mercoledì 14 agosto 2019

Ambiente & Rifiuti. Roma, da Riano a Bruxelles una lettera-esposto sul Piano Rifiuti.

Maurizio Lancellotti, 49 anni, esperto di consulenze aziendali già sette anni fa era riuscito a far discutere la petizione contro la Malagrotta bis di Riano al Parlamento Europeo. E ora ci ritenta.



Roma,  da Riano a Bruxelles una lettera-esposto sul Piano RifiutiNel 2012 è stato lui a far arrivare su banchi del parlamento di Bruxelles la rivolta contro la discarica di Cerroni a Riano. 
E ora, dopo il nuovo allarme per il progetto per creare una piattaforma per lo smaltimento definitivo dei residui prodotti dal processo dell’End of Wasteha a Pian dell’Olmo sulla Tiberina, ha ripreso carta e penna per chiedere nuovamente l’intervento della Direzione generale dell’Ambiente della Commissione Europea sul “mancato rispetto” della normativa europea del piano rifiuti della Regione Lazio.  
E’ questa la nuova battaglia ambientalista portata avanti da un cittadino di Riano, Maurizio Lancellotti, 49 anni, esperto di consulenze aziendali e project management, da sempre in prima linea nella lotta contro le discariche sulla Tiberina. 
Già sette anni fa era riuscito a far discutere la petizione contro la Malagrotta bis che doveva sorgere a Riano. E ora ci ritenta.
 

“L’attuale piano della regione Lazio sui rifiuti, in essere fino all’entrata in vigore di quello nuovo nel Lazio, approvato dalla giunta regionale il 2 agosto 2019 ed ora sottoposto a procedura di VAS, prevede un numero di impianti, in gran parte autorizzati e costruiti, sufficienti per chiudere il ciclo dei rifiuti al proprio interno, evitando così il "turismo" dei rifiuti avviato circa sette anni or sono. Ma questo Piano non è stato attuato e alcuni impianti previsti dallo stesso non sono stati costruiti o addirittura chiusi, non già per ragioni tecniche, bensì solo per questioni politiche  - spiega Lancellotti nella lettera-esposto - Quanto ai termovalorizzatori, il piano ne prevede quattro: S. Vittore (Acea), Colleferro (Lazio ambiente), Malagrotta (Colari) e Albano (Colari-Ama). Dei quattro è in funzione solo quello di S. Vittore mentre è stato chiuso l'impianto di Colleferro, di proprietà della Regione, dopo essere stati spesi circa 12 milioni di euro per comprare attrezzature per ammodernarlo (c.d. revamping), mai usate, per trasformarlo in un impianto di trattamento dei rifiuti post TMB a freddo, e non autorizza la trasformazione del gassificatore di Malagrotta”.

Secondo la lettera-esposto, il nuovo Piano dei Rifiuti spegnerebbe il termovalorizzatore di Colleferro “producendo come inevitabile conseguenza quella di un futuro conferimento di ingenti quantitativi di rifiuti in discarica, in percentuali non conformi con la normativa europea”.  E ancora: “Vero è che l'Europa chiede un ricorso sempre più marginale non solo alle discariche, bensì anche ai termovalorizzatori, tuttavia i numeri della capitale d'Italia non consentono ancora di saltare la fase dell'incenerimento.  In tale contesto, mentre risulta condivisibile voler puntare sull’economia circolare e quindi incentivare il riciclo (laddove riduzione e riuso dovrebbero essere affrontati a livello nazionale perché l’azione sia efficace), appare irragionevole non fare i conti con la realtà, che vede oggi Roma esportare i propri rifiuti in tutta Italia ed all’estero, soprattutto verso discariche e inceneritori, motivo per cui, a queste condizioni, risulterebbe ragionevole attendersi che oltre a lavorare per innalzare la raccolta differenziata, almeno separando l’umido dal secco, si pensi di ammodernare gli attuali termovalorizzatori della regione, in modo da minimizzare l’impatto della futura discarica della capitale, anziché spegnerli del tutto, come si sta facendo.
 
Nella lettera vengono anche tracciate delle soluzioni in linea con l’orientamento dell’Europa. “Non è un caso che più si va verso il sud d'Europa, lo stesso dicasi per l'Italia, più diminuiscono contemporaneamente la % di raccolta differenziata ed il numero di termovalorizzatori. La città di Milano ad esempio conferisce solo l'1% dei rifiuti in discarica, perché ha una raccolta differenziata che si avvicina al 65% e perché fa uso di termovalorizzatori. Per quale ragione Roma non pensa di puntare ad un siffatto modello, in linea con le direttive europee? – si legge nelle lettera indirizzata a Bruxelles.

"In conclusione, il nuovo Piano rifiuti della regione Lazio in approvazione sembra solo menzionare l’economia circolare senza perseguirla realmente - conclude Lancellotti - e soprattutto senza porre degli obiettivi intermedi ragionevoli, rafforzando anziché puntando ad azzerare la valorizzazione energetica dei rifiuti, in conformità al dettame europeo, a vantaggio dello smaltimento dei rifiuti che dovrebbe costituire il livello residuale e marginale della catena”.

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