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Se la copertura delle reazioni avverse al “vaccino” anti-Covid offerta da tv e giornali mainstream non è affatto estesa e capillare come dovrebbe, quella della contro informazione e più in particolare quella documentaristica sta invece diventando una formula sempre più utilizzata.
Tra gli ultimi lavori usciti ricordiamo Invisibili, un documentario italiano prodotto da Playmastermovie e diretto da Paolo Cassina, nonché Died Suddenly, un documentario invece statunitense prodotto da Stew Peters Network e diretto da Matthew Skow e Nicholas Stumphauzer.
Cosa rende così speciale questa forma di comunicazione?
Sicuramente il fatto che a parlare siano i diretti interessati facilita il passaggio del messaggio che si vuol veicolare.
Non esiste set, non esiste copione, non esistono attori. Non è un film, ma solo la cruda realtà.
Da una parte vi sono le testimonianze dirette di persone danneggiate che raccontano il proprio dolore, la propria storia, il proprio sentirsi invisibili agli occhi degli altri e dello Stato. Questo è il caso di Invisibili.
Dall’altra si trovano invece coloro che assistono al fenomeno degli effetti avversi e delle morti improvvise, come medici, biologi, infermieri, assicuratori e proprietari di pompe funebri. Questo è invece il caso di Died Suddenly.
Negli oltre 90 minuti di video del documentario italiano si raccontano gli stessi dubbi e le stesse domande che hanno accompagnato milioni di italiani in questi ultimi due anni.
Come la storia di Chiara, una pedagogista e attrice di Milano che, seppur inizialmente molto titubante, ha poi deciso di sottoporsi a vaccinazione sia per continuare a lavorare a scuola, sia pensando di evitare di passare il Covid ai genitori anziani.
Lavoro molto a scuola con i bambini e con ognuno di loro, seppur tutti egualmente bambini, mi devo rapportare in maniera diversa. Ognuno risponde a modo suo. Quando ho dovuto fare il vaccino per continuare a lavorare mi sono posta la questione. Come era possibile che esistesse un unico farmaco per tutti? Per grandi, per piccoli, per tutti.
I dubbi di Chiara si sono trasformati poi in un vero e proprio incubo quasi subito. Sono ad esempio riaffiorate patologie autoimmuni silenti corredate di nuovi sintomi quali parestesie diffuse e un’enorme stanchezza.
La diagnosi che la donna riceve in pronto soccorso al primo accesso è semplicemente quella di reazione allergica al vaccino, per cui le viene somministrato un antistaminico e viene rimandata a casa.
Quello che Chiara non sa è che quel momento non avrebbe affatto segnato la fine dell’incubo, bensì l’inizio di un vero e proprio calvario.
Ad oggi ho visto molti medici con specializzazioni varie, reumatologi, allergologi, immunologi. Ho ricevuto solo psicofarmaci. Non mi hanno ascoltata. (…) Appena ho detto che stavo male da quando avevo fatto il vaccino, non ha fatto altro che peggiorare il problema. Quella frase ha alzato un muro tra me e loro.
La nuova condizione di malata permanente spaventa Chiara. Ma quello che è peggio è che per lo Stato italiano questa donna non esiste, è invisibile. Paga di tasca propria le visite, i farmaci, e soprattutto nessuno le ha confermato che la genesi della sua disestesia sia vaccinale.
Si formulano ipotesi, si dice “forse“, “non si sa“, o peggio “nessuna correlazione“.
E così passano davanti alla telecamera Michele, Cristiana, Michela, Roberto e Alessandra. C’è chi è diventato dislessico e chi ha amnesie talmente gravi da non poter più vivere da solo in casa. C’è chi lamenta dolore diffuso e continuo, chi ha avuto pericardite, chi paralisi. Chi un’infinità di altri sintomi spesso etichettati dai medici come semplici “stati d’ansia”. Dice Alessandra:
Ora che abbiamo fatto il nostro dovere, siamo diventati invisibili. Dov’è lo Stato? Siamo stati abbandonati alla nostra sorte.
In Died Suddenly, a spaventare sono invece i dati statistici che emergono, e non solo perché i numeri sono alti, ma perché sono tremendamente concordanti pur provenendo da settori diversi.
Chad Whisnat, ad esempio, è un imprenditore nel settore delle pompe funebri:
Ero davanti al mio pc qualche anno fa quando, ascoltando un discorso di Bill Gates sulla popolazione, disse chiaramente che se (lui ed altri) fossero riusciti a fare un buon lavoro con i vaccini, con la contraccezione e con la sanità, nel giro di qualche anno la popolazione totale sarebbe diminuita di almeno il 10%-15%. Sul momento la frase non ebbe molto senso, un senso che però ha acquisito adesso, e che ha dato una possibile risposta all’enorme aumento di funerali dopo l’inizio della vaccinazione anti-Covid19.
Richard Hirschman, nello stesso settore di Chad, si occupa invece di imbalsamazione di corpi:
Se calcoliamo la stima percentuale di coloro il cui cadavere presenta coaguli di tipo normale per colore e grandezza, ormai parliamo del 15%-20%. Nel restante numero di persone dallo scorso anno i coaguli che trovo sono di consistenza fibrosa e molto grandi. Il sangue appare come sporco. E nessuno sa queste cose meglio di me, io le vedo tutti i giorni ormai da decadi. Vorrei che qualcuno desse una spiegazione a questo fenomeno, perché per come stanno le cose, escludendo altre spiegazioni, può essere stato soltanto il vaccino.
E così continuano molti altri, alcuni in anonimato, altri con il nome ben visibile, testimoniando esattamente la stessa cosa. Tutti nello stesso settore da 30 o 40 anni e tutti di fronte ad un fenomeno assolutamente nuovo.
È poi la volta della dottoressa Theresa Long, una donna che da oltre 15 anni esercita la professione tra i soldati americani:
Non ho idea di cosa ne sarà dell’esercito americano se le cose continuano così. C’è stato un aumento del 10% di mortalità da quando è stato introdotto il vaccino anti-Covid19, per non parlare dello scoppio di patologie nuove o pregresse, come cancro, ictus, paralisi, pericardite, miocardite, metastasi, eccetera. Tra cinque anni avremo dei soldati che faticheranno a stare in piedi. Persino le compagnie assicurative se ne sono rese conto e vorrebbero capirci qualcosa.
Ed è proprio così. Anzi, le compagnie assicurative sono state tra le prime ad essere coinvolte sin da subito nel rilevare questo aumento di mortalità.
Una compagnia dell’Indiana ha addirittura dichiarato che tra i propri assicurati vi è stato un aumento del tasso di mortalità del 40% tra i 18 ed i 64 anni.
La dottoressa Long ovviamente non è sola nella sua denuncia. Molti si sono uniti alla sua battaglia.
Alcuni hanno parlato attraverso lo status speciale di whistleblower, ovvero da informatori in anonimato, altri invece lo hanno fatto apertamente come il dottor Ryan Cole.
Il patologo statunitense è stato uno dei diversi medici che hanno visto da subito una connessione numerica e causale chiara tra cancro e vaccino.
Ovunque guardi, leggo di persone che sono morte di cancro. Ci sono quelli che erano guariti e si sono ammalati di nuovo e quelli che invece sono stati diagnosticati una prima volta e sono morti dopo poco. Cosa hanno in comune? L’unica cosa che plausibilmente unisce questi individui è la vaccinazione anti-Covid19. Si parla di un aumento di circa il 300% se consideriamo gli ultimi 5 anni. Poi vi sono quelli che decidono di ignorare i dati.
Ma per quanto i dati si possano ignorare quello che non si può più ignorare sono le immagini. Migliaia tra sportivi che hanno malori davanti le telecamere o addirittura muoiono in campo, giornalisti che collassano in diretta tv, bambini che vanno a letto non sapendo che non si sveglieranno il giorno seguente, e chi muore improvvisamente senza avere patologie pregresse. Continua Cole:
E ancora nessuno indaga. I bugiardini dentro le scatole dei vaccini sono intenzionalmente lasciati in bianco. L’Ema non bada più alla famosa catena del freddo, improvvisamente non importa più a quanti gradi viene conservato il siero. Stesso dicasi dell’Fda. E ripeto nessuno che faccia indagini o ispezioni.
La vera domanda a questo punto è una sola.
Per quanto tempo ancora si dovranno mostrare lacrime, dolore e morte prima che Big Pharma e i governi decidano di ascoltare i cittadini?
Perché ogni giorno in più è un giorno di troppo.
MARTINA GIUNTOLI
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