mercoledì 1 luglio 2020

Siamo carne da vaccino

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carbe da vaccinoDebbo dire che il mondo riesce sempre a sorprendermi perché l’esperimento sociale pandemia pretende di poter essere temporaneamente concluso ( fino al prossimo virus) solo con la vaccinazione e la schedatura universali, nonostante la scarsissima pericolosità del patogeno, mentre se la vicenda ha suggerito qualche sano interrogativo a livello scientifico e medico è proprio la prudenza attorno ai vaccini e ai loro possibili, inaspettati effetti. La diffusione del coronavirus si è avuta in Cina un mese dopo che le vaccinazioni antinfluenzali sono state rese obbligatorie, mentre da noi ha colpito le zone a più alta densità di immunizzazione contro l’influenza e  altri virus patogeni e in questi giorni arrivano notizie simili dagli ospedali spagnoli: non voglio esprimere alcuna tesi prefabbricata su queste inquietanti correlazioni, ma solo meravigliarmi del fatto che non ci sia nessuna voglia di approfondire questa evidente connessione  che potrebbe rivelarsi una pura coincidenza, così come potrebbe aprire scenari del tutto inediti e imprevisti, aprendo nuovi capitoli di conoscenza. E addirittura i politicanti più stupidi e corrotti intendano rendere obbligatorio la vaccinazione antinfluenzale. Ma diciamo che si tratterebbe di ricerche che mettono a rischio affari per circa 30 miliardi di dollari all’anno che entro il 2025 dovrebbero diventare 100 sulla nostra pelle. O forse molto di più: chi si vuole mettere contro questa macchina da soldi? Meglio, chi davvero può esprimere onestà scientifica visto che la stragrande maggioranza di ricerche mediche viene svolta con i soldi delle multinazionali farmaceutiche? 

In realtà la noncuranza apparente e la pigrizia verso questi temi di studio per evitare di scuotere le acque dei mega affari contiene qualcosa di più di un’atteggiamento imbarazzato, ma intenti che oserei definire scellerati, perché una correlazione tra vaccinazione influenzale intensiva e minore resistenza alle malattie dell’apparato respiratorio è già stata dimostrata da uno studio che ha quantificato una morbilità superiore del 36 per cento per i vaccinati. Non stupirà scoprire che tale ricerca è stata fatta da un soggetto che non solo con i vaccini ha parecchio a che fare, ma che soprattutto ha una certa libertà di movimento rispetto a Big Pharma e ai suoi finanziamenti, ovvero l’esercito americano che finanzia in proprio gli studi che lo interessano da vicino e che magari ha anche il peso necessario a farli pubblicare. Ora non è che ci troviamo di fronte alla verità rivelata, ma di fronte  a un solido studio sugli effetti negativi della vaccinazioni antinfluenzali e forti delle esperienze di questi mesi sarebbe doveroso moltiplicare le ricerche in questo senso per vedere se è vero o se per caso quella percentuale applicata a fasce di età più avanzate e condizioni fisiche più precarie non sia  molto maggiore. Questo però potrebbe avvenire in un  mondo normale, pulito, non in quello dominato dal profitto assoluto e dalle multinazionali che ne sono l’incarnazione.
Del resto il silenzio è inevitabile perché di fatto i vaccini sono i farmaci che comportano le minori spese di sperimentazione visto che le cavie a lungo termine sono sostanzialmente i vaccinati stessi, ormai  obbligati ad essere animali da laboratorio e inoltre presentano  anche minori rischi legali per eventuali effetti avversi: dal 2010 la Corte suprema degli Stati Uniti che bene o male finisce per fare legge  anche in Europa, essendo i padroni e la governance essenzialmente la stessa, ha stabilito che i produttori di vaccini sono esonerati da qualsiasi responsabilità civile rispetto ai danni collaterali eventualmente provocati, anche se gravi o mortali purché il preparato corrisponda a quanto indicato in etichetta. Nella formulazione di questa scandalosa impunità c’è anche una traccia che lascia indizi sui motivi e le spinte che hanno portato a questo: l’esenzione è retroattiva e parte dal 1988, ovvero dall’anno nel quale il  National Vaccine Injury Compensation Program – un organismo nato due anni prima e testimone evidente che l’asserita sicurezza vaccinale  non è poi così cristallina – ha cominciato a concedere i risarcimenti per danni, che ammontano ormai a una cifra vicina ai 4,5 miliardi dollari, una quantità di denaro  che non comprende  i soldi che si riferiscono a singole azione legali e class action proposte da privati.  Anzi l’organismo stesso era nato proprio per arginare la marea di cause legali e per costituire, come esso stesso dice “un’alternativa al sistema legale tradizionale per la risoluzione delle petizioni relative alle lesioni da vaccino”.  In questo contesto sembra mancare solo un elemento, ovvero quello delle buone intenzioni,  che Big Pharma. l’Oms e le fondazioni filantropiche recitano continuamente come un mantra, ma che si scontra invece  con la realtà e con il tentativo di allontanare la normale giurisdizione dalle questioni vaccinali ( ma mediche in genere)  che in sostanza verranno decise dentro logiche di benevola composizione nelle quali il cittadino diventa un piccolo ingranaggio alla mercé delle multinazionali del farmaco. E delle scommesse sulle pandemie lanciate dai gruppi finanziari.
E’ chiaro da che parte tiri il vento e che ci si trovi a un punto di svolta: o si rifiuta ora la logica della dittatura sanitario – sociale che sta riempiendo lo spazio lasciato libero dalle istituzioni democratiche , superando con la forza della ragione le paure irrazionali  che vengono continuamente inculcare e ribadite pur in mancanza di qualsiasi evidenza pandemica o ci rifiutiamo di essere manipolati  o sarà molto difficile riuscire a farlo dopo, quando l’insensata paura pandemica, ci avrà ridotto a carne da vaccino.

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