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Debbo
dire che il mondo riesce sempre a sorprendermi perché l’esperimento
sociale pandemia pretende di poter essere temporaneamente concluso (
fino al prossimo virus) solo con la vaccinazione e la schedatura
universali, nonostante la scarsissima pericolosità del patogeno, mentre
se la vicenda ha suggerito qualche sano interrogativo a livello
scientifico e medico è proprio la prudenza attorno ai vaccini e ai loro
possibili, inaspettati effetti. La diffusione del coronavirus si è avuta
in Cina un mese dopo che le vaccinazioni antinfluenzali sono state rese
obbligatorie, mentre da noi ha colpito le zone a più alta densità di
immunizzazione contro l’influenza e altri virus patogeni e in questi
giorni arrivano notizie simili dagli ospedali spagnoli: non voglio
esprimere alcuna tesi prefabbricata su queste inquietanti correlazioni,
ma solo meravigliarmi del fatto che non ci
sia nessuna voglia di approfondire questa evidente connessione che
potrebbe rivelarsi una pura coincidenza, così come potrebbe aprire
scenari del tutto inediti e imprevisti, aprendo nuovi capitoli di
conoscenza. E addirittura i politicanti più stupidi e corrotti intendano
rendere obbligatorio la vaccinazione antinfluenzale. Ma diciamo che si
tratterebbe di ricerche che mettono a rischio affari per circa 30
miliardi di dollari all’anno che entro il 2025 dovrebbero diventare 100
sulla nostra pelle. O forse molto di più: chi si vuole mettere contro
questa macchina da soldi? Meglio, chi davvero può esprimere onestà
scientifica visto che la stragrande maggioranza di ricerche mediche
viene svolta con i soldi delle multinazionali farmaceutiche?
In realtà la noncuranza apparente e la pigrizia verso questi temi di
studio per evitare di scuotere le acque dei mega affari contiene
qualcosa di più di un’atteggiamento imbarazzato, ma intenti che oserei
definire scellerati, perché una correlazione tra vaccinazione
influenzale intensiva e minore resistenza alle malattie dell’apparato
respiratorio è già stata dimostrata da uno studio che ha quantificato
una morbilità superiore del 36 per cento per i vaccinati. Non stupirà
scoprire che tale ricerca è stata fatta da un soggetto che non solo con i
vaccini ha parecchio a che fare, ma che soprattutto ha una certa
libertà di movimento rispetto a Big Pharma e ai suoi finanziamenti,
ovvero l’esercito americano che finanzia in proprio gli studi che lo
interessano da vicino e che magari ha anche il peso necessario a farli
pubblicare. Ora non è che ci troviamo di fronte alla verità rivelata, ma
di fronte a un solido studio sugli effetti negativi della vaccinazioni
antinfluenzali e forti delle esperienze di questi mesi sarebbe doveroso
moltiplicare le ricerche in questo senso per vedere se è vero o se per
caso quella percentuale applicata a fasce di età più avanzate e
condizioni fisiche più precarie non sia molto maggiore. Questo però
potrebbe avvenire in un mondo normale, pulito, non in quello dominato
dal profitto assoluto e dalle multinazionali che ne sono l’incarnazione.
Del resto il silenzio è inevitabile perché di fatto i vaccini sono i
farmaci che comportano le minori spese di sperimentazione visto che le
cavie a lungo termine sono sostanzialmente i vaccinati stessi, ormai
obbligati ad essere animali da laboratorio e inoltre presentano anche
minori rischi legali per eventuali effetti avversi: dal 2010 la Corte
suprema degli Stati Uniti che bene o male finisce per fare legge anche
in Europa, essendo i padroni e la governance essenzialmente la stessa,
ha stabilito che i produttori di vaccini sono esonerati da qualsiasi
responsabilità civile rispetto ai danni collaterali eventualmente
provocati, anche se gravi o mortali purché il preparato corrisponda a
quanto indicato in etichetta. Nella formulazione di questa scandalosa
impunità c’è anche una traccia che lascia indizi sui motivi e le spinte
che hanno portato a questo: l’esenzione è retroattiva e parte dal 1988,
ovvero dall’anno nel quale il National Vaccine Injury Compensation
Program – un organismo nato due anni prima e testimone evidente che
l’asserita sicurezza vaccinale non è poi così cristallina – ha
cominciato a concedere i risarcimenti per danni, che ammontano ormai a
una cifra vicina ai 4,5 miliardi dollari, una quantità di denaro che
non comprende i soldi che si riferiscono a singole azione legali e
class action proposte da privati. Anzi l’organismo stesso era nato
proprio per arginare la marea di cause legali e per costituire, come
esso stesso dice “un’alternativa al sistema legale tradizionale per la risoluzione delle petizioni relative alle lesioni da vaccino”.
In questo contesto sembra mancare solo un elemento, ovvero quello delle
buone intenzioni, che Big Pharma. l’Oms e le fondazioni filantropiche
recitano continuamente come un mantra, ma che si scontra invece con la
realtà e con il tentativo di allontanare la normale giurisdizione dalle
questioni vaccinali ( ma mediche in genere) che in sostanza verranno
decise dentro logiche di benevola composizione nelle quali il cittadino
diventa un piccolo ingranaggio alla mercé delle multinazionali del
farmaco. E delle scommesse sulle pandemie lanciate dai gruppi
finanziari.
E’ chiaro da che parte tiri il vento e che ci si trovi a un punto di
svolta: o si rifiuta ora la logica della dittatura sanitario – sociale
che sta riempiendo lo spazio lasciato libero dalle istituzioni
democratiche , superando con la forza della ragione le paure
irrazionali che vengono continuamente inculcare e ribadite pur in
mancanza di qualsiasi evidenza pandemica o ci rifiutiamo di essere
manipolati o sarà molto difficile riuscire a farlo dopo, quando
l’insensata paura pandemica, ci avrà ridotto a carne da vaccino.
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