venerdì 9 agosto 2019

C’È UN ALLARME CLIMA E LORO FANNO IL TAV.

E' uscito ieri a Ginevra il rapporto Speciale de lComitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite (Ipcc) su desertificazione, degrado del suolo, gestione sostenibile del territorio, sicurezza alimentare e flussi d igas a effetto serra negli ecosistemi terrestri. 


IL FATTO QUOTIDIANO LUCA MERCALLI
Nulla di nuovo sotto il sole, se non lennesima riconferma, certificata da195 Paesi, che le preoccupazioni già espresse da decenni sulle relazioni tra clima, agricoltura, cibo e popolazione sono purtroppo reali e incombono sul futuro dellUmanità. 
Risultati immagini per LUCA MERCALLICIRCA IL 23% delle emissioni di gas serra proviene da agricoltura, silvicoltura e altri usi del suolo, comed eforestazione e cementificazione, e se si estende il calcolo allintera filiera alimentare globale fino al consumo individuale, si arriva al 30% delle emissioni antropogeniche di gas serra. 
Una quantità enorme, che include lintollerabile spreco del 30% del cibo prodotto in un mondo dove 821 milioni di persone soffrono ancora di denutrizione. 
La nostra dieta incide sul clima: un eccessivo consumo dicarne, soprattutto bovina, aumenta le emissioni di metano e incalza la deforestazione tropicalper coltivare foraggio, e la globalizzazione di produzione e lavorazione del cibo ne aumenta il trasporto dai quattro angoli del pianeta. 
I circa 5,3 milioni di chilometri quadrati di terreno agricolo mondiale, corrispondenti alla superficie dell Europa continentale, richiedono crescenti apporti di fertilizzanti e fitofarmaci di sintesi, e si appropriano del 70% dell acqua dolce utilizzata dallumanità. 

Una pressione senza precedenti nella storia, che minaccia il clima, la salute umana e la biodiversità, soggetta ormai alla sesta estinzione di massa. 
Daltra parte, se il settore agroalimentare è pesantemente responsabile delr iscaldamento globale, gli stessi fenomeni climatici estremi impatteranno proprio sulla produzione di cibo. Siccità, temperature troppo elevate, precipitazioni alluvionali, tempeste, incendi, diffusione di parassiti, aumento del livello dei mari per la fusione dei ghiacci polari con sommersione di zone costiere, saranno causa di una riduzione della produzione alimentare mentre la popolazione globale, oggi a quota 7,7 miliardidi individui vola verso gli 11 miliardi a fine secolo. 
In questo quadro già oggi instabile, è verosimile che aumentino drasticamente i movimenti migratori dai paesi poveri, soprattutto quelli aridi, più soggetti a carestie ingestibili. Il Mediterraneo e lItalia sono molto esposti alla severità del cambiamento climatico, già oggi si contano i danni alla nostra agricoltura di qualità, in futuro la pianura padana potrebbe inaridirsi nei mesi estivi e la viticoltura nazionale subire un grave colpo. I 46 gradi raggiunti a fine giugno in Provenza hanno disseccato interi vigneti, un anticipo di quanto nei prossimi anni sarà sempre più frequente. Sono dati che dovrebbero indurre qualsiasi governo saggio a occuparsi immediatamente di un articolato programma di resilienza, mitigazione e adattamento a questi scenari, che rischiano dimettere in ginocchio le generazioni più giovani. Ma come tanti altri rapporti che la scienza internazionale ha già sfornato su questi temi, anche questo finirà in un cassetto.
I nostri parlamentari hanno attribuito tutto il loro impegno allanacronistica per-forazione di un massiccio alpino, invece che a elaborare strategie utili a evitare il collasso climatico,ambientale, alimentare e sociale ben inquadrato nel rappor-to delle Nazioni Unite, ma pure dagli stessi organi tecnici dello Stato. 
Quante volte Ispra, lIstituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha ammonito il governo sul devastante consumo di suolo fertile non rinnovabile che deve garantire la sicurezza alimentare al nostro Paese? 
Eppure vai con lo sblocca cantieri! Sembra che betoncar ed escavatori siano lunico obiettivo della nostra economia, ormai molto simile a colui che sega il ramo sul quale è seduto.  
Invece di mettere in atto una politica di efficienza energetica, riduzione delle emissioni, agricoltura sostenibile, riduzione del consumo di suolo, protezione del delta del Po dallaumento del livello marino, riparazione degli acquedotti colabrodo, temi contenuti nella StrategiaNazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici da anni depositata al Ministero dellAmbiente, noi dobbiamo assistere a improbabili alleanze di destre e sinistre accomunate soltanto dalla ripugnante spoliazione del malato terminale: invece di curarlo, gli rubano più in fretta possibile anelli e denti doro. 
  
CON UNA DESTRA n e g az i o n is t a che ignora i problemi climatici e ambientali, una sinistra che si fa paladina di Greta Thunberg e poi dà man forte a costruire linutile supertunnel Susa-Saint-Jean-de-Maurienne che emetterà al-meno dieci milioni di tonnellate di Co2 contribuendo ad accelerare la catastrofe climatica, e in mezzo un micro partito verde che non approfitta di questo 
incredibile momento storico per riqualificarsi e conquistare i milioni di italiani che forse lo voterebbero se fosse presentabile. Si salvini chi può.

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