abitanti e al servizio della rendita immobiliare. Ancora una volta a Roma decidono Ministero degli Interni e Prefettura mentre il sindaco Marino e la sua maggioranza balbettano. Mentre in corso lo sgombero arriva la notizia che è stata rigettata l’istanza di scarcerazione per Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani detenuto agli arresti domiciliari. Dall’approvazione dell’articolo 5 e del piano casa il governo Renzi sembra coerente: lotta senza tregua a chi occupa e lotta per il diritto alla casa.
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