venerdì 25 novembre 2022

La farsa del tetto al prezzo del gas: ormai tutti si fanno beffe della Commissione europea

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Il prezzo del gas, oltre ad essere sempre una tragedia, assume ormai nell’Unione europea l’aspetto della farsa.

Il tetto al prezzo del gas, tante volte annunciato come salvifico (anche se in realtà è una sòla) e poi naufragato, si è ufficialmente riaffacciato in questi giorni in una nuova ed improbabilissima versione.

Forse si è trattato di un effetto collaterale dei dispetti da asilo infantile che si scambiano la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Grandi media specializzati in economia e Stati membri dell’Ue hanno immediatamente spernacchiato il tentativo di far resuscitare il tetto di prezzo.

Infatti, nell’ennesima versione proposta lo martedì 22 novembre 2022 dalla Commissione europea, il tetto non sarebbe stato utile neanche quando, la scorsa estate, il prezzo del gas in Europa ha toccato il massimo di tutti i tempi.

Perfino il seriosissimo Financial Times ha strizzato l’occhiolino ai frizzi e ai lazzi:

In traduzione:

Il tetto al prezzo del gas proposto dall’Ue viene bollato come “un non-tetto da barzelletta”.

Praticamente, secondo la proposta della Commissione europea, il tetto si sarebbe applicato solo alle quotazioni del Ttf per il gas in consegna nel mese successivo. Il Ttf è il meccanismo speculativo che stabilisce il prezzo in Europa. Sarebbe scattato alla quota di 275 euro al MWh, ma solo in presenza di due specifiche condizioni.

Prima condizione: prezzi al di sopra dei 275 euro al MWh per due settimane consecutive. Seconda condizione: prezzi più alti di almeno 58 euro al MWh rispetto ai contemporanei prezzi medi del gas liquefatto su altri mercati.

Appunto, sono condizioni che finora non si sono mai verificate, nonostante tutto quello che hanno patito le industrie e le famiglie con le bollette.

Per questo ieri, mercoledì 23 novembre, anche gli Stati Ue che in precedenza avevano appoggiato il tetto del prezzo del gas hanno bocciato questa proposta:

In traduzione:

Anche i fautori del tetto al prezzo del gas definiscono la proposta Ue “impraticabile” e “uno scherzo”.

Rimane da spiegare perché la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen abbia avanzato questa proposta: un vero numero di alta scuola. Un numero che certo non le porta alcun lustro. Si aggiunge allo scandalo dei vaccini Covid e all’incapacità di risolvere la crisi energetica innescata dalle sanzioni contro la Russia volute proprio dall’Ue.

Ebbene, una spiegazione può esserci. La si può trovare nella rivalità ai massimi livelli fra la presidente della Commissione europea e il suo “collega” presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. In teoria, ma solo in teoria, le due istituzioni dovrebbero andare a braccetto. Anche in pratica, Consiglio europeo deve tracciare le linee guida e gli indirizzi politici per l’operato della Commissione europea.

E chi ha aspramente sollecitato Ursula von der Leyen e la sua Commissione Europea affinché tornassero alla carica con il tetto al prezzo del gas dopo l’ultimo (anzi, il penultimo) fallimento? Sì, proprio lui: proprio il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Era l’8 novembre scorso. Naturalmente, la sollecitazione doveva rimanere segreta. Altrettanto naturalmente, la cosa è diventata subito risaputa:

In traduzione:

Michel a VDL (von deer Leyen, ndr): tetto al prezzo del gas al più presto!

Secondo una lettera, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha chiesto alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di proporre “il più presto possibile” una legislazione per il tetto al prezzo del gas.

Ursula von der Leyen si è così trovata stretta fra le indicazioni di Michel – tetto al prezzo del gas! – e quelle degli Stati Ue, che pochi giorni prima avevano di fatto archiviato nuovamente il tetto, subordinandolo a condizioni impossibili da rispettare.

Oggettivamente, in questo contesto non c’erano molte alternative alla proposta di un tetto che contemporaneamente fosse un non-tetto da barzelletta. L’unico problema è che né le famiglie né le attività economiche sono in grado di pagare le bollette raccontando qualche barzelletta.

GIULIA BURGAZZI

 

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