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Finora nulla aveva potuto scalfire la figura di Zelensky nella narrazione codarda e e infame orchestrata da Washington, in cui questo guitto cresciuto all’ombra degli oligarchi appare come un eroe, quando invece manda a morire inutilmente gli ucraini solo per ubbidire agli ordini degli Usa. Non erano bastate le stragi perpetrate, per esempio a Bucha allo scopo di incolparne i russi, né la tortura e l’uccisione dei prigionieri, né le rappresaglie contro i civili del Donbass, né la protervia di mandare al sacrificio le proprie truppe in vista di una vittoria palesemente impossibile: nulla di tutto ciò ha mai scalfito la coscienza impermeabile dei narratori, la cui fortuna è forse quella di essere così stupidi da non rendersi conto fino in fondo delle enormità che scrivono e dicono. Ma quando il piccolo duce di Kiev ha inviato due missili sulla Polonia per cercare di spingere la Nato alla guerra totale, qualcuno ha cominciato a capire che Zelensky è pericoloso proprio perché recita un copione dettato da altri, mentre le libertà che si prende, sono estremamente pericolose per tutti, compresi quelli che stilano tutti i giorni cronache bugiarde. La paura fa 90, ovvero arriva done la ragione non riesce a penetrare e risce miracolosamente a trovare qualche residuo di verità.
Qualcuno forse si sta svegliando e sta comprendendo che il problema non è come appoggiare Zelensky nonostante Zelensky , ma come toglierlo di mezzo perché è fin troppo chiaro che proprio lui costituisce il principale ostacolo verso una trattativa che non vuole e non può intraprendere. non soltanto perché il suo padrone cerca ad ogni costo la guerra , ma anche perché non ne sarebbe in grado: recita solo la parte simbolica dell’eroe, ma probabilmente non ha alcuna idea di come creare le basi per un accordo. Tuttavia proprio questa sua natura ne rede difficile il “licenziamento” dal tragico cast della guerra in Ucraina, proprio perché è stato trasformato in un simbolo tra il militaresco e il glamour e la sua caduta sarebbe quella stessa della narrativa vittoriosa o, come dicono i gli imbecilli, resiliente. Certo tutto questo è grottesco, perché chiunque che non abbia nelle orecchie l’ottuso e ipnotico chiacchiericcio del mainstream, vede bene che l’ucraina è ormai un Paese fantasma. Adesso non ha più energia elettrica e dunque nemmeno rifornimento idrico e in moltissimi casi riscaldamento, il che tuttavia cambia radicalmente la situazione: finora il regime di Kiev è vissuto proprio grazie all’ impostazione putiniana della guerra che prevedeva di non far pagare troppo il peso del conflitto ai civili, risparmiando bombardamenti sulle città, a parte tiri di precisione su strutture militari, evitando la distruzione di infrastrutture vitali come, per esempio strade e ferrovie che pure avrebbe potuto essere attuata fin dal primo giorno delle operazioni: così nelle città della parte occidentale del Paese, compresa la capitale, la vita è andata avanti più o meno come sempre, non determinando una rivolta contro il governo a trazione nazista, anche viste le atroci conseguenze che essere scoperti comporta.
Ora però anche gli abitanti delle città cominciano ad avere vita grama e da qui in poi sarà sempre peggio a meno di non credere che l’Ucraina possa davvero riprendersi e cacciare i russi: per quante armi possano arrivare non saranno reparti sparsi, sostanzialmente privi di mezzi consistenti a cambiare le carte in tavola e nemmeno i mercenari occidentali: dunque è possibile che accada l’impossibile, ovvero che Zelensky e la sua cricca a stelle, strisce e croci uncinate venga cacciato dagli ucraini stessi. Ovviamente gli Usa, qualora avvertissero campanelli d’allarme sarebbero i primi a guidare un eventuale putsch con i loro fedelissimi, anzi una simile ipotesi li attira perché le condizioni mentali di Zelensky che per la maggior parte del tempo è sotto l’effetto di droghe, potrebbero anche portare a un conflitto nucleare con la Russia che gli Usa non possono sostenere: molto della loro potenza è, come dire, figurativa, come dimostra per esempio il tracotante invio in Qatar dei bombardieri strategici B 52 che magari possono impressionare, ma che sono un’arma di quattro generazioni fa, un arma fossile, rivelatasi estremamente vulnerabile già nella guerra del Vietnam e che oggi sarebbe oggetto di tiro al piccione se utilizzata contro un nemico dotato di armamenti evoluti. Tuttavia con le sue dimensioni ha un effetto psicologico che gli Usa sfruttano a più non posso Ad ogni modo se fossero gli ucraini, sia pure invischiati con gli Usa a cacciare Zelensky la cosa sarebbe meno scioccante, ma il nuovo esecutivo si troverebbe comunque nella necessità di trattare con Mosca e dunque di mettere in luce la sconfitta occidentale. Davvero si è in una strada senza uscita o meglio ancora che ha molte e ovvie uscite: senza Washington e la Nato la pace sarebbe fatta in pochi giorni.
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