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Una genesi che viene da lontano Dopo la vittoria dell’Armata Rossa e la liberazione dell’Europa dal nazifascismo nel 1945, i collaborazionisti ucraini, insieme ai reduci nazisti e ai vari collaborazionisti degli altri paesi europei, si sparpagliarono in nazioni estere, sia europee che d’oltreoceano e sudamericane, aiutati e protetti ad espatriare e a reinserirsi nelle varie società dai servizi segreti USA della CIA, e inglesi in particolare. Vivendo per alcuni anni in una sorta di limbo o clandestinità attiva…
Dal 1945 al 2014
Se prima della guerra, i nazisti ucraini facevano affidamento sul Reich e gli rimasero fedeli fino a maggio 1945, dopo la sconfitta del nazifascismo si “consegnarono” ai nuovi vincitori. Così come fecero i nazisti tedeschi. Gli angloamericani rimossero con cura dalla visuale storica non solo molti gerarchi e scienziati del terzo Reich, come il creatore della famosa “arma di rappresaglia” von Braun, ma anche i collaborazionisti europei che divennero un’ampia rete clandestina armata in funzione antisovietica. I nazisti ucraini, per i quali la fine della Seconda Guerra mondiale nel 1945 fu sia un crollo militare che politico, scelsero di passare con l’ex nemico e misero le loro forze al servizio delle intelligence occidentali. L’URSS, commettendo un grave errore, sottovalutò questa peste nazionalista, cercando un processo di rieducazione e poi d’integrazione, non sradicandoli ma fidandosi di un loro ravvedimento. Così questo virus sopravvisse e si insediò tra le pieghe dei paesi liberati e, decenni dopo, è tornato ad insanguinare nuovamente la terra e il popolo ucraino.
Un dato caratterizzante il neonazismo ucraino è quello che, mentre le varie forme di “rinascite nazifasciste” in Europa si sono date nuove forme e mimetizzazioni, il neonazismo ucraino ripropone integralmente i suoi antenati, anche nei dettagli: dalle simbologie fino ai metodi e ai contenuti. E la concezione basilare del nazismo ucraino resta sempre l’odio per la Russia e tutto ciò che è russo, rafforzato da un odio feroce per la Vittoria sovietica nella Grande Guerra Patriottica. Ora, dopo oltre tre quarti di secolo, questo odio ha nuovamente contaminato come un’erba infestante la realtà ucraina.
Dopo la sconfitta della Germania nazista, i banderisti dell’OUN e dell’UPA, si trovavano quasi tutti nella zona di occupazione occidentale e, di conseguenza, nella sfera di interesse dei servizi speciali dei vari paesi occidentali. Con l’inizio ufficiale della “guerra fredda” nel 1947, la loro attività cominciò a rivolgersi verso l’ambiente degli emigrati ucraini, con il supporto dei servizi di intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna, per cui il loro movimento divenne uno strumento utilissimo per i ranghi della CIA e del MI6 in particolare, ma le loro attività nel territorio della RSS Ucraina e della Polonia non riuscirono a penetrare e furono stroncate dai servizi di sicurezza dell’URSS e della Polonia.
Negli anni successivi, molti discendenti dei criminali che uccisero e
massacrarono centinaia di migliaia di ucraini, antifascisti, ebrei,
comunisti, riuscirono ad infiltrarsi silenziosamente nelle strutture
istituzionali dello Stato ucraino, camuffandosi con attività legali e
visibili, ma sempre portatori del seme nazifascista di Bandera e
dell’OUN, come orizzonte.
Alcuni arrivarono addirittura a divenire, dopo lo scioglimento
dell’URSS, deputati o accademici storici molto conosciuti e riconosciuti
come continuità con i massacratori loro “padri”, e più avanti
documenterò alcuni esempi tra i più significativi e sconcertanti per la
memoria storica antifascista e non solo.
Affrontando la storia delle radici del nazifascismo in Ucraina e per
comprendere ciò che è accaduto dal 2014 ad oggi in Ucraina, occorre
conoscere come è potuto accadere che in un Paese come l’Ucraina, il cui
popolo pagò un prezzo di sangue e di distruzioni altissimo nella lotta
per la liberazione dal nazifascismo, sia potuto avvenire, 60 anni dopo,
un colpo di stato organizzato ed eterodiretto dall’Occidente ma compiuto
dagli sprezzanti e arroganti eredi e continuatori dell’ideologia
nazista.
Dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, da subito, USA e
Inghilterra in particolare misero in campo una progettualità che aveva
l’obiettivo strategico di mettere in ginocchio e destabilizzare l’Unione
Sovietica e i Paesi socialisti suoi alleati. E un ruolo centrale in
questa progettualità fu assunto e assegnato proprio ai nazionalisti
ucraini dell’OUN.
Per capire le vicende ucraine attuali, occorre ricostruire i passaggi
storici pianificati nel dopoguerra del 1945, che poi hanno trovato la
loro materializzazione politica e concreta nel 2014.
Dopo la sconfitta della Germania nazista, tutta questa vile feccia di
criminali e sadici fanatici, si stabilì in Occidente, unendosi ai ranghi
della CIA, dell’MI6 e di altre agenzie di intelligence occidentali,
come poi è divenuto pubblico.
Questo svariato insieme di feccia malvagia, come i loro precursori
ideologici che distrussero centinaia di migliaia di civili in quelle
terre martoriate, correva ad arruolarsi negli uffici dei servizi di
intelligence statunitensi ed europei, che “scordarono” che essi erano i
nemici degli anni precedenti.
Nel febbraio 1946, parlando a nome della RSS Ucraina in una sessione
dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a Londra, il poeta futurista
ucraino sovietico Nikolai Bahzan chiese che i paesi occidentali
estradassero molti criminali nazionalisti ucraini, in primis Stepan
Bandera, definendolo un “criminale contro l’umanità”. Proprio nello
stesso anno, rendendosi conto che era impossibile condurre una lotta
antibolscevica con l’aiuto dei soli nazionalisti ucraini, Bandera avviò
la formazione organizzativa del Blocco dei popoli antibolscevichi (ABN),
un centro di coordinamento delle organizzazioni politiche anticomuniste
degli emigranti dall’URSS e da altri paesi del campo socialista.
Allo stesso tempo, dal 1947, l’OUN(b) nonostante fosse indebolito
militarmente, dominava l’ambiente dell’emigrazione nazionalista,
soprattutto negli USA e in Canada, e fu particolarmente utilizzato
durante il picco della Guerra Fredda nella prima metà degli anni ’80.
La messa in atto dell’attività sul campo venne affidata alla struttura
organizzativa, già presente formalmente, del Blocco antibolscevico delle
nazioni (ABN), un’organizzazione internazionale fondata come centro di
coordinamento per le organizzazioni politiche emigrate anticomuniste e
nazionaliste dei Paesi sovietici e di altri Paesi socialisti. La nascita
ufficiale dell’ABN risale a una conferenza di rappresentanti di popoli
non russi che ebbe luogo nel novembre 1943, vicino a Zhytomyr, indetta
dal Comitato delle Nazioni Soggiogate/Fronte Antibolscevico, su
iniziativa dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN).
Fu questo l’atto di nascita della strategia della Guerra fredda, che
si poneva l’obiettivo della distruzione dell’URSS e del sistema
socialista come alternativa ai sistemi capitalistici occidentali. In
questo Blocco gli elementi più attivi erano le organizzazioni
nazionaliste ucraine. Nel 1946-1947, la polizia segreta clandestina
dell’OUN(b), la Sluzhba Bezpeky, condusse, con il supporto
anglo-americano, l’operazione Ohio, una campagna di omicidi nei campi
profughi nella Germania occidentale. Le vittime erano sospetti agenti
sovietici, antifascisti, membri di gruppi ucraini rivali e coloro che
sapevano troppo dei trascorsi collaborazionisti dei leader dell’ABN.
L. Fletcher Prouty, ex colonnello della United States Air Force ed ex
capo delle operazioni speciali sotto la presidenza di John F. Kennedy,
dopo il suo ritiro dal servizio attivo divenne un forte critico della
politica estera statunitense, in particolare delle attività segrete
della Central Intelligence Agency (CIA), di cui aveva una rilevante
conoscenza interna. Riguardo a quegli omicidi pianificati dichiarò,
riferendosi ai sicari dell’OUN ucraino, che “…quegli assassini erano i
migliori sicari sul mercato di cui si era mai sentito parlare”.
Quanto importante e strategico fu il lavoro di questo Blocco che esaurì i
suoi compiti nel 1991 con il crollo dell’URSS e dei Paesi socialisti,
nello specifico ucraino, lo si può oggi rilevare vedendo quale ruolo
centrale hanno avuto alcuni suoi esponenti più noti, come i coniugi
Stetsko, che si assunsero il compito politico di radicare nuovamente il
seme malefico del radicalismo nazifascista in Ucraina.
La figura preminente di questa progettualità fu Yaroslav Semenovich
Stetsko, nato il 19 gennaio 1912 e morto il 5 luglio 1986, che fino al
’45 fu al fianco di Bandera e del Terzo Reich. Poi, dal 1968 fino alla
sua morte, divenne il capo dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini
(OUN). Durante l’operazione Barbarossa, l’invasione nazista dell’Unione
Sovietica nel 1941, si autoproclamò capo provvisorio di un governo
ucraino indipendente dichiarato tale da Bandera. Stetsko divenne poi il
leader del Blocco anti-bolscevico delle nazioni (ABN) dal momento della
sua fondazione fino al 1986, anno della sua morte. Yaroslav Stetsko è
stato attivo nelle organizzazioni nazionaliste ucraine sin dalla
gioventù. Iniziò le sue attività terroristiche con l’organizzazione
separatista “Ukrayinska Natsionalistychna Molod” (Gioventù nazionalista
ucraina) e poi nell’OUN. A causa delle sue attività anti-polacche e
dell’assassinio del funzionario polacco Bronislaw Piernacki da parte di
nazionalisti ucraini, Stetsko fu arrestato dalle autorità polacche nel
1934 e condannato a 5 anni per complicità. La pena gli fu poi ridotta e
fu rilasciato nel 1937 con un’amnistia generale.
Il 30 giugno 1941 Stetsko dichiarò a Leopoli la formazione di un governo
nazionale ucraino dichiarando che “…collaborerò strettamente con la
Grande Germania nazionalsocialista, sotto la guida del suo leader Adolf
Hitler per formare un nuovo ordine in Europa e nel mondo”, come
affermato nel testo dell’“Atto di proclamazione dello stato ucraino”. I
funzionari della Gestapo e dell’Abwehr proteggevano i seguaci di
Bandera. Nell’aprile 1944 Stepan Bandera e il suo vice Yaroslav Stetsko
furono assoldati da Otto Skorzeny per pianificare attentati e sabotaggi
contro l’esercito sovietico.
Nell’agosto 1941, Stetsko scrisse una sua autobiografia indirizzata alle
autorità naziste dove esprimeva diversi passaggi antisemiti; in
particolare, affermava di considerare il marxismo un prodotto del
pensiero ebraico, messo in pratica dal popolo moscovita con l’assistenza
ebraica, e che Mosca e gli ebrei erano i portatori delle idee
internazionali dei bolscevichi. Stetsko affermava che, sebbene
considerasse Mosca, piuttosto che gli ebrei, il principale nemico
dell’Ucraina nazionalista, sosteneva fermamente l’idea del ruolo
innegabilmente nocivo degli ebrei nella riduzione in schiavitù
dell’Ucraina da parte di Mosca. Alla fine, dichiarò di appoggiare in
modo incondizionato lo sterminio degli ebrei e il criterio dei metodi
tedeschi di sterminio degli ebrei, invece di assimilarli.
Nel 1950 Stetsko diresse una conferenza ABN a Edimburgo finanziata
dall’MI6 a cui parteciparono personaggi come Alfrēds Bērziņš della
Lettonia; Stanislaw Stankievich che aveva guidato il Consiglio nazionale
bielorusso; Kajum Khan del National Turkestan Unity Committee. A
rappresentare la Romania alla conferenza c’era la Legione dell’Arcangelo
Michele (meglio conosciuta come la Guardia di Ferro); per la Bulgaria
il Fronte nazionale bulgaro e i croati degli Ustascia. Nella conferenza,
Stetsko affermò che l’ABN era pronto e disposto a combattere e di
essere in grado di “creare un esercito di oltre dieci milioni di
soldati” per combattere contro l’Unione Sovietica. Molti gruppi di
emigrati polacchi, che avevano boicottato la conferenza di Edimburgo con
repulsione per l’OUN, accusarono l’ABN di ignorare la “dura realtà”
dell’Europa orientale, vale a dire che le vaste forze militari che l’ABN
affermava di comandare non esistevano. Un comunicato stampa, emesso dal
governo polacco in esilio a Londra, denunciava l’ABN, dicendo che “non
c’era alcuna possibilità di scrollarsi di dosso l’odiato giogo
bolscevico…”.
Nel 1951 la rivista americana “The New Leader” pubblicò un articolo
intitolato “Una Alleanza di cui non abbiamo bisogno” dove documentava
come l’ABN era stata fondata su istigazione dell’Ostministerium di
Rosenberg nel 1943 e che quasi tutti i leader dell’ABN erano stati
attivi collaborazionisti dell’Asse nazifascista. Sotto una fotografia di
Rosenberg con la didascalia “La sua memoria aleggia”, l’articolo
tradusse le dichiarazioni più estreme anti-russe, che erano una
continuazione diretta della propaganda dell’Ostministerium in tempo di
guerra. Come in un opuscolo ABN che affermava che i russi “non sono mai
stati in grado di formare un ordine sociale degno degli esseri umani”.
Tali documentazioni ebbero qualche effetto, il governo degli Stati Uniti
che, tramite i suoi servizi di intelligence era tra i promotori, prese
ufficialmente le distanze, dicendo che Stetsko aveva “tendenze
totalitarie”, non ultima la sua abitudine di ordinare l’assassinio dei
rivali. Inoltre, il governo americano ritenne che Stetsko fosse “troppo
estremista” poiché il suo obiettivo dichiarato era quello di provocare
la terza guerra mondiale, nel sostenere che questo era il modo migliore
per raggiungere il suo obiettivo di smantellare l’Unione Sovietica.
Lo storico americano Richard Rasche documentò che l’ABN aveva “almeno
una dozzina di ben noti collaboratori nazisti” nel suo Consiglio di
amministrazione. I presidenti del Consiglio centrale dell’ABN
includevano A. Bērziņš, V. Kajum-Khan, F. Ďurčansk HYPERLINK
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“https://en.wikipedia.org/wiki/Ferdinand_%C4%8Eur%C4%8Dansk%C3%BD”ý, F.
Farkas de Kisbarnak e R. Ostrowski . Il capo del Movimento di
Liberazione Romeno affiliato all’ABN era Horia Sima, ex capo della
Guardia di Ferro. I segretari generali di lunga data erano il dottor
Niko Nakashidze HYPERLINK
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e C. Pokorný. Bērziņš era un lettone che prestò servizio come
Obersturmführer nelle SS e fu accusato di aver torturato e ucciso 2.000
ebrei. Nel Consiglio di amministrazione dell’ABN c’era anche Edward
O’Connor, un ex membro del Consiglio di sicurezza nazionale americano
che aveva favorito l’utilizzo di gruppi di emigrati per disgregare
l’Unione Sovietica. O’Connor era ritenuto l’“attivista più rilevante”
nell’ABN. Un certo numero di negazionisti dell’Olocausto come Austin
App, l’autore di The Six Million Swindle, erano membri dell’ABN.
L’ABN collaborava strettamente con la World Anti-Communist League (WACL)
e l’European Freedom Council (EFC). La rivista dell’ABN “ABN
Correspondence”, elogiava senza remore i leader collaborazionisti del
tempo di guerra come Ante Pavelić della Croazia e padre Jozef Tiso della
Slovacchia come “veri combattenti per la libertà” contro il comunismo.
L’ABN arrivò a godere di un certo potere negli Stati Uniti poiché molti
americani originari dell’Europa orientale votavano per candidati
approvati dall’ABN, facendo sì che i politici sia democratici che
repubblicani cercassero le simpatie dell’ABN. Gli attivisti dell’ABN
negli Stati Uniti sostenevano i politici che proclamavano la linea
anticomunista più estrema, come il senatore repubblicano Joseph McCarthy
che, a sua volta, elogiava l’ABN. Oltre che negli Stati Uniti, l’ABN
arrivò in posti di potere anche in Canada negli anni ’50, quando c’era
una significativa popolazione ucraino-canadese che votava per candidati
approvati dall’ABN.
Nel marzo 1958, in una conferenza a Città del Messico, l’ABN si unì alla
Lega anticomunista del popolo asiatico, al Comitato per un milione
contro l’ammissione della Cina rossa e alla Confederazione
interamericana per la difesa della Cina di Taiwan, per formare il
Congresso mondiale anticomunista per la liberazione e la libertà. La
Lega anticomunista del popolo asiatico era un’organizzazione sostenuta
clandestinamente dai governi della Repubblica di Cina (Taiwan), Corea
del Sud, Filippine e Vietnam del Sud. L’obiettivo del Congresso era
fornire “sostegno morale e materiale alle forze dietro la cortina di
ferro in Europa e in Asia” e “raggiungere l’obiettivo finale di liberare
e ripristinare l’indipendenza nazionale, la libertà”. Nel luglio 1958,
il Congresso si frantumò poiché il leader del Comitato per un milione,
Marvin Liebman, si era ritirato dicendo che non voleva lavorare con
Stetsko. Liebman, i cui genitori ebrei provenivano dalla Galizia, era
rimasto scioccato nell’apprendere che Stetsko era stato responsabile
nell’organizzazione di pogrom contro gli ebrei galiziani nel 1941.
Liebman definì Stetsko e i suoi seguaci “stolti”, affermando che Stetsko
era un antisemita che identificava il comunismo con gli ebrei, poiché
continuava a mantenere la sua dottrina alterata della concezione del
“giudeo-bolscevismo”. Dopo che Liebman si dimise, iniziò a ricevere
minacce di morte dai membri dell’OUN che lo definivano un “ebreo
bolscevico”.
Il diplomatico americano George F. Kennan arrivò a deplorare l’ABN,
denunciando che il gruppo avesse un’influenza eccessiva sul Congresso
USA, poiché la maggior parte dei membri del Congresso e dei senatori
avevano paura di essere etichettati come “morbidi nei confronti del
comunismo”. Kennan scrisse che l’ABN negli Stati Uniti era un classico
esempio di una lobby interna che assumeva il controllo della politica
estera per raggiungere i propri fini, anche se tali obiettivi non erano
necessariamente nell’interesse più ampio degli Stati Uniti.
Dal 1962 in poi, Stetsko e l’ABN lavorarono a stretto contatto con Lady
Birdwood, definita come “la più grande propagandista individuale di
materiale razzista e antisemita” in Gran Bretagna, come leader del ramo
britannico dell’European Freedom Council.
Nel novembre 1967, l’ABN organizzò sit in a Ottawa fuori dall’Ambasciata
sovietica e a Montreal fuori dal Consolato sovietico per protestare
contro il 50° anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. L’oratore
principale fu Stetsko, il cui discorso chiedeva l’indipendenza
dell’Ucraina e fece esplodere il pubblico ucraino-canadese in una gioia
estatica. Ad un’altra manifestazione dell’ABN tenutasi poco dopo,
parteciparono l’ex primo ministro, John Diefenbaker, e il deputato
conservatore Mike Starr, il primo ucraino-canadese ad essere eletto alla
Camera dei Comuni.
Il giornalista statunitense Russ Bellant ha descritto l’ABN come “…un
gruppo di coordinamento dei gruppi collaborazionisti genocidi
dell’Europa orientale”. A sostegno di questa affermazione, Bellant
evidenziò che il Consiglio centrale bielorusso dell’ABN era di fatto una
continuazione della Rada HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Belarusian_Central_Council” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Belarusian_Central_Council” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Belarusian_Central_Council” HYPERLINK
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“https://en.wikipedia.org/wiki/Belarusian_Central_Council” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Belarusian_Central_Council” centrale
istituita dalle autorità tedesche nel 1941, i cui poliziotti avevano
giocato un ruolo decisivo nello sterminio della comunità ebraica della
Bielorussia nel 1941-43. Riguardo all’Ucraina, furono i militanti armati
dell’OUN, che lavoravano per le SS, che abbatterono oltre 90.000 ebrei
ucraini nel 1941-42 e fu Yaroslav Stetsko ad organizzare i pogrom a
Leopoli nel 1941, dove furono uccisi migliaia di ebrei e polacchi.
Chi era e cosa ha rappresentato Yaroslav Stetsko per l’Ucraina, oltre
alle sue imprese criminali e atroci, politicamente è sintetizzato nelle
righe scritte come prefazione nel libro del 1969 Cattive Nazioni, la
nostra prima linea di difesa di Bailey Bernadine, dove offre le seguenti
enunciazioni politiche:
“Antisemitismo”: una parola diffamatoria usata dai comunisti contro coloro che concretamente gli si oppongono e li smascherano.
“Fascista”: un anticomunista.
“Nazista o hitleriano”: un anticomunista attivo.
La figura criminale di Yaroslav Stetsko è stata delineata sopra, vediamo
ora chi era Slava Stetsko, alacre braccio destro del marito nel creare
un nuovo ordine mondiale con Hitler.
Alla guida dell’ABN, dopo la morte nel 1986 di Yaroslav Stetsko, il
braccio destro di Stefan Bandera, fu posta la sua vedova, Slava Stetsko,
una protagonista dello sdoganamento del nazismo e di ciò che poi ha
portato ad EuroMaidan del 2014, e alla guerra di distruzione contro le
Repubbliche Popolari del Donbass. Nata il 14 maggio 1920 a Ternopil in
Galizia, morta il 12 marzo 2003, divenne membro dell’Organizzazione dei
nazionalisti ucraini (OUN) nel 1938. Quando si verificò la scissione
all’interno dell’OUN nel 1940, andò con l’ala dell’OUN guidata da Stepan
Bandera. Durante la Seconda G HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II”uerra mondiale, prestò
servizio come inserviente e infermiera nell’esercito ribelle ucraino,
dal 1944 visse in Germania.
Nel 1946 assunse una posizione di leadership nell’OUN(b) e poi fu membro
dell’esecutivo del Blocco delle Nazioni Antibolscevico (ABN). Ha curato
ABN Correspondence (1957-1996) così come la sua edizione tedesca, il
trimestrale The Ukrainian Review e altri periodici ABN, e ha organizzato
e partecipato a numerosi congressi internazionali anticomunisti. Ha
servito come membro dell’esecutivo centrale dell’Associazione giovanile
ucraina (1948-53). Dal 1968 è stata responsabile del settore affari
esteri dell’OUN(b). È stata co-organizzatrice del Consiglio Europeo
della Libertà e ne è diventata vicepresidente nel 1985. Nel 1986, in
seguito alla morte del marito, divenne presidente dell’ABN e membro
esecutivo della World Anti-Communist League.
Nel 1991, alla Settima Grande Assemblea dell’OUN, la Stetsko fu nominata
leader dell’OUN(b). Ha mantenuto tale incarico fino al 2000. Nel luglio
1991 si è trasferita in Ucraina. L’anno successivo, il 18 ottobre 1992
ha fondato il Congresso dei nazionalisti ucraini, che ha poi guidato
fino alla sua morte.
Fu eletta per la prima volta come deputato al Consiglio supremo
dell’Ucraina nel 1997. È stata rieletta nel 1998 e nel 2002. Nel 1998
alla Stetsko, come più anziano deputato della sessione del Consiglio
supremo, fu assegnato il compito di guidare i parlamentari nel prestare
giuramento di ufficio. Ne seguì un pandemonio, con i membri comunisti e
socialisti, che la consideravano una collaboratrice nazista per il suo
ruolo dirigente nell’OUN. Lei concludeva sempre i suoi interventi al
grido della parola d’ordine “Gloria all’Ucraina!”.
Nel 2010, su iniziativa dell’allora presidente ucraino Viktor
Yushchenko, una targa in memoria per Yaroslava Stetsko è stata montata
nella sua casa di Monaco di Baviera in Germania e un Museo è stato
inaugurato il 24 agosto 2019 nel villaggio Yushkivitsi Zhydachiv vicino a
Lviv/Leopoli.
Tra gli esempi più significativi e sconcertanti, altra figura
fondamentale e decisiva in questo percorso di reinseminazione del morbo
nazista in Ucraina fu Roman Shukhevych, comandante dell’Esercito Ribelle
Ucraino alleato del Terzo Reich, che ebbe poi nel figlio Yuri
Shukhevych un fondamentale prosecutore ed esecutore.
Roman Taras Yosypovych Shukhevych, noto anche con il suo pseudonimo
HYPERLINK “https://en.wikipedia.org/wiki/Pseudonym” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Pseudonym” HYPERLINK
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“https://en.wikipedia.org/wiki/Pseudonym” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Pseudonym” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Pseudonym” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Pseudonym” Taras Chuprynka, nato il 30
giugno 1907, morto il 5 marzo 1950, è stato uno dei più importanti e
fanatici nazionalisti ucraini, con un curriculum criminale tra i più
sanguinari. Fu comandante del Battaglione Nachtigall Hauptmann, del
battaglione di polizia ausiliario tedesco Schutzmannschaft 201, capo
militare dell’esercito insorto ucraino (UPA) e uno degli organizzatori
dei massacri di Galizia-Volinia di circa 100.000 polacchi.
Nel 1925 Shukhevych si unì all’Organizzazione militare ucraina (UVO).
Nel 1926, l’unità regionale dell’UVO ordinò a Shukhevych di assassinare
il sovrintendente scolastico di Lwów, Stanisław Sobiński, accusato di
“polonizzazione” del sistema educativo ucraino. Roman Shukhevych e
Bohdan Pidhainy eseguirono l’assassinio il 19 ottobre 1926.
Nel febbraio 1929 fu fondata a Vienna l’Organizzazione dei nazionalisti
ucraini (OUN). Shukhevych, con il nome di “Dzvin” (campana), divenne un
rappresentante dell’esecutivo ucraino.
Shukhevych fu a capo di un’ondata di attacchi e saccheggi contro
proprietà e case polacche in Galizia nel 1930, che avevano lo scopo di
provocare rappresaglie delle autorità polacche e di radicalizzare la
società ucraina. Nella sua militanza, ha pianificato e partecipato ad
attività terroristiche e numerosi omicidi pianificati dai nazionalisti
ucraini come atti di protesta contro le politiche anti-ucraine. Tra
questi:
– Campagne di espropri di uffici del governo polacco al fine di
finanziare l’insurrezione, rapine in banca e assalti agli uffici postali
o ai vagoni.
– Il 1 settembre 1931, assassinio di Tadeusz Hołówko, un politico
polacco moderato, che sosteneva l’autonomia culturale per gli ucraini.
Il suo omicidio causò uno choc tra la gente locale.
– L’assassinio, il 22 marzo 1932, del commissario di polizia Czechowski.
– Il fallito tentato assassinio del console sovietico a Leopoli.
– L’assassinio del membro del Parlamento e ministro degli Affari interni
polacco Bronis HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Bronis%C5%82aw_Pieracki” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Bronis%C5%82aw_Pieracki” HYPERLINK
“https://en.wikipedia.org/wiki/Bronis%C5%82aw_Pieracki”ław Pieracki, che
l’OUN aveva dichiarato responsabile dell’organizzazione di azioni di
“pacificazione”.
– Il 30 novembre 1932, assalto all’ufficio postale di Gródek
Jagielloński con la partecipazione diretta di Shukhevych, in cui furono
uccisi numerosi civili.
Shukhevych, con Stepan Bandera, Stepan Lenkavsky, Yaroslav Stetsko,
Yaroslav Starukh e altri, teorizzarono il concetto di “rivoluzione
permanente”. Secondo il loro manifesto, il popolo ucraino, sfruttato da
un occupante, poteva ottenere la libertà solo attraverso un continuo
assalto al nemico. Shukhevych teorizzò l’idea che la rivoluzione fosse
un conflitto senza compromessi o limiti per sconfiggere definitivamente
il nemico.
Shukhevych fu uno dei teorici e fondatori della formazione dell’Esercito
ucraino insurrezionale. Dal 19 gennaio 1935 Shukhevych fu confinato
nella prigione di Leopoli, incarcerato per la sua appartenenza
all’esecutivo regionale dell’OUN e condannato a tre anni. Il 18 luglio
fu anche accusato dell’omicidio di Pieracki e mandato nella prigione di
Bereza Kartuska. Grazie all’amnistia del 1935, fu scarcerato.
Durante il processo di Varsavia contro l’OUN (18 novembre 1935-13
gennaio 1936) Shukhevych fu chiamato come testimone. Lì sostenne la sua
intenzione di parlare solo in ucraino, per cui fu multato. Dopo aver
salutato la Corte con l’appello “Gloria all’Ucraina”, Shukhevych fu
nuovamente arrestato.
Durante il processo a Leopoli contro l’OUN (25 maggio-27 giugno 1936),
fu accusato di tradimento, di appartenenza all’organizzazione
clandestina dell’OUN e condannato a tre anni di reclusione. Fu
nuovamente rilasciato per amnistia il 27 gennaio 1937.
Nel novembre 1938, la Rutenia dei Carpazi ottenne l’autonomia
all’interno dello Stato cecoslovacco. Shukhevych organizzò aiuti
finanziari per il governo della neonata Repubblica e inviò membri
dell’OUN a fondare il Carpathian Sich. Nel dicembre 1938, attraversò
illegalmente il confine dalla Polonia alla Cecoslovacchia, recandosi
nella città rutena di Khust. Lì, con l’aiuto dei membri locali dell’OUN e
dell’intelligence nazista, istituì il quartier generale per la lotta
contro il governo centrale cecoslovacco. Nel gennaio 1939 l’OUN decise
di spodestare il governo autonomo, che a loro appariva troppo
filo-cecoslovacco. Il tentativo di colpo di stato avvenne nella notte
tra il 13 e il 14 marzo, in relazione alla proclamazione
dell’indipendenza slovacca, gestita dalla Germania. Con l’aiuto di
simpatizzanti tra la polizia, gli insorti, guidati da Shukhevych,
presero le armi della gendarmeria locale ma i loro assalti alle
guarnigioni dell’esercito cecoslovacco fallirono. Solo a Khust, 11
combattenti OUN furono uccisi e 51 catturati. Poi, dopo la creazione
dello Stato vassallo slovacco il 14 marzo, e l’occupazione della
Cecoslovacchia da parte dei nazisti il 15 marzo, la Rutenia dei Carpazi
fu invasa e annessa dall’Ungheria. Shukhevych partecipò attivamente al
conflitto armato con le forze ungheresi.
Nell’autunno del 1939 Shukhevych si trasferì in Polonia, dove
organizzava il trasporto illegale di documenti e materiali attraverso il
confine sovietico-tedesco e fungeva da riferimento per le attività
dell’OUN in Ucraina. Dopo che il comando dei nazionalisti ucraini si
divise in due tendenze sulla base di concezioni diverse delle tattiche
da tenere, il 10 febbraio 1940, l’organizzazione nazionalista si scisse
in due fazioni, una guidata da Stepan Bandera e l’altra da Andriy
Melnyk. Shukhevych divenne membro del Comando Rivoluzionario dell’OUN
guidato da Bandera, prendendo in carico la sezione che si occupava dei
territori rivendicati dagli ucraini, che dopo il patto
Molotov-Ribbentrop erano stati presi dalla Germania (Pidliashshia,
Kholm, Nadsiania e Lemkivshchyna). Contribuì a formare una potente rete
per le le attività clandestine in Ucraina, con corsi di addestramento
paramilitari e preparazione di quadri militari, che poi sarebbero
diventati il futuro esercito ucraino nazionalista. Shukhevych fu anche
l’organizzatore del Secondo Grande Congresso dell’OUN che ebbe luogo
nell’aprile 1941.
Nella primavera del 1943, l’UPA dell’OUN(b) lanciò una campagna di
omicidi ed espulsioni contro la popolazione polacca della Volinia e
all’inizio del 1944 contro i polacchi nella Galizia orientale, come
attacco preventivo in attesa di un prevedibile conflitto polacco-ucraino
sui territori contesi, che erano stati internazionalmente riconosciuti
come parte della Polonia nel 1923.
Secondo lo storico americano Timothy D. Snyder, specializzato nella
storia moderna dell’Europa centrale e orientale, professore di Storia
presso l’Università di Yale, membro permanente presso l’Istituto per le
Scienze Umane di Vienna e membro del Comitato sulla coscienza del Museo
commemorativo dell’Olocausto degli Stati Uniti, si stima che fino a
100.000 polacchi siano stati uccisi dai nazionalisti ucraini durante il
conflitto e altri 300.000 siano stati costretti all’esilio, a causa
della pulizia etnica. Secondo Snyder, 40.000-60.000 civili polacchi
furono uccisi dall’UPA in Volinia nel 1943 e circa 25.000 nella Galizia
orientale. Lo storico dell’Università dell’Alberta, Per Rudling, ha
affermato che Shukhevych comandava l’UPA durante l’estate del 1943,
quando decine di migliaia di polacchi furono massacrati.
Shukhеvych è morto in uno scontro armato con un gruppo operativo
dell’MGB (Servizi sicurezza ucraini), nel villaggio di Bilohorshcha alla
periferia della città di Lviv, il 5 marzo 1950, a 42 anni.
Nell’Ucraina del post Maidan, questo criminale di guerra, comandante del
Battaglione Nachtigall, comandante del Battaglione di Polizia
ausiliaria tedesco Schutzmannschaft 201, capo militare dell’Esercito
insurrezionale ucraino (UPA) e uno degli organizzatori dei massacri di
Galizia-Volynia di circa 100.000 polacchi, Shukhevich è ritenuto e
celebrato come un eroe. Per i compleanni si svolgono raduni di
commemorazione di massa in varie città ucraine. Il 23 ottobre 2001, il
Museo storico di Leopoli ha convertito la casa in cui Shukhevych è stato
giustiziato in un museo commemorativo. Nel 100° anniversario della sua
nascita sono stati coniati in suo onore francobolli e monete. Postumo, è
stato insignito delle più alte decorazioni dell’UPA: la Croce d’oro al
merito di combattimento di prima classe e la Croce al merito in oro.
Nel giugno 2017, il Consiglio comunale di Kiev ha ribattezzato la
General Vatutin Avenue della città in Roman Shukhevych Avenue. Il 5
marzo 2021, il Consiglio comunale di Ternopil ha nominato lo stadio più
grande della città “Stadio cittadino di Ternopil Roman Shukhevych”.
Nell’Ucraina “libera e democratica” di oggi, il figlio, nato nel 1933 a
Leopoli, continuatore delle idee e dei valori del padre, Yuri
Shukhevych, nelle elezioni ucraine del 2014 è stato eletto nel
Parlamento ucraino per il Partito Radicale. Leader riconosciuto delle
formazioni neonaziste, nel dicembre 1990 fu eletto capo dell’Assemblea
nazionale ucraina – Autodifesa nazionale ucraina, una formazione
radicale fascista. Yuri Shukhevych ha anche trascorso oltre 30 anni
nelle prigioni sovietiche. Nel 1944, quando l’Ucraina occidentale fu
liberata dall’Armata Rossa, fu arrestato con sua madre e furono mandati
in Siberia come familiari di nemici del popolo.
Nell’agosto 1994, Shukhevych si ritirò dalla vita politica attiva a
causa di duri scontri con gli altri leader del partito. All’inizio del
2006, Shukhevych è tornato in politica ed è entrato nella lista
elettorale dell’UNA-UNSO per le elezioni ucraine del marzo 2006 al
numero 1. Ma il partito perse le elezioni totalizzando lo 0,06% del
totale dei voti. Il 19 agosto 2006 Y. Shukhevych ha ricevuto il titolo
di “Eroe dell’Ucraina” per le attività sociali e politiche a lungo
termine in nome dell’indipendenza dell’Ucraina. Nell’ottobre 2006,
l’UNA-UNSO ha rieletto Y. Shukhevych come suo presidente, e anche nel
giugno 2010.
Un articolo pubblicato dal portale della comunità ebraica internazionale
“Defending History” ha riportato incredulo che l’Agenzia statunitense
per lo sviluppo internazionale (USAID) avrebbe giocato un ruolo
rilevante nella riabilitazione dei criminali di guerra collaborazionisti
nazisti ucraini.
In quel rapporto si rilevava che la questione del sostegno dell’USAID
alla politica della memoria nazionalista ucraina andava oltre ciò che
era già difficile da credere. Ne è un esempio la Conferenza sulle
riforme in Ucraina, una conferenza per funzionari ucraini e stranieri,
con membri dell’Unione europea, dell’Organizzazione del Trattato del
Nord Atlantico (NATO), del Gruppo dei Sette (G7), rappresentanti della
società civile, membri del settore privato e think tank, tenutasi a Kiev
il 17-19 e 23-27 novembre 2019, che si è conclusa con un seminario
sulla “politica nazionale della memoria”. Il forum, di otto giorni, fu
sponsorizzato dall’USAID, insieme ad altre istituzioni.
Due dei quattro relatori per la politica della memoria, Ivan Patrylak
e Yaryna Yasynevych, erano membri del Center for Research of the
Liberation Movement (TsDVR), una “struttura di facciata” dell’OUN(b), la
fazione dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, fondata e guidata
dal famigerato collaboratore nazista Stepan Bandera e, come documentato
prima, profondamente antisemiti e massacratori di centinaia di migliaia
di ebrei e polacchi durante la Seconda Guerra mondiale. Dall’inizio
della Guerra Fredda, l’OUN(b) ha lentamente ma instancabilmente
manovrato gran parte della diaspora ucraina organizzata e, subito dopo
il crollo dell’Unione Sovietica, ha ripreso da dove si era interrotta in
Ucraina.
Ma per fare questo ha avuto il sostegno e la complicità occidentali.
In quella Conferenza, tra i relatori principali vi erano il Dr. Ivan
Patrylak, preside del Dipartimento di Storia dell’Università Nazionale
Taras Shevchenko di Kiev, ex ricercatore
TsDVR. La sua co-relatrice, Yaryna Yasynevych, coordinatrice del
programma TsDVR, è moglie di Volodymyr Viatrovych, autore del famigerato
“Historian Whitewashing Ukraine’s Past”.
Nel 2012, “Defending History” ha pubblicato una serie di articoli che
trattavano della cosiddetta Canadian Conference in Support of Ukraine
(CCSU), una coalizione di organizzazioni affiliate all’OUN(b) in Canada.
Il TsDVR, già diretto da Viatrovych, è partner ufficiale e membro a
pieno titolo dell’ente capogruppo della CCSU, un centro di coordinamento
internazionale delle ONG banderiste, subordinato all’OUN(b) e noto per
avere sede a Toronto.
Yaryna Vasynevych è un membro del consiglio della Coalition Package of
Reforms (RPR), finanziata dall’Occidente, di cui fa parte anche il
TsDVR. La RPR e il CCSU hanno condiviso molti degli stessi sponsor,
inclusi, a titolo esemplificativo ma non completo, l’USAID, nonché
l’Unione Europea, il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite in
Ucraina e i ministeri degli Esteri danese e lituano.
Di queste reti internazionali fanno parte anche due gruppi giovanili
affiliati all’OUN(b): l’International Ukraine Youth Association (CYM),
fondata nel 1946 nella Germania occidentale, e il Militant Nationalist
Congress (MNK) che ha forti legami in Ucraina. Molti dei monumenti
dell’OUN(b) nella diaspora ucraina si trovano nelle sedi del CYM.
L’MNK, è stato fondato nel 2001, originariamente concepito come l’ala
giovanile del Congresso dei nazionalisti ucraini (KUN), che negli anni
’90 è stato il partito politico espressione dell’OUN(b) clandestino. Il
capo della filiale di Kiev dell’MNK, Dmytro Shved, ha il tatuaggio
nazista Sonnenrod (ruota solare) sul gomito, e il suo leader nazionale è
stato coautore della rappresentazione teatrale dell’MNK profondamente
antisemita “Rebel Vertep”, eseguita annualmente a tema dell’esercito
ribelle ucraino UPA.
In una delle loro Conferenze pubbliche, dedicata alle politiche
giovanili e moderata da Olena Podobied-Frankivska che lavorava per il
TsDVR, suo marito, già leader del CYM di Kiev e noto antisemita, ha
accusato “gli ebrei di essere i principali autori di crimini sovietici
contro gli ucraini negli anni ’20 e ’30”.
Podobied-Frankivska è a capo dell’Associazione nazionale della gioventù
ucraina (NUMO), una coalizione di diversi gruppi giovanili
“patriottici”. Le principali organizzazioni che ne fanno parte includono
Plast, la National Scouting Organization of Ukraine, CYM, MNK e
National Alliance, un gruppo scissionista dall’MNK più estremista.
Il leader antisemita MNK, Solomiya Farion, è un membro fondatore del
Consiglio di amministrazione del NUMO. Per quanto riguarda la National
Alliance, è organizzatore dell’annuale festival di estrema destra
Banderstadt (“città di Bandera”) a Lutsk, una città nella regione di
Volyn, dove l’esercito ribelle ucraino dell’OUN(b) iniziò la sua
massiccia e barbara lotta etnica anti-polacca, la campagna di pulizia
etnica all’inizio del 1943. La violenta organizzazione neonazista “C14” è
tra i partner del festival.
Podobied-Frankivska è il “group manager” della coalizione RPR per le
politiche giovanili, e il suo “esperto principale” è Yuzych Yurij,
presidente del consiglio di Plast, il quale ha pubblicato diversi
HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7” HYPERLINK
“https://archive.vn/mCBb7” HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7”
HYPERLINK “https://archive.vn/SW6xC” HYPERLINK
“https://archive.vn/mCBb7” HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7”
HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7″post HYPERLINK
“https://archive.vn/mCBb7” HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7”
HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7” HYPERLINK
“https://archive.vn/ZDVVU” HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7”
HYPERLINK “https://archive.vn/mCBb7” HYPERLINK
“https://archive.vn/mCBb7″su Facebook elogiando la memoria dei
collaboratori nazisti, come Mykhailo Omelianovych-Pavlenko, capo
dell’“Esercito di liberazione ucraino” filo-nazista, Mykola
Uhryn-Bezhrishny, un ufficiale delle Waffen-SS ucraine, e Slavko
Kvaternik, fondatore del movimento fascista genocida Ustascia e primo
ministro delle forze armate dello “Stato indipendente di Croazia”,
alleato dei nazifascisti.
Negli anni del dopoguerra i nazionalisti ucraini tentarono un’opera di “pulizia” e occultamento del loro criminale e feroce passato, cercando di cancellare o “revisionare” la loro storia e i loro atti. I membri dell’OUN si riconoscevano come parte dei movimenti fascisti europei, pur definendosi nazionalisti ucraini si identificavano con le forze come gli Ustascia croati, la Guardia di Ferro rumena, il Fascismo italiano, il Partito delle Croci Frecciate – Movimento Ungarista ungherese, la Comunità Fascista Nazionale cecoslovacca, il Partito fascista russo all’estero, oltre al nazismo tedesco, movimenti a cui i radicali fascisti ucraini si ispirarono profondamente e che ammiravano massimamente per il loro autentico antisemitismo e razzismo pianificato.
Negli anni ’50, si dette vita ad un’opera di “ripulitura” storica dei
documenti interni e programmatici dell’OUN e dell’UPA, cercando di
celare tutti le parti programmatiche nazifasciste e cercando di far
risaltare solo gli aspetti nazionalisti ucraini. Ad esempio, nel 1955,
la direttiva che imponeva ai membri dell’OUN, il saluto nazifascista con
la mano alzata è stata negata come infondata.
Questa operazione, pianificata e minuziosa, fu compiuta da esponenti di
rilievo della diaspora ucraina che avevano prestato servizio nell’OUN e
che nel 1944 erano fuggiti insieme ai tedeschi. Fino alla fine degli
anni ’40 vissero nei campi per sfollati nella Germania Ovest, per poi
recarsi in Canada, Stati Uniti e Gran Bretagna, mentre altri rimasero in
Germania. Furono questi a cercare di riscrivere la loro storia e a
riprodurre documenti ritagliando, tra le altre cose, anche il loro
saluto fascista.
Nella realtà, è ampiamente documentato e dimostrato negli atti che
Bandera e gli altri membri dell’OUN-UPA, già negli anni ’30, avevano
pianificato che il programma politico dell’OUN era la pulizia
dell’Ucraina da polacchi, ebrei e comunisti, o ucraini con opinioni
contrarie al nazionalismo radicale. Nel 1940 e nel 1941, Bandera e l’OUN
prepararono la loro rivoluzione nazionale, parte della quale consisteva
nella necessità di una pulizia etnico-politica del territorio. Su
queste basi, nell’estate del ’41 si dispiegarono i pogrom ebraici. L’OUN
voleva costruire uno Stato fascista ucraino su un terreno pulito da
elementi estranei ad esso.
Nell’Ucraina sovietica e post sovietica, il problema principale nello
stilare una “riscrittura” del genere, è che non si adatta alla realtà ed
è, dal punto di vista documentaristico, impossibile. Anch’essi sanno
che tutto è basato su documenti, su cosa è successo storicamente, ed è
noto a tutti coloro che hanno una minima conoscenza storica e sanno come
studiare e scrivere la storia. Ma i radicali moderni, nipotini e
prosecutori dei criminali di allora, rifiutano di discuterne, dicendo
che è una discussione di propaganda politica. Nei loro discorsi e
documenti programmatici si rifiutano di affrontare il tema dello
sterminio degli ebrei. Non trattano o menzionano il massacro di Volyn.
Questi argomenti vengono indicati come propaganda russa, comunista o
ebraica.
Nella realtà storica contemporanea, decine di studiosi europei,
polacchi, inglesi, svedesi, statunitensi e altri, hanno ulteriormente
documentato, quel che in URSS è sempre stato asserito storicamente, con
libri, ricerche, convegni, seminari di storia dello scorso secolo, i
programmi, le azioni, la pratica feroce e criminale che hanno
contraddistinto la storia del nazionalismo nazifascista ucraino.
Uno di questi è il Dr. Per Anders Rudling dell’Università di Lund, in
Svezia, che in un suo articolo dell’ottobre 2012, sulla storia e la
mitologia nazionalista delle Waffen SS Galizie ucraine, “The 14.
Waffen-Grenadier-Division der SS (Galizische Nr. 1) Revisited”, ha
ulteriormente documentato con altre prove, il ruolo e i crimini di
questi feroci e fanatici criminali.
La quattordicesima divisione granatieri delle Waffen-SS, nota come
Waffen-SS Galizien, è stata una formazione di volontari ucraini formata
nel 1943. Nella mitologia ultranazionalista ucraina di oggi, l’unità è
raffigurata come combattenti per la libertà che hanno combattuto per
un’Ucraina indipendente, e la sua collaborazione con la Germania nazista
viene liquidata come “propaganda sovietica”. Nel documento del
Professor Rudling, egli dimostra come: “…negli ultimi anni del Duemila,
c’è stato un crescente divario sempre più ampio tra il mito
rappresentato dai radicali ucraini e l’immagine che emerge dai materiali
d’archivio. Questo articolo rivisita la storia di questa unità, con un
focus particolare sugli aspetti della sua storia che i creatori di miti
omettono o negano: i suoi fondamenti ideologici, la sua fedeltà ad Adolf
Hitler e il coinvolgimento di unità della divisione nelle atrocità e i
massacri contro i civili nel 1944…”.
Il documento è disponibile gratuitamente presso la casa editrice
Routledge (Taylor and Francis Group) all’indirizzo:
http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/13518046.2012.705633 Ar
Anche un altro storico, Jared McBride, dell’Università di Los Angeles in California, ha scritto un’analisi minuziosa delle atrocità dell’UPA e dell’OUN.
Nel 1949, la Corte Suprema dell’URSS condannò Bandera in contumacia
alla pena capitale, la pena di morte. E nel 1959, l’ufficiale del
controspionaggio sovietico Bogdan Stashinsky, dopo aver seguito Bandera
per diversi mesi, lo eliminò con una dose letale di cianuro di potassio a
Monaco di Baviera (dove aveva a disposizione ben 6 appartamenti e 4
uomini di scorta ininterrottamente), sparata da una pistola speciale in
dotazione ai servizi segreti sovietici, caricata con fiale di vetro
contenenti cianuro.
Con la dissoluzione dell’URSS, dove il 71,48 % degli ucraini era
contrario (!!!), il Paese entra in un processo di impoverimento e
immiserimento sociale, economico, culturale e politico che ha portato
l’Ucraina alla situazione di oggi. E dove le forze e l’ideologia
neonazista hanno avuto e hanno un ruolo preponderante e decisivo come
strumenti di strategie straniere, a cui sono asserviti e di cui sono
strumenti antinazionali, riuscendo ad egemonizzare e coinvolgere anche
la dissidenza antisovietica nel Paese.
Approfittando del caos politico e istituzionale di quegli anni, verso la
fine degli anni ’80, varie forze ispirate all’OUN, cominciarono a
riemergere semi legalmente, sotto varie spoglie, nella RSS Ucraina. La
legalizzazione ufficiale dell’OUN avvenne all’inizio degli anni ’90 e
l’OUN(b), fu legalizzato sotto forma del partito politico “Congresso dei
nazionalisti ucraini” (KUN) e l’OUN(m), sotto forma di socio-movimento
politico omonimo, dopodiché è stato un proliferare di associazione e
partiti, sempre più apertamente dichiaratasi eredi dell’OUN e dell’UPA.
Tra le organizzazioni politiche e culturali e le istituzioni accademiche
fondate in quegli anni, una delle più rilevanti è l’Istituto per lo
studio del movimento di liberazione (fondato da veterani dell’OUN),
guidato da Volodymyr Viatrovych che è uno dei negazionisti più popolari
circa la partecipazione dei nazionalisti ucraini di OUN e UPA
all’Olocausto e agli altri crimini di massa. Viatrovych e i suoi
organismi teorizzano che l’OUN era solamente un “movimento di
liberazione nazionaldemocratico”. Uno dei più noti leader dell’OUN e
vicepresidente del Congresso mondiale ucraino, vive in Australia ed è
cresciuto nella diaspora ucraina, nei circoli nazionalisti degli
emigranti politici ucraini che commemorano Bandera, i veterani dell’OUN,
delle Waffen-SS Galizien e gli altri criminali nelle chiese e nei
raduni politici.
In un rapporto del George Washington Institute of Public Policy,
pubblicato negli USA, si rileva come le forze neonaziste ucraine,
ufficialmente continuatrici dell’OUN/UPA, sono presenti in profondità
sia nel governo che nelle istituzioni ucraine, oltreché nelle strutture
statali delle forze dell’ordine e dell’esercito. Nel rapporto si afferma
che la Hetman Petro Sahaidachny National Army Academy, il principale
istituto di addestramento militare dell’Ucraina, supportato e finanziato
dall’amministrazione statunitense, era anche la sede del gruppo di
estrema destra neonazista Centuria Nera.
Nelle strategie delle attività dei nazionalisti ucraini, il loro lavoro
non si limita al territorio ucraino, ma promuovono attivamente le idee
naziste anche nei paesi occidentali. Secondo il quotidiano statunitense
“Politico”, il Battaglione Azov, guidato da un ex membro del parlamento
ucraino, Andriy Biletsky, ha svelato un legame di questi con il Nordic
Resistance Movement, un gruppo neonazista con sedi ufficiali operanti in
Svezia, Finlandia e Norvegia. Il suprematista bianco americano Robert
Rundo, uno dei fondatori del movimento Rise Above Movement (RAM) – un
gruppo militante illegale della California meridionale, descritto negli
USA come un movimento di neonazisti violenti e fascisti, nazionalisti
bianchi, suprematisti bianchi, di estrema destra –, è stato tra gli
invitati a partecipare a un incontro con i membri di Azov. Il
suprematista bianco statunitense è anche salito sul ring per un
combattimento dimostrativo e, al termine, ha ringraziato i presenti al
grido di “Slava Ukrayini!” (Gloria all’Ucraina). Il tour di
presentazione a Kiev della RAM, organizzato per celebrare il compleanno
di Adolf Hitler e diffondere il suo programma di Alt-Right (Destra
Alternativa), ha accomunato i due gruppi radicali. Poco dopo questi
eventi, Rundo ha ricevuto una nuova denuncia penale dell’FBI contro di
lui che ha, poi, portato ad un breve arresto. Nell’accusa, l’agente
speciale Scott Bierwirth ha scritto che: “si ritiene che l’ala militare
di Azov abbia partecipato all’addestramento e alla radicalizzazione
delle organizzazioni di supremazia bianca con sede negli Stati Uniti”.
Nello stesso articolo del “Poltico” si afferma che esiste un
collegamento tra questa milizia e Brenton Tarrant, il suprematista
bianco australiano che ha ucciso 51 musulmani in un attacco ad una
moschea a Christchurch, in Nuova Zelanda. Si riferisce anche che il
veterano dell’esercito americano Craig Lang, ricercato per l’uccisione
di una coppia in Florida nel 2018, era stato attivo in prima linea
nell’Ucraina orientale, dove aveva combattuto dalla parte di Kiev.
Anche secondo il sito di giornalismo investigativo USA “ProPublica”, per
i radicali ucraini i benefici delle relazioni con le altre formazioni
internazionali hanno prodotto molta utilità. Soprattutto, hanno segnato
un passo avanti verso la legittimazione di Azov tra i suoi omologhi in
Occidente e ha avviato quello che sembra essere un suo progetto:
l’espansione del movimento all’estero. Olena Semenyaka, la segretaria
internazionale dell’ala politica di Azov, il Corpo nazionale, in una
intervista a Radio Free Europe/Radio Liberty (RFE/RFL) ha dichiarato:
“Pensiamo e agiamo a livello globale”.
Inoltre, in un rapporto pubblicato nel 2019 dal Soufan Center (esperti e
ricercatori vicini all’FBI) con sede negli Stati Uniti, che si
concentra sulle sfide della sicurezza globale e sulle questioni di
politica estera, si documenta che “l’Ucraina è emersa come un hub nella
più ampia rete dell’estremismo transnazionale della supremazia bianca,
attirando combattenti stranieri da tutto il mondo mondo. Laddove i
jihadisti si recano per combattere in luoghi come la Siria, i
suprematisti bianchi ora hanno il loro teatro in cui imparare a
combattere: l’Ucraina, dove il conflitto tra separatisti filo-russi e
forze governative ucraine infuria dal 2014, attirando combattenti da
tutto il mondo che stanno combattendo da entrambe le parti. Ricerche
recenti mostrano che circa 17.000 stranieri provenienti da 50 paesi,
compresi gli Stati Uniti, sono andati a combattere in quel conflitto”.
Tuttavia, la richiesta avanzata da 40 parlamentari del Congresso degli
Stati Uniti di inserire ufficialmente il battaglione Azov, che era stato
incorporato nella Guardia nazionale ucraina nel novembre 2014,
nell’elenco delle organizzazioni terroristiche straniere degli Stati
Uniti, non è stata accolta e nemmeno il divieto imposto ai finanziamenti
ad esso e altre milizie neonaziste ucraine è stato deliberato.
Nel 2004, l’Organizzazione dei nazionalisti ucraini, insieme al
Congresso dei nazionalisti ucraini, all’Organizzazione dei nazionalisti
ucraini (rivoluzionaria) e all’Associazione tutta ucraina “Svoboda”,
aveva sostenuto Viktor Yushchenko alle elezioni presidenziali. Nel
gennaio 2010, Stepan Bandera fu insignito, postumo, con decreto75/2010,
dell’onorificenza di Eroe dell’Ucraina dal presidente Yushchenko, alla
presenza del nipote Stepan Bandera jr, con la condanna del Parlamento
europeo e le proteste del governo russo, oltre che della comunità
ebraica. Il Consiglio di Stato della Repubblica di Crimea fece ricorso
alla Corte Costituzionale dell’Ucraina contro la decisione, ma esso fu
dichiarato inammissibile il 5 aprile 2010.
Il 2 aprile 2010, la Corte Amministrativa Distrettuale di Donetsk
dichiarò nullo quel decreto di intitolazione, in quanto Bandera non ebbe
mai ufficialmente la cittadinanza ucraina (fu un cittadino dell’Impero
Austro-Ungarico, della Seconda Repubblica Polacca e poi un apolide, ma
non ebbe mai la cittadinanza della Repubblica Socialista Sovietica
Ucraina, predecessore legale dell’attuale Stato Ucraino); un ricorso
contro questa sentenza fu respinto dal Tribunale Amministrativo
Superiore dell’Ucraina nel gennaio 2011, rendendo la decisione
definitiva.
Numerose piazze e vie sono a lui sono oggi intitolate in Ucraina, e sono
state innalzate anche delle statue che lo ritraggono. Dopo
l’indipendenza ucraina del 1991 e, in particolar modo dopo la
rivoluzione arancione del 2004 e la guerra nel Donbass del 2014, sulla
spinta del movimento EuroMaidan e dei movimenti di destra, anticomunisti
e russofobi, Bandera è assurto al livello di eroe nazionale, ad
eccezione che per le minoranze russa, polacca, ebraica, rutena,
ungherese, rumena, che lo considerano un criminale di guerra.
Nel 2013 iniziò il processo politico prefissato di fascistizzazione,
dove prendono corpo le proposte di legge che diverranno, passo dopo
passo, una distruzione di tutti i presupposti di una società democratica
e la pianificazione di una politica e di una cultura dell’odio feroce,
che ha poi portato alla situazione di oggi e alla guerra civile, dove le
forze nazifasciste, organizzate anche militarmente e finanziate dagli
USA (come oggi è documentato), hanno prenso in mano la scena politica
ucraina e, con campagne di violenza e terrore pianificati, l’hanno
portata alla tragedia attuale.
La legge della Decomunistizzazione
Prima spinta alla decomunistizzazione ci fu con la rivoluzione arancione
e la presidenza Yushchenko: questi infatti, tra il 2007 e il 2009
promulgò una serie di decreti coi quali si imponeva la rimozione dei
monumenti e dei memoriali dedicati a personalità dell’Unione Sovietica o
della memoria antifascista della Grande Guerra Patriottica. A seguito
di questi decreti vennero abbattute dalle autorità altre 500 statue di
Lenin, ma già negli anni precedenti erano iniziati attacchi o
distruzioni, sempre da parte di bande di neonazisti, contro statue
sovietiche o a ricordo della lotta antinazifascista. La
decomunistizzazione subì una battuta d’arresto con l’elezione di Viktor
Janukovy HYPERLINK “https://it.wikipedia.org/wiki/Viktor_Janukovy%C4%8D”
HYPERLINK “https://it.wikipedia.org/wiki/Viktor_Janukovy%C4%8D”
HYPERLINK “https://it.wikipedia.org/wiki/Viktor_Janukovy%C4%8D”č, che
durante la sua presidenza incentivò la costruzione di monumenti legati
alla Grande Guerra Patriottica e fece approvare una legge per introdurre
la bandiera della Vittoria per propiziarsi la parte maggioritaria del
Paese legata al simbolo della resistenza all’invasione nazista.
Tra la fine del 2013 e la fine del 2014 furono distrutti o rimossi 552
monumenti a Lenin e altre centinaia di monumenti dedicati a esponenti
sovietici.
Il 9 aprile 2015 la Verchovna Rada approvò il “pacchetto
decomunistizzante”, quattro leggi con le quali, oltre a celebrare
ufficialmente “qualsiasi organizzazione che abbia combattuto per
l’indipendenza dell’Ucraina nel XX secolo”, leggasi i nazisti
collaborazionisti del Terzo Reich, si misero al bando la propaganda e i
simboli comunisti, in quanto espressione di regimi totalitari. Le leggi
anticomuniste furono poi firmate dal presidente Poro HYPERLINK
“https://it.wikipedia.org/wiki/Petro_Oleksijovy%C4%8D_Poro%C5%A1enko”
HYPERLINK
“https://it.wikipedia.org/wiki/Petro_Oleksijovy%C4%8D_Poro%C5%A1enko”
HYPERLINK
“https://it.wikipedia.org/wiki/Petro_Oleksijovy%C4%8D_Poro%C5%A1enko”šenko
il 15 maggio e pubblicate su “Holos Ukrayiny”, entrando in vigore il 21
maggio. Le nuove norme prevedevano anche la rimozione di ogni simbolo
del passato sovietico e del comunismo in genere (statue, slogan, stemmi,
bandiere, ecc.). Una delle quattro leggi sostituì in ogni contesto
ufficiale la definizione “Grande Guerra Patriottica” con “Seconda Guerra
mondiale”. Vennero anche rimosse le stelle a cinque punte dalle
spalline dei militari.
I golpisti di EuroMaidan arrivarono ad un tale grado di disumanità e
vergogna, che esso da solo può far capire la loro disumanità ed etica
barbarica: nel maggio 2015, proposero di distruggere il memoriale di
Babiy Yar a Kiev, dove 100.000 civili furono assassinati come bestie al
macello, dai loro nonni banderisti, collegandolo al processo della
“decomunistizzazione”.
Nel 2017 furono rimossi 2.389 monumenti sovietici. La gran parte di queste sculture furono distrutte o fuse.
La legge sulla Lustrazione
Si riferisce al licenziamento dai pubblici uffici dei dipendenti
statali che avevano prestato servizio durante il mandato del Presidente
ucraino V. Yanukovich. Questa misura era stata avviata sotto il
presidente P. Poroshenko, dopo che Yanukovich fu rimosso con il golpe di
EuroMaidan nel 2014. Questa “lustrazione” (nel vocabolario,
eliminazione delle impurità) è stata anche applicata a tutti i
dipendenti pubblici che erano stati iscritti al Partito Comunista
dell’URSS prima del 1991. Per gli iscritti o militanti comunisti dei
nostri tempi, il problema è stato semplificato: è stato messo fuorilegge
il Partito Comunista ucraino in toto. Un partito che prendeva tra il 10
e il 15%, oltre ad una base di massa nei sindacati, anch’essi
decapitati in tutte le sue dirigenze.
Il 16 settembre 2014, il Parlamento ucraino in terza lettura ha adottato
la legge sulla lustrazione e quindi ha, poi, approvato il disegno di
legge entrato in vigore il 16 ottobre 2014.
Verso il golpe
Nel gennaio 2013, Eleonora Groisman, presidente del Consiglio
indipendente ucraino delle donne ebree, lanciò un appello internazionale
sull’antisemitismo in Ucraina.
L’autrice dirigeva anche il quotidiano “Jewish Kiev”.
Appello ai rappresentanti delle organizzazioni internazionali
governative e non governative da parte di un gruppo di organizzazioni
sociali e cittadini di diversi paesi, preoccupati per la crescita
dell’antisemitismo in Ucraina:
«Nelle elezioni del 2012 alla Verkhovna Rada è passato il partito
nazionalista di estrema destra Svoboda. Ad oggi la frazione Svoboda
conta 37 parlamentari, su un totale di 450 parlamentari.
Per molti anni, Svoboda ha utilizzato attivamente la retorica antisemita
e xenofoba per attirare gli elettori. Così, nel 2004, Oleg Tyagnibok,
il leader del partito, mentre elogiava i soldati dell’esercito ribelle
ucraino UPA, disse che stavano combattendo “contro i moscoviti, i
tedeschi, gli Zhids (Yids) e gli altri demoni che volevano impadronirsi
dell’Ucraina”.
Tyagnibok, in seguito, disse che non si sarebbe scusato per averlo
detto. Altri membri del partito Svoboda hanno usato espressioni simili,
poiché ci sono ampie prove nei media, nei video delle dimostrazioni e
nelle fiaccolate di membri del partito che cantavano slogan xenofobi e
antisemiti».
Nel 2013, dai primi mesi, le forze popolari, progressiste e sociali
ucraine, dai sindacati ai comunisti, dai movimenti di opposizione
sociale ai socialisti, scesero ripetutamente in piazza per protestare
contro il governo, con scioperi, manifestazioni per la difesa dello
Stato sociale, delle pensioni, contro la corruzione e le politiche
economiche antipopolari. I partiti progressisti e patriottici proposero
un Referendum sulle questioni UE, NATO, FMI, ma non ci fu mai risposta.
Forse, anche perché dai sondaggi indipendenti di allora risultava che il
58% degli ucraini era favorevole all’Unione Doganale con la CSI e la
Russia, e il 38% era per la UE.
Il 26 novembre 2013 il presidente ucraino Janukovich, si reca a Vilnius,
in Lituania, col mandato del suo governo di disponibilità ad un accordo
con l’UE, ma le proposte richieste all’Ucraina sono privatizzazioni
devastanti di industrie, sanità, scuola, eliminazioni dei dazi, blocco
dei salari, blocco della produzione agricola e riduzione al 5% della
bilancia commerciale, riduzione di 400.000 posti in esubero, tagli alle
spese sociali e statali, prospettiva di investimenti della UE di 1
miliardo di dollari, mentre quelli degli scambi con la Russia erano di
15 miliardi. E ancora, la cessazione dello status di neutralità militare
dell’Ucraina, sancita dopo lo scioglimento dell’URSS nel 1991, con
l’avvio del partenariato con la NATO.
Di fronte a queste condizioni capestro, Janukovich dichiara che sono un
ricatto, non una proposta di accordo, e che se le avesse accettate la
popolazione si sarebbe rivoltata con una insurrezione giustificata.
Ma non servì a nulla neanche questo, il “laboratorio Ucraina”,
pianificato e creato nelle capitali occidentali e dalla NATO, aveva già
in vitro il virus di “EuroMaidan”, con tutte le tragedie per il popolo
ucraino di cui oggi si vedono i tragici esiti.
Tutto questo è confermato dal documento 10kyiv278 (cavo diplomatico),
rivelato tra altri documenti relativi a NATO e golpisti ucraini di
EuroMaidan da Wikileaks di Julien Assange. Sarebbe utile chiedere ai
sostenitori “democratici” e difensori dei “diritti umani” nostrani, dei
neonazisti ucraini golpisti, come facciano a stare dalla parte di questi
criminali e nello stesso tempo, farisaicamente, difendere Assange.
Forse perché sono culturalmente e politicamente intrisi fino all’osso di
“ingenuità”? O forse di “ipocrisia”? O, forse, molti di banalissima
“malafede”.
Da qui inizia il percorso pianificato che sfocerà nel colpo di stato del 24 febbraio successivo.
In novembre scendono in campo le forze nazifasciste al servizio
dell’interesse straniero, dirette da USA, Turchia, Israele, UE, come
oggi è documentato, che, approfittando della crisi che avanzava e di un
giustificato malcontento della popolazione, strutturano le proteste in
modo organizzato. La piazza Maidan diviene l’epicentro del processo di
colpo di stato, dove convergono e occupano, in forme paramilitari e poi
armate, tutte le forze e i gruppi nazifascisti come Svoboda (l’ex
Partito Socialista Nazionale), Pravy Sektor, Trident Bandera, Garda
Nera, Garda Nationala, Fazione Destra, Centuria Nera, UNA-UNSO, Partito
Patrioti Ucraino, Sech Carpatica, oltre a centinaia di terroristi o
mercenari delle élite occidentali, oltre alle bande di terroristi come
il gruppo terrorista dei Tatari della Crimea HIZB ut Tahir, reduci
dall’Afganistan, dalla Cecenia, 350 reduci ucraini volontari in Siria al
fianco dell’ISIS, un gruppo di mercenari di élite israeliani del gruppo
Delta, oltre a centinaia di funzionari e agenti dei vari servizi di
intelligence occidentali. Il tutto sotto la direzione supervisione della
CIA, dell’Ambasciata USA a Kiev e da “figure non ucraine”, come
verranno poi definite, successivamente dai media internazionali. Oggi è
tutto documentato e pubblico. Per esempio, “Bild” (il più diffuso
giornale tedesco), ha riportato da fonti del Ministero degli Interni
tedesco, che, la CIA e l’FBI ebbero un ruolo di primo piano negli
accadimenti di EuroMaidan. O anche le dichiarazioni dell’oligarca
ucraino Taruta, uno dei fautori e finanziatori di Maidan, il quale in
una intervista televisiva ha placidamente ammesso che “… gli avvenimenti
di Maidan erano stati rigorosamente pianificati, organizzati e
finanziati dall’estero…”.
Il 1° dicembre vengono assaltati, saccheggiati e devastati a Kiev il
Municipio, Ministeri, sedi sindacali e dei partiti di sinistra, dei
movimenti antifascisti e dei Veterani della Lotta di liberazione contro
il nazifascismo, ovunque compaiono i simboli nazisti e le immagini dei
criminali di guerra ucraini collaboratori del nazismo, Bandera,
Shukhevych, Svetko e tutti gli altri, mentre vengono attaccati e spesso
distrutti i monumenti antifascisti.
In tutti i video e le fotografie di quei momenti si può notare che la
polizia in piazza non aveva armi, ma utilizzava solo scudi e manganelli,
di fronte ad una furia e violenza bestiali. Fino al golpe, la polizia
ha adottato una tattica di contenimento della piazza e di non azione
offensiva, aspetto che, alla luce di ciò che è accaduto poi, ha
sollevato molti dubbi, critiche, interrogativi e retroscena
interpretativi.
Il 19 gennaio 2014 vengono attaccati in piazza i poliziotti, alcuni
vengono bruciati vivi come torce umane, a un altro viene cavato un
occhio, massacrato di botte e poi lasciato morire con intorno i
banderisti che ballano e cantano. Tutto documentato da video e foto, fra
l’altro tratte dai social dei gruppi neonazisti, che si
autoglorificavano di questi atti eroici.
Il 20 febbraio, la Rada, il Parlamento ucraino, viene assaltato da
centinaia di uomini armati che picchiano e feriscono quei parlamentari
che non erano scappati. Nel Paese, simultaneamente, oltre 300 sedi di
partito, sindacali e antifasciste vengono attaccate, incendiate e
chiuse.
Alcuni parlamentari e funzionari del ministero degli interni, denunciano
che a Kiev, in Piazza Maidan, sono concentrati 20.000 miliziani
neonazisti armati con pistole, mitra, molotov, asce.
Il 21 febbraio viene trovato un accordo tra il Governo e l’opposizione
parlamentare, sottoscritto con la presenza dei ministri di Francia,
Germania e Polonia, che stabiliva:
Dimissioni del Governo in carica e del Presidente, nuove elezioni, un
governo di transizione interpartitico, terza amnistia in tre mesi per i
reati di piazza, referendum consultativi su vari temi costituzionali, in
cambio della cessazione delle violenze e del disarmo dei manifestanti.
A questo punto, tutti i presunti obiettivi o richieste erano stati
conquistati, la contrapposizione e le violenze potevano rientrare, c’era
stata una vittoria politica della piazza su tutte le questioni. Si
poteva tornare a confronti civili e democratici, e a cercare di
migliorare le condizioni sociali ed economiche della popolazione e del
Paese.
Invece no.
Il 22 febbraio, durante una manifestazione pacifica, per mano di alcuni
cecchini non identificati, appostati su tetti di hotel e palazzi, ma
immediatamente indicati dai leader neonazisti e dell’opposizione come
appartenenti ai Berkut, i servizi speciali ucraini, 94 manifestanti
resteranno morti sul terreno e altre decine feriti.
Un’azione senza motivi logici o militari da parte della polizia,
soprattutto un’azione senza senso, visto che era stato trovato, dopo
oltre 90 giorni di violenze sanguinarie e criminali, un processo di
pacificazione e il riconoscimento delle rivendicazioni dei manifestanti.
Se fatta dalle forze governative, un’azione a dir poco dissennata
politicamente e autodistruttiva, completamente contraria ai propri
interessi. Perché l’avrebbero fatto dopo l’accordo e la tregua, e non
nei mesi prima di violenza e ferocia dispiegata?
Ma la verità emerge poco dopo, per un casuale “incidente di percorso”.
Urmas Paet, parlamentare europeo dell’Estonia, uno dei paesi più filo
occidentale e antirusso, viene intercettato in una sua telefonata con la
responsabile UE della politica estera, C. Ashton, dove le rivela di un
colloquio con Olga Bomolets, una stimata dottoressa, nota esponente
dell’opposizione e partecipante in Piazza Maidan come responsabile delle
attività sanitarie per i manifestanti. In questa telefonata Paets
riferisce alla Ashton che “la Bomolets mi ha detto che, in base alla sua
esperienza professionale di medico, secondo lei le vittime del massacro
dei manifestanti di Maidan non sono imputabili alla polizia o al
governo, ma che i cecchini provenivano dalle fila di EuroMaidan, ci sono
le prove che ho personalmente vagliato che sono inequivocabili. Non è
stato Yanukovich a ordinare il massacro, è stato qualcuno della
coalizione di piazza. Olga mi ha mostrato delle foto, mi ha fatto
parlare con alcuni medici e ho visto le perizie medico legali. Sono
stati uccisi dallo stesso tipo di pallottole, con le stesse angolazioni
di fuoco, la stessa firma sui bossoli e le stesse striature dei
proiettili. E non appartengono alla polizia ucraina…”. Mentre la Ashton
ha una reazione quasi di indifferenza di fronte a queste rivelazioni
sconvolgenti che riguardano la vita di 94 cittadini, Paets dimostra
un’etica, un’onestà intellettuale e un coraggio non comuni tra i
politici, diciamo pure rarissimi. Egli chiede una indagine ufficiale e
indipendente su quei tragici avvenimenti e il 24 marzo conferma in
Televisione l’autenticità dell’intercettazione e la denuncia dei fatti.
Il settimanale “Panorama.it” ricostruisce gli eventi e avalla tutto come
vero e provato.
Sui media internazionali occidentali, che avrebbero dovuto
giornalisticamente immergersi in una notizia così scioccante, tutto
viene fatto passare in poche righe o dispacci, mentre il parlamentare
estone viene “dimenticato” e di fatto “silenziato”.
Rostilav Stepanovich Vasilko, comunista e oppositore di Yanukovich,
linciato e torturato dai “democratici” in piazza Maidan così ha
denunciato i fatti a funzionari della Croce Rossa che lo hanno visitato:
“Io, Vasilko Rostislav Stepanovich, primo segretario del Comitato
cittadino di Lvov del Partito Comunista dell’Ucraina, a Kiev, sono stato
picchiato ferocemente dai banderisti. Mia madre è perseguitata, i miei
figli sono minacciati. Minacciano di uccidere me e mia moglie. Aiutateci
a trovare asilo politico in un altro paese. Il 22 febbraio 2014, dalle
11.00 alle 23.00, i Maidaniti mi hanno torturato nel Parco Mariinsky, mi
hanno infilato aghi sotto le unghie, mi hanno picchiato con bastoni,
pugni, mi hanno perforato il polmone destro, hanno rotto tre costole, il
setto nasale e un osso facciale. Mi hanno spaccato il cranio. Ho
riportato una commozione cerebrale di secondo grado. Sono tutto blu. Mi
fanno punture nel midollo spinale. Criminali nazisti! Hanno rubato tutto
nella mia casa, portato via documenti, denaro, una catena d’oro con una
croce. Chiedo aiuto umanitario”.
Ecco perché EuroMaidan è stato un golpe pianificato. Tutto è ormai
documentato e verificabile da qualsiasi persona intellettualmente ed
eticamente onesta, indipendente e libera di pensiero, al di là di
posizioni politiche o partitiche.
Nel 2015, l’EIR (Executive Intelligence Review) di Washington, tra molte
altre istituzioni e media occidentali, dopo uno studio inchiesta, sancì
che “l’Occidente aveva sostenuto e supportato un golpe neonazista in
Ucraina”.
Una cosa è certa, il colpo di stato di EuroMaidan ha portato al potere
un governo che rappresenta oligarchi criminali ed estremisti radicali.
Tra i suoi esponenti, molti leader sono apertamente e pubblicamente
neonazisti. Questo dato rappresenta, per la prima volta dalla Seconda
Guerra mondiale, che in Europa i politici che si rifanno e s’ispirano
direttamente al Terzo Reich vengono portati al potere.
Ricostruendo una serie di passaggi storici avvenuti nel Paese dopo la
distruzione dell’URSS, si può capire come la “questione Ucraina” sia
stata pianificata ed elaborata in USA e nelle capitali occidentali: nel
1997 il politologo statunitense e mente pensante dell’establishment
statunitense, Zbigniew Brzezinski, anche membro della potente e
strategica Trilateral, nel suo libro La grande scacchiera scriveva: “Gli
Stati che meritano il più forte sostegno geopolitico americano sono
l’Azerbaijan, l’Uzbekistan e l’Ucraina, in quanto tutti e tre sono
pilastri geopolitici. Ma è l’Ucraina lo Stato essenziale, in quanto
influirà sull’evoluzione futura della Russia… Senza l’Ucraina, la Russia
non è altro che una potenza asiatica. Se la Russia riprende il
controllo dell’Ucraina, dei suoi 52 milioni di abitanti, delle ricchezze
del sottosuolo e del suo accesso al Mar Nero, essa ritornerà ad essere
una grande potenza che si estende su Europa e Asia…”.
Confermato poi anche dal Congresso USA che, nel 2007, approvò una
risoluzione con la quale autorizzava “…l’aiuto degli Stati Uniti per
assistere l’Ucraina nella preparazione di una possibile adesione alla
NATO …”. Nel 2007 si parlava già di NATO!
E nel 2008 George Bush, allora presidente USA, nel vertice di Bucarest
in Romania, dichiarò di “offrire un forte sostegno alla richiesta
dell’Ucraina di ricevere dalla NATO un Piano d’azione per l’adesione”.
Nel 2014, Daniel Larison, autorevole giornalista del “The American
Conservative”, riportò un documento interno dell’AEI (American
Enterprise Institute), una delle fondazioni più influenti a Washington,
consulente delle Amministrazioni della Casa Bianca ai tempi di Clinton e
Bush, così scriveva: “… Tutti sappiamo che i sondaggi sono un bluff…
tutti sappiamo che i dimostranti vengono portati in piazza. Ma
l’occasione è di quelle ghiotte e non va sprecata. Nell’interesse degli
Stati Uniti… bisogna esportare la democrazia in Ucraina, una democrazia
lontana da Mosca e da Putin. Bisogna sfruttare le loro debolezze… Ci
vogliono incidenti, vittime, immagini forti in grado di colpire
l’immaginazione compassionevole dell’opinione pubblica occidentale”.
L’agenzia di stampa ebraica JTA di New York, mesi dopo il golpe a Kiev,
ha intervistato Delta, nome di battaglia di uno dei capi militari della
“rivoluzione ucraina”. Delta è un veterano dell’esercito israeliano,
specializzatosi nel combattimento urbano nella Brigata di fanteria
Givati, impiegata nell’operazione Piombo Fuso a Gaza, tra cui il
massacro di civili del quartiere di Tel el Hawa. Dopo essere rientrato
anni prima del 2014 in Ucraina, sotto le spoglie di uomo d’affari, ha
dichiarato di avere formato e addestrato, insieme ad altri ex militari
israeliani, il plotone “Caschi Blu di Maidan”, insegnando a Kiev le
tecniche di combattimento urbano sperimentate a Gaza.
Il suo plotone, ha dichiarato a JTA, era legato a Svoboda, noto partito
neonazista ucraino, tra i protagonisti degli eventi a Piazza Maidan.
L’agenzia JTA e altre agenzie israeliane avevano confermato le notizie
riguardanti la presenza in Ucraina di specialisti militari israeliani,
rivelando che diversi feriti negli scontri con la polizia a Kiev, furono
subito portati in ospedali israeliani, evidentemente per impedire che
si svelassero le presenze di agenti stranieri nella piazza. Questo
avrebbe confermato le denunce delle legittime autorità al governo che
ribadivano questa realtà.
Tutti questi “pezzi” di verità sommati, anche grazie al lavoro di J.
Assange e di Wikileaks, hanno gettato la luce della verità sul golpe di
EuroMaidan. Sul modo in cui è stato pianificato, preparato e attuato,
dimostrando con fatti e documentazioni inoppugnabili come ci sia stata
una regia straniera, diretta
da USA e NATO; che attraverso la CIA e altri servizi segreti hanno
reclutato, finanziato, addestrato e armato i militanti neonazisti, che
poi hanno dato l’assalto ai palazzi governativi, ai partiti, sindacati e
associazioni antifasciste o democratiche. Per poi essere legalizzati e
istituzionalizzati come “Guardia Nazionale”, quindi resi intoccabili e
posti alla guida delle scelte e delle tendenze successive del Paese. La
dimostrazione fattuale di questo sta in un esempio illuminante: appena
preso il potere, la direzione delle forze armate ucraine fu affidata ad
Andriy Paruby, nazista dichiarato, cofondatore del Partito
Nazionalsocialista ucraino, poi, su indicazione CIA, trasformatosi nel
Partito Svoboda. A lui fu da subito affidato il ruolo di Segretario del
Comitato di Difesa Nazionale, mentre come ministro della Difesa divenne
Igor Tenjukh, anch’esso neonazista di Svoboda.
Le forze neonaziste si sono così impadronite del potere militare e
decisionale politico effettivo, spartendosi il potere della società
ucraina con gli oligarchi corrotti e legati al liberismo selvaggio e al
Fondo Monetario Internazionale che, per parte loro, hanno preso in mano
l’economia e le ristrutturazioni sociali, imponendo così privatizzazioni
di tutte le strutture statali, abbattimento dello Stato sociale fino a
quel momento minimamente garantito, licenziamenti massificati,
azzeramento dei sindacati, abbattimento delle limitazioni per gli
aumenti di gas, luce, riscaldamento, trasporti, completa privatizzazione
di miniere, porti, grandi industrie, svendita delle fertilissime terre
nere, ecc. ecc. Tutto ciò come negli accordi stabiliti dai partiti
dell’opposizione “europeisti”, già nel 2010, in un incontro con
l’ambasciatore americano a Kiev, rivelato da Wikileaks di J. Assange.
Così è iniziato il tunnel di immiserimento, di esasperazioni di odio e
di violenze dispiegate, di terrore e imposizioni feroci contro chiunque
si opponesse o criticasse, in qualsiasi forma, un tunnel che ha portato
il Paese all’abisso della guerra, oggi materializzatasi, ma che per il
popolo ucraino antifascista, progressista e democratico (la maggioranza
del Paese, dati matematici e inoppugnabili alla mano), è iniziata da
quel 21 febbraio 2014. La guerra è cominciata quel giorno, con decine di
città dell’Ucraina che si sono ribellate e non volevano accettare
nazisti al governo. Da lì è iniziato il calvario delle Repubbliche
Popolari del Donbass, durato 8 anni e costato distruzioni sistematiche
di città e villaggi, miseria, 13.000 morti, 33.000 feriti e mutilati
sotto il fuoco, i bombardamenti, gli attentati dei Battaglioni ATO
neonazisti, tra cui il famigerato e criminale Azov.
Questo lo documenterò nella prossima e ultima parte… fino all’Operazione
Speciale russa per la denazificazione dell’Ucraina e la liberazione del
Donbass.
Febbraio 2014, questi sono stati i “liberatori” dell’Ucraina e i “nuovi” politici europeisti e portatori della libertà occidentale al popolo ucraino… Tutti i loro protettori e sostenitori qui in Italia, probabilmente stanno aspettando che arrivino anche in Italia… che vengano nelle nostre città, al fianco dei partiti democratici di destra e di sinistra del nostro Parlamento, magari ripartendo poi con soldi e armi pagate dai lavoratori e cittadini italiani indigenti o disoccupati.
Fonti:
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academia.edu (1122859)
accademia nazionale delle scienze dell’Ucraina
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http://evreiskiy.kiev.ua
http://groups.yahoo.com/group/Jewish_Daily_News/message/92
http://www.facebook.com/evreiskiy.kiev.ua
EIR, Executive Intelligence Review), Washington
AEI (American Enterprise Institute), USA
The American Conservative
Bild, Germania
Wikileaks- J. Assange
JTA, USA, Israele
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