Il tema dell'analfabetismo funzionale sta diventando centrale nell'analisi delle mutazioni antropologiche degli ultimi venti anni, a far data insomma dall'esplosione dell'uso di massa di device elettronici e di una subcultura fondata sull'immagine (o addirittura sull'icona o l'emoticon)
Anche su Contropiano ce ne siamo occupati spesso (qui, qui ed anche qui, per esempio). E dunque ci sembra che questo articolo tratto da il manifesto sia largamente condivisibile. Tranne che nelle conclusioni politiche, davvero demoralizzanti.
E' chiaro che la costruzione di una "coscienza antagonista", nel quadro descritto, sia terribilmente più difficile ora di quanto non fosse – una data a caso – negli anni '70. Ma questa difficoltà appare insormontabile solo se si ritiene che l'unica via per la conquista della consapevolezza passi attraverso il testo scritto (ovviamente non può passare per la cruna dell'immagine che "dovrebbe parlare da sé").
E' un'esperienza che si fa comunemente nel conflitto sociale, soprattutto sindacale, di ogni giorno. La "gente" – lavoratori sotto ogni tipologia contrattuale – a prescindere dall'età e dall'utilizzo di strumenti di informazione "di rete", fa una fatica mostruosa a uscire dalla passività e disporsi alla mobilitazione. Specco, spiegherebbero alcuni sindacalisti di base di lunga esperienza. "si rivolgono a noi solo quando stanno per essere licenziati o già lo sono stati". Un esempio? i lavoratori di Almaviva, in particolare della sede di Roma, che fino al licenziamento – peraltro ampiamente preannunciato anche dai media nazionali – disertavano qualsiasi inizitiva indetta a propria difesa (come i sit in sotto il ministero dello sviluppo economico, nei giorni in cui era convocato "il tavolo" che li riguardava). Dopo il licenziamento, tutti in strada…
Uscire da questa condizione – impotenza sociale, ignoranza indotta, confusione di lunga durata, ecc – è un processo che si può fare solo nella realtà del conflitto. Di qualsiasi genere. Prendi coscienza solo quando "sbatti" contro qualcosa, sia che tu stia guardando uno schermo di smartphone, sia che ti aggiri come uno zombie tra gli scaffali di un ipermarket.
Difficile? Non più di quanto lo sia stato per gli analfabeti veri che venivano arruolati a forza nelle fabbriche e nelle miniere dell''800, provenienti da campagne lontane e montagne abbrutenti. Non c'è da disperarsi, solo da prendere atto della "mutazione antropologica". E pedalare. Ma tanto…
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