A Davos, in Svizzera, ogni anno, in gennaio, il
pianeta si guarda allo specchio ed è uno specchio dorato. La novità
questa volta è il presidente della Cina che ormai entra di pieno diritto
tra gli invitati che sono capi di stato e miliardari, con un corteggio
di consulenti, commentatori e compagnia bella.
Il controcanto nel coro dei ricchi è tradizionalmente
offerto dallo studio di Oxfam, la famosa Ong inglese che rampogna i
presenti per la loro avarizia e grettezza. Il lavoro della gente di
Oxfam si riassume in una magnifica promessa: “Possiamo costruire un
mondo migliore, con un lavoro decente per tutti, dove donne e uomini
sono trattati alla pari, dove i paradisi fiscali a favore di qualche
individuo saranno un ricordo nei libri di storia e dove ciascuno pagherà
con giustizia la sua parte per sostenere una società che sia a
beneficio di ciascuno”. Il messaggio della Ong inglese sta soprattutto
in un numero che indica quanti siano i ricchi che hanno una ricchezza
pari alla metà più povera degli umani. Il numero fatidico del 2010 era
388, ma l’anno scorso era diventato 62; sessantadue persone viventi che
avevano tanto quanto 3,6 miliardi di altri viventi, meno forniti di
beni. Il numero del 2017 è ancora più smilzo, quanto dire che la
globalizzazione, celebrata a Davos, ha davvero esagerato. Otto persone
hanno ricchezze pari a metà del mondo. Gli otto per una volta compaiono
con nome e cognome sui giornali di tutti i giorni, tanto quelli
economici quanto quelli di gossip. C’è un finanziere americano di lunga
durata, un venditore di abbigliamento spagnolo; gli altri sei operano
nel sistema della comunicazione, allargato. C’è il messicano che si
allarga sui telefoni tradizionali o meno che siano e c’è il giovanotto
che ha inventato i social .
I nomi sono sempre gli stessi, quelli che capeggiano la classifica dei miliardari in dollari di Forbes , il magazine
americano. Il conteggio miliardario in buona sostanza si ottiene
moltiplicando il numero delle azioni possedute da uno per il loro valore
di borsa; in altre parole si attribuisce al mezzo mondo meno dotato di
ricchezze, poveri beni di valore pari ai fondi azionari in capo agli
otto fatidici personaggi. In altre parole, visto così il mondo sembra
aver cambiato ben poco dai tempi dei faraoni e dei costruttori delle
piramidi.
Se le liste delle straordinarie ricchezze dei magnati derivano dalle classifiche elaborate da Forbes con tecniche di calcolo e criteri attendibili, i dati sulle ricchezze dei viventi normali sono elaborati dal Credit Suisse
, una principale banca svizzera. Potremmo fare le solite ironie sul
fatto che una banca per comprare, vendere, prestare i soldi deve in
primo luogo sapere dove si trovano. Il primo passo è la geografia
economica. Così è utile conoscere la piramide mondiale che la banca ci
propone. Il globo dei viventi è suddiviso in quattro categorie di
persone; se poi qualcuno vorrà parlare di caste o perfino di classi, lo
faccia liberamente. Una prima cosa da notare è che il Credit Suisse
distingue tra adulti (forse perché solo gli adulti hanno un conto
corrente bancario?) e altri viventi. A occhio gli adulti sono circa tre
quinti del la massa dei viventi. Le classi sono quattro. La prima
contempla le persone con una ricchezza superiore a un milione; si tratta
di 33 milioni di anime, pari allo 0,7% dell’intero mondo adulto. Esse
hanno una ricchezza calcolata in 116 trilioni di dollari, pari al 45,6%
del totale. Come è a tutti noto, un trilione vale nella parlata di Wall
Street – e di Davos – mille miliardi. La seconda classe ha ricchezze
maggiori di 100 mila e minori di un milione di dollari. Si tratta di 365
milioni di viventi pari al 7,5% del totale. La loro ricchezza
complessiva è calcolata in 103,9 trilioni pari al 40,6% della ricchezza
totale. Segue poi la terza classe che detiene tra 10 mila e 100 mila
dollari. Comprende 897 milioni di persone che corrispondono al 18,5%
dell’insieme. La ricchezza complessiva è di 29,1 trilioni, pari
all’11,4%. Infine chi sono gli infimi le anime morte, con meno di 10
mila dollari. Si tratta di 3.546 milioni di persone corrispondenti al
73,2% di tutti gli adulti. Complessivamente hanno 6.1 trilioni pari al
2,4%
Per dirlo con parole dei banchieri svizzeri il
divario tra ricchi e poveri è ancora più significativo. “Il rapporto
stabilisce inoltre che la disuguaglianza di ricchezza, tra la parte
dell’1 percento e del 10 percento degli adulti, e quella del resto della
popolazione adulta del mondo cresce ancora. Mentre, in basso, metà
della popolazione ha complessivamente meno dell’1% della ricchezza
totale, il 10% più ricco detiene l’89% di tutti i beni globali”.
Credit Suisse fotografa anche le ricchezze medie
individuali degli adulti nei vari paesi del mondo. Così sappiamo che un
adulto svizzero-tipo dispone di beni pari a oltre mezzo milione di
dollari (561,9), un cinese–tipo ha beni per 22,9 migliaia di dollari. In
mezzo gli altri: un americano 347 mila dollari; un inglese 288,8; un
francese 244,4; uno svedese 227,3; un tedesco 185,2; un europeo generico
125,5, compreso quindi un generico italiano; un adulto mondiale medio
52,8 mila dollari, mentre del cinese, al fondo della classifica, si è
detto prima. La voglia di rivalsa di Xi Jinping presidente cinese, si
spiega anche così, come pure si spiega la fiducia nella propria forza
d’urto nell’avvenire di un mondo ancor più globalizzato. E’ Adamo Smith a
Pechino come prevedeva Giovanni Arrighi, oppure Confucio a Davos come
verrebbe voglia di parodiare vent’anni dopo?
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