giovedì 29 agosto 2019

Droghe & farmaci. Big Pharma alla resa dei conti sulla strage da oppioidi. Purdue offre 12 miliardi per patteggiare

Dal '99 a oggi negli Usa sono morte oltre 400mila persone per overdose di antidolorifici, eroina e fentanyl. La condanna in Oklahoma a Johnson & Johnson è solo l'inizio.

...Purdue è accusata di avere scatenato l’epidemia di dipendenza da antidolorifici negli Stati Uniti con l’introduzione del farmaco OxyContin nel 1996, che è stato oggetto di un’aggressiva campagna di marketing per convincere i medici a prescriverlo nel modo più ampio e alle dosi più elevate possibili...

Big Pharma alla resa dei conti sulla strage da oppioidi. Purdue offre 12 miliardi perDecine di migliaia di morti dopo, sembra essere arrivato il tempo della resa dei conti per le aziende farmaceutiche produttrici di oppioidi, complici di aver alimentato un’epidemia costata la vita, solo nel 2017, a 47.600 persone.

Dalla fine degli anni ’90 ad oggi, si parla di oltre 400mila decessi per overdose di antidolorifici, eroina e fentanyl, un potente analgesico oppioide sintetico.
Una vera e propria strage, definita dallo stresso presidente Trump “un’emergenza nazionale”.
Dopo la maxi-multa imposta a Johnson & Johnson, condannata a pagare 572 milioni di dollari per aver abusato nell’uso di oppiacei nei medicinali, a correre ai ripari è Purdue Pharma, che secondo la stampa americana avrebbe offerto fino a 10-12 miliardi di dollari per patteggiare le azioni legali avviate contro la società per il suo ruolo nell’epidemia di oppioidi. 
Come parte dell’accordo, la società dichiarerebbe il proprio fallimento.

L'epidemia di oppioidi negli Stati
Centres for disease control and prevention
L'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti


Purdue è accusata di avere scatenato l’epidemia di dipendenza da antidolorifici negli Stati Uniti con l’introduzione del farmaco OxyContin nel 1996, che è stato oggetto di un’aggressiva campagna di marketing per convincere i medici a prescriverlo nel modo più ampio e alle dosi più elevate possibili. Contro l’azienda farmaceutica sono state intentate circa 2.000 azioni legali da parte di governi locali e statali.
La famiglia Sackler, proprietaria di Purdue Pharma, rinuncerebbe al suo controllo sull’impresa e contribuirebbe con almeno 3 miliardi di dollari da fondi personali all’accordo, per una cifra complessiva che potrebbe ammontare a circa 12 miliardi di dollari, secondo tre fonti coinvolte nelle trattative citate dal Washington Post.
Sempre secondo le fonti, i 2.000 querelanti starebbero seriamente valutando l’offerta, su cui si sta lavorando da mesi e che è stata oggetto di un incontro convocato a Cleveland la scorsa settimana dal giudice distrettuale Dan Aaron Polster, che sovrintende una causa federale che dovrebbe iniziare a metà ottobre.
Polster, che ha incoraggiato le parti ad accordarsi piuttosto che andare in giudizio, ha dato tempo alle stesse parti fino a venerdì per riferire la loro decisione. Purdue si era già accordata con l’Oklahoma, dove è stata invece multata J&J, per 270 milioni di dollari a marzo. Purdue crede che “una soluzione globale costruttiva sia la strada migliore da seguire”, e sta “lavorando attivamente con i procuratori statali e altri attori coinvolti per raggiungere questo risultato”, commenta la casa farmaceutica.
Parenti di persone morte per overdose di oppioidi protestano in occasione di un'udienza sul caso Purdue
ASSOCIATED PRESS
Parenti di persone morte per overdose di oppioidi protestano in occasione di un'udienza sul caso Purdue Pharma

La notizia dell’offerta di patteggiamento di Purdue Pharma arriva all’indomani della sentenza al colosso Usa Johnson & Johnson, condannato da un giudice dell’Oklahoma a pagare una multa da 572 milioni di dollari per aver abusato nell’uso di oppiacei nei medicinali. Nello Stato dell’Oklahoma si contano almeno 2.000 casi di abusi.
La vicenda potrebbe coinvolgere, a livello nazionale, non solo le case farmaceutiche, ma anche i distributori e i medici dalla ricetta troppo “facile”. Sulla vicenda indaga anche il dipartimento Usa alla Giustizia.
Gli antidolorifici a base di derivati dall’oppio provocano dipendenza in chi li assume e contribuiscono a creare assuefazione, spingendo verso il mercato illegale delle droghe. Un buco nero che ha assunto le dimensioni di un dramma nazionale, con decine di migliaia di morti per overdose e decine di famiglie rovinate per sempre.
Pillole di
George Frey / Reuters
Pillole di OxyContin

In tutto un altro senso, lo scandalo degli oppiacei ha travolto anche la famiglia Sackler, proprietaria della casa farmaceutica produttrice di OxyContin. I Sackler, infatti, sono passati dall’essere dei rinomati filantropi a sostegno di istituzioni educative e culturali a essere considerati come i principali responsabili dell’epidemia. Il loro nome adorna un’ala del Louvre a Parigi, così come del Metropolitan a New York e dello Shakespeare’s Globe a Londra. Una volta scoppiato lo scandalo, molti musei di alto profilo - tra cui la Tate Gallery nel Regno Unito - hanno annunciato che non accetteranno più soldi dalla famiglia. Fin dall’inizio i Sackler hanno sostenuto di essere membri passivi del board di Purdue Pharma, che approvavano le richieste di gestione ordinaria e non erano coinvolti nella commercializzazione di OxyContin. Ovviamente non è bastato a salvare la loro reputazione. Ora sperano di uscirne per sempre, cedendo l’azienda e aggiungendo 3 miliardi di dollari di tasca propria. Basterà?

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