Maurizio Lancellotti, 49 anni,
esperto di consulenze aziendali già sette anni fa era riuscito a far
discutere la petizione contro la Malagrotta bis di Riano al Parlamento
Europeo. E ora ci ritenta.
repubblica.it MARINO BISSO
Nel 2012 è stato lui a far arrivare su banchi del parlamento di Bruxelles la rivolta contro la discarica di Cerroni a Riano.
E ora, dopo il nuovo allarme per il progetto per creare una piattaforma per lo smaltimento definitivo dei residui prodotti dal processo dell’End of Wasteha a Pian dell’Olmo sulla Tiberina, ha ripreso carta e penna per chiedere nuovamente l’intervento della Direzione generale dell’Ambiente della Commissione Europea sul “mancato rispetto” della normativa europea del piano rifiuti della Regione Lazio.
E’ questa la nuova battaglia ambientalista portata avanti da un cittadino di Riano, Maurizio Lancellotti, 49 anni, esperto di consulenze aziendali e project management, da sempre in prima linea nella lotta contro le discariche sulla Tiberina.
Già sette anni fa era riuscito a far discutere la petizione contro la Malagrotta bis che doveva sorgere a Riano. E ora ci ritenta.
Secondo la lettera-esposto, il nuovo Piano dei Rifiuti spegnerebbe il termovalorizzatore di Colleferro “producendo come inevitabile conseguenza quella di un futuro conferimento di ingenti quantitativi di rifiuti in discarica, in percentuali non conformi con la normativa europea”. E ancora: “Vero è che l'Europa chiede un ricorso sempre più marginale non solo alle discariche, bensì anche ai termovalorizzatori, tuttavia i numeri della capitale d'Italia non consentono ancora di saltare la fase dell'incenerimento. In tale contesto, mentre risulta condivisibile voler puntare sull’economia circolare e quindi incentivare il riciclo (laddove riduzione e riuso dovrebbero essere affrontati a livello nazionale perché l’azione sia efficace), appare irragionevole non fare i conti con la realtà, che vede oggi Roma esportare i propri rifiuti in tutta Italia ed all’estero, soprattutto verso discariche e inceneritori, motivo per cui, a queste condizioni, risulterebbe ragionevole attendersi che oltre a lavorare per innalzare la raccolta differenziata, almeno separando l’umido dal secco, si pensi di ammodernare gli attuali termovalorizzatori della regione, in modo da minimizzare l’impatto della futura discarica della capitale, anziché spegnerli del tutto, come si sta facendo.
"In conclusione, il nuovo Piano rifiuti della regione Lazio in approvazione sembra solo menzionare l’economia circolare senza perseguirla realmente - conclude Lancellotti - e soprattutto senza porre degli obiettivi intermedi ragionevoli, rafforzando anziché puntando ad azzerare la valorizzazione energetica dei rifiuti, in conformità al dettame europeo, a vantaggio dello smaltimento dei rifiuti che dovrebbe costituire il livello residuale e marginale della catena”.
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