Si è svolto mercoledì 18 gennaio 2017 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in preparazione del Giorno della memoria delle vittime della Shoah - Giornata che ricorre il 27 gennaio nell'anniversario della liberazione dei sopravvissuti del campo di sterminio di Auschwitz.
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani
Nel corso dell'incontro sono stati
letti e commentati alcuni brani dalle opere di Primo Levi e di altri
testimoni della Shoah.
L'incontro è stato concluso dal
responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini.
Di seguito una sintesi delle
conclusioni.
*
Per noi la Giornata della memoria non
è una routine abitudinaria e distratta, un rituale spento, ma un
appello alla lotta contro tutte le uccisioni.
Per noi la Giornata della memoria è
l'appello all'antifascismo, è l'appello alla nonviolenza, che è
l'antifascismo concreto, coerente, vivente.
Per noi la Giornata della memoria è
l'appello a compiere qui ed ora il primo dovere: salvare le vite,
opporsi a tutte le violenze.
Il ricordo delle vittime della Shoah
significa tenere in vita almeno il fatto che siano esistite, il
valore delle vite spezzate, la dignità umana che hanno testimoniato
dinanzi all'orrore assoluto dei poteri facitori di nulla,
dinanzi all'orrore assoluto della violenza annichilista.
Il ricordo delle vittime della Shoah
significa impedire che si compia il piano nazista di annientamento
finanche della memoria delle vittime, significa contrastare il
nazismo di allora, di oggi e di domani, significa restare fedeli alle
vittime del male - del male radicale, della banalità del male
- e in questa fedeltà trattenerle tra noi, sentirle con noi,
lottare insieme a loro contro il male che pretende ridurre l'umanità
in cenere, in polvere, in fumo, in ombra, in niente, lottare insieme
a loro contro il male che pretende ridurre l'umana vicenda ad urlo e
furore e fame di vento.
Il ricordo delle vittime della Shoah
significa lottare adesso contro lo sterminio in corso, contro ogni
sterminio, contro ogni persecuzione, contro ogni uccisione, contro
ogni violenza, contro l'indifferenza e la resa dinanzi
all'orrore.
Noi sappiamo, come ha scritto Primo
Levi, che "gli assassini di milioni di innocenti sono gente come
noi... ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa,
la strada dell'ossequio e del consenso, che è senza ritorno".
Ed abbiamo quindi deciso di opporci ad ogni potere violento, di
difendere ogni umana vita.
Noi sappiamo, come ha scritto Primo
Levi, che gli esseri umani sono "capaci di costruire una mole
infinita di dolore; e che il dolore è la sola forza che si crei dal
nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare,
non fare". Ed abbiamo quindi deciso di tenere gli occhi aperti,
di vigilare all'ascolto di ogni richiesta di aiuto, di non omettere
di prestare soccorso ovunque occorra.
Noi sappiamo, come ha scritto Primo
Levi, che "è avvenuto che un intero popolo civile, appena
uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un
istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è
stata obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E' avvenuto, quindi
può accadere di nuovo". Ed abbiamo quindi deciso che per quanto
è in nostro potere ad ogni ritorno di quella mole di male, ad ogni
ritorno di quell'orrore assoluto, ad ogni ritorno del nazismo
comunque camuffato, noi ci opponiamo.
Qui ed ora c'è un solo modo di
contrastare la violenza: la scelta della nonviolenza.
Qui ed ora c'è un solo modo di
salvare le vite: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona
bisognosa di aiuto, nessuna esclusa.
Qui ed ora c'è un solo modo di
restare esseri umani: agire da esseri umani nei confronti di tutti
gli esseri umani.
Dinanzi al femminicidio noi diciamo:
occorre contrastare e sconfiggere il maschilismo in tutte le sue
manifestazioni.
Dinanzi al razzismo noi diciamo:
occorre contrastare e sconfiggere ogni esclusione, ogni pregiudizio,
ogni persecuzione; occorre riconoscere l'umanità di ogni essere
umano e quindi di ogni essere umano rispettare, difendere e
sostenere la vita, la dignità e i diritti; vi è una sola umanità
ed ogni essere umano ne è parte: ogni esistenza umana è un valore
assoluto, unico, prezioso, insostituibile.
Dinanzi alla guerra noi diciamo:
occorre abolire la guerra e per abolire la guerra occorre abolire
tutti gli eserciti e tutte le armi.
Scegliendo la nonviolenza noi ci
opponiamo ad ogni menzogna: che umilia gli esseri umani in ciò che è
più proprio di ciascuno di noi, la facoltà di capire.
Scegliendo la nonviolenza noi ci
opponiamo ad ogni schiavitù, ad ogni potere che pretende
ridurre gli esseri umani a utensile e funzione, a cosa e a
merce, a macchina e a straccio, alienando e annientando la
nostra libertà, la nostra verità, la nostra umanità.
Scegliendo la nonviolenza noi ci
opponiamo alla devastazione e alla distruzione dell'unico mondo
vivente, la casa comune dell'umanità, l'insieme di cui l'umanità è
parte e senza del quale cessa essa stessa di esistere.
Prepariamo per il 27 gennaio ovunque
possibile iniziative che siano memoria dell'orrore ed azione
solidale, esercizio della responsabilità, scelta della civile
convivenza, impegno per la liberazione comune dell'umanità.
E prolunghiamo il 27 gennaio al 14
febbraio, all'8 marzo, al 25 aprile, al primo maggio, al 2 giugno:
una e la stessa è la lotta per il bene comune dell'umanità.
E di ogni giorno facciamo un 27
gennaio: ogni giorno sia il giorno in cui nel ricordo delle vittime
lottiamo perché cessino tutte le uccisioni, tutte le persecuzioni,
tutte le violenze. Ogni giorno la nonviolenza è in cammino.
Ed anche in questa occasione, hic
et nunc, ripetiamo una
volta ancora l'appello a due provvedimenti indispensabili per far
cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitù in Italia: il
primo: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere
nel nostro paese in modo legale e sicuro; il secondo: riconoscere il
diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
Riaffermiamo quindi l'impegno
nostro e di tante e tanti affinché divenga legge l'"appello
all'Italia civile" sostenuto da molte illustri personalità - e
tra le prime padre Alex Zanotelli e la partigiana Lidia Menapace -
affinché sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone
che vivono in Italia, ricordando che il fondamento della democrazia è
il principio "una persona, un voto"; e che quindi l'Italia
essendo una repubblica democratica non può continuare a negare il
primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente
qui. Ed in effetti vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni
di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le
tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e
nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre
leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia,
contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema
pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino
demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri
effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che
tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni
pubbliche che anche le loro vite riguardano. Una persona, un voto. Il
momento è ora.
Vi è una sola umanità e tutti gli
esseri umani ne fanno parte, ogni persona diversa da ogni altra
ed ognuna ad ogni altra uguale in dignità e diritti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi,
unitevi nell'impegno comune per la liberazione dell'intera
umanità.
Seguendo la regola aurea che invita ad
agire nei confronti delle altre persone così come vorresti che le
altre persone agissero verso di te.
Solo la nonviolenza si oppone alla
violenza in modo concreto, coerente, adeguato, nitido e
intransigente.
La nonviolenza è l'antifascismo
vivente. La nonviolenza è l'antibarbarie. La nonviolenza è la
politica prima. La nonviolenza è la scelta necessaria per salvare
l'umanità dalla catastrofe.
Con le tue gambe, con le tue
braccia, con la tua voce, con i tuoi occhi, con i tuoi pensieri
e le tue azioni la nonviolenza è in cammino.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 18 gennaio 2017
Mittente: "Centro di ricerca per
la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E,
01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it,
centropacevt@gmail.com,
centropaceviterbo@outlook.it
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