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domenica 1 gennaio 2017
"I voucher vanno aboliti e non corretti". 2017, l'anno della battaglia campale sul lavoro. L'11 gennaio il pronunciamento della Consulta sui referendum
controlacrisi fabio sebastiani
"I #voucher hanno esteso precarietà, diseguaglianza e insicurezza: vanno aboliti non 'risistemati' o corretti. Si al referendum per piu' diritti". Così su un suo Twitter Giorgio Airaudo di Sinistra Italiana. Per questo avvio del 2017 l'agenda del lavoro è presto fatta. L’11 gennaio 2017 la corte costituzionale si esprimerà sulla legittimità dei referendum che, se avessero il via libera della Consulta, potrebbero svolgersi nella primavera del 2017.
I referendum hanno già superato il vaglio della Cassazione il 9 dicembre. A differenza del referendum costituzionale che si è svolto il 4 dicembre 2016, queste consultazioni sono abrogative e prevedono un quorum, cioè dovrà andare a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto perché i risultati siano validi.
Il condizionale è d'obbligo perché il Governo ha due strade, quello di una legge di riforma, oppure il percorso elettorale per una nuova legislatura. L'appuntamento con il voto avrebbe l'effetto di rimandare il referendum.
L'Inps ha certificato che tra gennaio e ottobre di quest'anno sono stati venduti 121,5 milioni di voucher, un terzo in piu' del 2015. La Filcams da mesi denuncia "l'abnorme diffusione di questo istituto che in settori strategici come il turismo e il commercio stanno soppiantando in contratti di lavoro dipendente, come il tempo determinato, l'apprendistato, e la somministrazione". Nei settori commerciali "si sta inoltre diffondendo l'utilizzo dei voucher anche per coprire il lavoro domenicale e festivo a partire da alcune grandi catene distributive".
Molti sostengono che i voucher siano una soluzione al lavoro nero, "ma i dati dicono che a trasformarsi in voucher non e' stato il lavoro nero, ma quello dipendente, in particolare laddove i datori di lavoro tendono a minimizzarne il costo", come nei servizi.
"Non parlano ai nostri settori, paradossalmente alcuni autorevoli esponenti della politica e dell'economia continuano a pensare che i voucher possano essere utilizzati per retribuire lavoratori degli alberghi, delle agenzie di viaggio, dei tour operator, degli ipermercati come se il terziario e i servizi rappresentassero un aspetto minore del mercato del lavoro e del nostro tessuto produttivo" afferma Maria Grazia Gabrielli Segretaria Generale della Filcams Cgil, "restiamo in attesa del parere della Corte Costituzionale. Qualora, come crediamo, i quesiti referendari risulteranno ammissibili, continueremo di concerto con la Confederazione la nostra campagna per sostenere l'abrogazione dei voucher. Le forme contrattuali per dare risposte alle esigenze di flessibilita' delle aziende esistono sia di legge che nei contratti collettivi nazionali, i voucher si sono rivelati solo un escamotage per fare cassa a discapito dei diritti e della retribuzione di chi lavora e vanno pertanto aboliti".
Per Paolo Ferrero, segretario del Prc, anche se il governo cerca di evitare i referendum sociali "imbellettando un po' i voucher; i voucher vanno aboliti, perche' costituiscono la principale forma di precarizzazione del lavoro, peraltro impastata in modo indissolubile con il lavoro nero puro e semplice: quanta gente e' costretta a lavorare cinque ore ma a fronte di un voucher solo?". "O il governo abolisce - conclude Ferrero - i voucher ed il jobs act, oppure bisogna votare e sotterrare i voucher e il jobs act con il referendum".
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