martedì 22 novembre 2022

Oltre all’Ucraina, l’Ue deve mantenere la Moldova in cambio del suo atlantismo

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E così all’Unione europea (e all’Italia) tocca mantenere anche la Moldova, oltre che l’Ucraina, subendo al contempo il disastro economico dovuto alle sanzioni contro la Russia. Altrimenti, vuoi mica che la Moldova riallacci i suoi storici rapporti con la Russia?

La Moldova è un Paese piccolo e povero davvero, infilato fra l’Ucraina e la Romania. Circa 2,5 milioni di abitanti: meno della città di Roma. Le statistiche 2021 le attribuiscono un Pil pro capite di 5.300 dollari. Un Pil pro capite più in basso, in Europa, ce l’aveva solo l’Ucraina prebellica: e figuriamoci l’Ucraina attuale.

Anche la situazione della Moldova tuttavia si è enormemente aggravata negli ultimi mesi, in seguito alla scelta della presidente Maia Sandu di appiattirsi sulle posizioni europeiste ed ultra atlantiche e di tagliare quanto più possibile i ponti politici e commerciali con la Russia. Il gas, la Moldova lo prendeva dalla Russia. Ultimamente l’Ucraina le forniva l’energia elettrica: ma ora non può più.

Il risultato è che la Moldova è alle prese con ricorrenti blackout mentre continua a non avere gas né soldi per pagarlo. Men che meno la gente ha i soldi per scaldare le case e per mangiare. L’inflazione supera il 30% e si calcola che il riscaldamento domestico assorba quest’anno il 65% degli introiti medi. La situazione scatena proteste per le strade di Chisinau, la capitale, senza che per questo i problemi vengano risolti.

L’unica toppa? I finanziamenti che l’Ue continua a fornire alla Moldova, promettendole un celere ingresso nel blocco, mentre contemporaneamente la Moldova va in giro per l’Ue con il cappello in mano, perché i soldi ricevuti non bastano.

La Moldova ha chiesto soldi per l’ennesima volta ieri, lunedì 21 novembre 2022. Ha ottenuto circa 130 milioni di euro da Germania e Francia. Si aggiungono agli altri 1,3 miliardi che vari Stati Ue hanno promesso nei mesi scorsi:

In traduzione:

La Moldova diffonde l’avvertimento che attraversa una grave crisi; contemporaneamente le potenze [europee] promettono maggiori aiuti.

Peraltro la Moldova ha già ricevuto dall’Ue un bel po’ di denaro sonante – denaro pubblico, denaro nostro -, soprattutto se le somme sono rapportate al fatto che ha meno abitanti di Roma. L’ultima trasfusione pecuniaria, pari a 250 milioni di euro, è di 10 giorni fa. Così la Commissione europea ha riassunto il fatto:

In traduzione:

La solidarietà europea nei confronti della Moldova è incrollabile. Questa settimana abbiamo incrementato l’aiuto alla Moldova, a fronte dell’acuta crisi energetica causata dalla Russia, attraverso 200 milioni per la sicurezza energetica e attraverso altri 50 milioni per il sostegno al bilancio. Il futuro della Moldova è nell’Unione Europea.

Curioso, questo fatto. L’indebolimento della Russia e la guerra in Ucraina contro la Russia sono nell’interesse degli Stati Uniti: non certo dell’Europa, la cui economia è complementare a quella russa e viceversa. All’Europa servono energia e materie prime, e la Russia le ha; alla Russia servono manufatti e prodotti trasformati, e l’Europa può fornirglieli.

E ora, oltre a dover pagare il prezzo della separazione fra la sua economia e quella russa, l’Ue deve farsi carico, coi soldi dei cittadini europei ed italiani, anche della necessità di assicurare un minimo di sussistenza alla povera Moldova, che altrimenti si farebbe dare il gas dalla Russia. E in questo caso spenderebbe molto, molto meno del 65% dei suoi soldi, per riscaldare le case.

GIULIA BURGAZZI

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